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AIDS. Nel 2004 in Italia è aumentata la percentuale di malati nella popolazione eterosessuale

La disinformazione continua da essere il complice più temibile dell'Aids

03 marzo 2005

La scorsa settimana si è riunita presso il Ministero della Salute la Commissione nazionale per lotta contro l'Aids. Nell'ambito della Commissione sono stati presentati e discussi i dati, forniti dal Comitato operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità, relativi all'epidemiologia della malattia nel 2004.

I dati hanno evidenziato l'aumento della percentuale dei casi di Aids attribuibili a contagio sessuale (gli eterosessuali rappresentano il 40,3 per cento) e la diminuzione invece dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione (tossicodipendenza e trasfusioni).
Tutta la popolazione sessualmente attiva nel suo insieme diventa perciò fascia potenzialmente più a rischio perché poco consapevole del pericolo derivante da rapporti occasionali e non protetti.
E' emerso, infatti, che nel 2004 più della metà dei malati di Aids, prevalentemente eterosessuali e omosessuali, non era mai stata a conoscenza di essere sieropositiva. 

Nel primo semestre 2004 sono stati diagnosticati 848 nuovi casi, mentre i decessi sono stati 321. Tra le regioni più colpite Lombardia, Lazio, Liguria ed Emilia Romagna. L'età media della popolazione affetta da Aids si è innalzata passando dai 29 anni per gli uomini e 24 per le donne nel 1985 a 41 anni per gli uomini e 38 per le donne nel 2004. La percentuale di immigrati colpiti da Aids aumenta, passando da 8,6 per cento nel 2003 a 9,8 per cento nel 2004.

Infine, per quanto riguarda i dati relativi alla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, messa in atto da quattro regioni e tre province, dopo un periodo caratterizzato da una diminuzione sembra delinearsi un quadro di ripresa dell'epidemia nel nostro Paese.

Fonte: Ministero della Salute

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03 marzo 2005
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