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Aggiunto l'ultimo tassello al Lombardo-bis

Il neo assessore ai Lavori pubblici della Regione siciliana Antonino Beninati sarà il vicepresidente della Regione

09 luglio 2009

Adesso è ufficiale: il neo assessore ai Lavori pubblici della Regione siciliana Antonino Beninati sarà il vicepresidente della Regione e prenderà il posto dell'assessore Lino Leanza.  Lo ha riferito ieri lo stesso Beninati durante una pausa dei lavori d'aula a Palazzo dei Normanni.
"Il Presidente della Regione Raffaele Lombardo - ha detto - mi ha comunicato di avere intenzione di affidarmi anche questo incarico e mi ha detto che su questa scelta c'è stata la convergenza di tutti. Alla prossima riunione di Giunta sarà ufficializzato l'incarico".

Una tempesta in una tazza da tè, dicono gli inglesi.
Può darsi, ma la coda c'è stata, prima che si concludesse il difficile parto del Lombardio bis.
E te pareva!

Raffaele Lombardo ha dovuto salire uno ad uno la scalinata di Caltagirone, che conosce bene, e pare che ad ogni gradino abbia contrattato il nulla osta per arrivare più in alto. Al punto che piuttosto che salire le scale, si è sottoposto alle fatiche di Sisifo. Roba da perdere la tramontana. Niente d'irreparabile. Anche a Sant'Agostino capitò di perderla, e resistette al demonio solo grazie ad un furbo escamotage: legittimandolo.
Forse è proprio questo che è toccato al governatore.
Pensavamo che con l'attribuzione delle deleghe fosse compiuta l'ultima stazione della Via Crucis? Non era affatto così, ci sbagliavamo, è stato necessario decidere la vice presidenza della regione e non si capisce per quale ragione è stata strappata dalla maglia di Bufardeci che l'ha portata addosso senza che alcuno avesse a lamentarsene.
Bufardeci non è più né un "sospeso" (dal suo partito, perché componente della pattuglia Miccichè, ribelle), né autosospeso (perché ha respinto la sospensione), e tutto si è aggiustato con la benedizione del Premier che fra Villa Certosa e l'Aquila ha trovato il tempo di sistemare, almeno per l'estate, la questione siciliana, rivelatasi più rognosa di quanto si pensasse.

Nel comunicato con cui il Presidente Lombardo ha sciolto le riserve sulle deleghe, dopo lunga riflessione, si legge che Bufardeci avrebbe di fatto dissequestrato la vice presidenza mettendola a disposizione. Di chi e di che cosa all'inizio non s'era capito e così sono state fatte delle illazioni, prima che fosse ufficializzata la scelta di Beninati, un uomo assai vicino al Presidente del senato, Schifani.
Per dare un'idea del clima occorre fare un passo indietro, dando la parola a Titti Bufardeci che aveva diffuso una nota esplicativa, ma non troppo, dopo la distribuzione delle deleghe. "C'è una discussione in corso con Lombardo e non solo", ha affermato, riferendosi alla "sua" vicepresidenza.
Dunque c'è stata una trattativa.
Perché mai avrebbe dovuto esserci una trattativa per la vicepresidenza? Il Presidente non può decidere da solo nemmeno questo? Se così fosse, l'autonomia di Lombardo si sarebbe ristretta entro ambiti ancora più limitati.
"E' indubbio però che ci siano assessori, come quello all'Agricoltura, più importanti di me e quindi in lista", considerava Bufardeci, nelle ore successive, dandoci una dritta, evidentemente ancora ignaro della scelta. La vicepresidenza sarebbe spettata, pareva di capire, a chi aveva l'assessorato più importante. Siccome gli assessorati di maggior peso sono i Beni culturali e l'Agricoltura si è sospettato che il nuovo vice presidente andasse cercato fra i titolari di questi assessorati. Dando uno sguardo alle deleghe, il maggiore indiziato è sembrato Michele Cimino, titolare dell'Agricoltura; dopo di lui, Lino Leanza, il titolare ai Beni Culturali e Pubblica istruzione, che aveva già ricoperto l'incarico di vice presidente.

Bufardeci ha dichiarato altro: "Non credo che l'attribuzione della vicepresidenza sia determinante ai fini degli equilibri del Governo". E animato da buonsenso, ha riflettuto: "Quello che più importa è la capacità della soluzione dei problemi, di fare squadra e di portare in Aula provvedimenti che possano essere condivisi al di là dei ruoli di maggioranza e minoranza".
Ora, se queste considerazioni finali sono giuste, e lo sono, perché mai sono imbarcati  in questa ricerca del vice presidente? C'era da accontentare il Presidente del Senato? Magari potevano farlo il giorno prima. Se ciò non è accaduto, vuol dire che non era facile. La ragione non è un mistero.
La mappa dei gruppi, correnti e schieramenti interni al centrodestra è così difficile da disegnare che perfino Lombardo si trova a malpartito, in senso letterale.

[Fonte: SiciliaInformazioni.com da Adnkronos]

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09 luglio 2009
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