Agitazione dei lavoratori di Fincantieri
La Società pubblica, tra i più importanti complessi cantieristici navali d'Europa e del mondo, ha confermato esuberi e tagli
Un gruppo di operai della Fincantieri di Palermo ha bloccato questa mattina l'ingresso della piattaforma della Saipem in lavorazione, per protestare contro l'ipotesi di ridimensionamento della fabbrica previsto nella bozza di piano industriale. Nella piattaforma sono impegnati circa 500 operai, quasi tutti delle aziende dell'indotto.
Venerdì scorso, al termine dell'incontro con l'assessore regionale all'Industria, Marco Venturi, i vertici della Fincantieri hanno confermato il ridimensionamento dei cantieri navali palermitani. "L'Azienda conferma che il dimensionamento occupazionale del cantiere a Palermo è legato ai carichi di lavoro. Le parti hanno ribadito - spiegava una nota - che il cantiere di Palermo rappresenta un'attività importante dal punto di vista socio-economico, occupando circa 530 risorse". Fincantieri, ha evidenziato però "che la drammatica crisi economica internazionale, avendo colpito duramente il comparto della cantieristica, continua a far registrare un gravissimo freno nell'acquisizione delle commesse". "Il perdurare di tale crisi, per la mancanza di carichi di lavoro, ha portato alla necessità di prorogare per ulteriori 52 settimane (continuative, non per scaglioni di 13 in 13) la cassa integrazione. La situazione di crisi di mercato riguarda tutti i principali operatori del settore e per quanto riguarda Fincantieri tutti gli altri cantieri del Gruppo che sono stati, sono, e/o saranno interessati da provvedimenti di cassa integrazione anche più incisivi rispetto a quelli fino a oggi adottati a Palermo".
Alla riunione erano presenti i rappresentanti sindacali, i vertici dello stabilimento Fincantieri di Palermo, fra gli altri il direttore del personale del gruppo Fincantieri, Sandro Scarrone e l'assessore Marco Venturi. "La Regione siciliana crede nel rilancio dei Cantieri navali di Palermo e ribadisce di essere disposta a intervenire concretamente nella ristrutturazione dei bacini da 19 e 52 mila tonnellate, avendo già individuato e vincolato nel bilancio regionale risorse pari a 15 milioni. Somme che, con la prossima manovra di assestamento, saranno appostate in un apposito capitolo - ha annunciato venturi - La restante parte, circa 35 milioni, sarà disponibile dai Fondi Fas, quando il Governo centrale deciderà finalmente di concedere alla Sicilia e di beneficiare di un diritto da troppo tempo negato". "Ho inoltre invitato Fincantieri - ha aggiunto l'assessore - a mantenere quanto sottoscritto nell'ambito del protocollo di intesa stipulato nel giugno scorso. E cioè di investire sullo stabilimento palermitano e, laddove possibile, di orientare qualche commessa a Palermo, dedicando maggiore attenzione agli investimenti su Palermo. Ho chiesto a Fincantieri un maggiore sforzo, pur consapevole della crisi economica e finanziaria che attanaglia il settore e che rende difficile i movimenti di mercato".
Ieri la Fiom di Palermo ha riunito gli organismi sindacali per fare il punto sulla situazione al Cantiere navale dopo le ultime notizie sul piano industriale. "Gli operai della Fincantieri sono pronti a lottare in difesa del posto di lavoro e della fabbrica anche con azioni clamorose" aveva anticipato il sindacato. In base al piano a Palermo non si faranno più costruzioni navali ma solo trasformazioni e riparazioni. Secondo la Fiom ciò comporterà circa 1.000 esuberi tra operai diretti e dell'indotto, "la fabbrica sarà ridotta quasi a una officina". "Deve essere chiaro a tutti - afferma la Fiom - i responsabili di questo disastro sono Berlusconi e Tremonti, che non intendono sostenere la Fincantieri il cui azionista è Fintecna società pubblica controllata dal ministero del Tesoro".
Dalla sede centrale di Trieste, Fincantieri ha emanato una nota ufficiale nella quale specifica che: "L'azienda non ha preso alcuna decisione, e comunque prima di procedere in qualsiasi direzione ha ben presente la necessità di aprire un'ampia discussione col sindacato e le Istituzioni". "Ovviamente, l'azienda in base all'andamento e alla grave crisi del mercato, che è sotto gli occhi di tutti, cerca di prefigurare i vari scenari, anche per non farsi trovare impreparata. Scopo fondamentale dell'azienda - si prosegue nella nota - è quello di salvaguardare al massimo i livelli occupazionali ed evitare quindi di dover ricorrere a strumenti di natura non congiunturale. Pertanto è doveroso studiare tutte le possibili misure alternative". "Per quanto riguarda il quadro globale - si conclude nel comunicato - si è ottimisti sulla ripresa degli ordini per grandi navi da crociera, mentre il mercato è totalmente piatto per tutti gli altri settori. Peraltro da anni stiamo rappresentando la necessità di interventi di tipo infrastrutturale per dotare alcuni cantieri delle necessarie strutture produttive per renderli più competitivi, soprattutto in un momento di crisi che rende la concorrenza ancora più agguerrita".
Intanto anche i lavoratori di Fincantieri di Riva Trigoso, in Liguria, dopo un'assemblea dai toni accesi, hanno deciso di fare sciopero. I lavoratori scioccati dalla notizia apparsa sabato sul quotidiano "La Repubblica" dell'intenzione dell'azienda di chiudere lo stabilimento, hanno occupato la direzione aziendale, come peraltro annunciato ieri dalla Rsu. "È pazzesco apprendere dalla stampa di una simile decisione - dice Omar Di Tullio della Fim Cisl - un'azienda sana con lavoro per otto o nove anni vara un piano industriale delirante. Questa volta l'hanno fatta davvero grossa e l'amministratore delegato così come il presidente e tutti i più alti in carica devono andarsene a casa".
Alcuni lavoratori avrebbero voluto uscire all'esterno per effettuare qualche azione clamorosa ma i rappresentanti del sindacato sono riusciti a calmare i più esagitati: "Domani saremo a Roma ed in quella sede chiederemo ragguagli sul piano - dice Sergio Ghio della Fiom-Cgil - fatto da incompetenti quali sono gli attuali dirigenti Fincantieri. Nel cantiere di Riva lavorano a pieno ritmo sia il reparto Meccanica sia quello Navale: dai rimorchiatori ai pattugliatori alle fregate, le maestranze sono specializzate e capaci di diversificare la produzione. Chiameremo a raccolta tutti i politici liguri e tutte le istituzioni. Qui non si tratta di dieci posti di lavoro ma della vita di un intero comprensorio".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]