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Aiutavano i clandestini a scappare dal Cpt, poi li sequestravano e chiedevano il riscatto alle famiglie

12 giugno 2007

''Prestavano il loro aiuto'' ai clandestini sbarcati sulle coste siciliane e trasferiti nel centro di prima accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto a fuggire, dopo di che li sequestravano chiedendo un riscatto ai loro familiari che già vivono in Italia.
Era questa, secondo le accuse, una delle attività svolte dai tredici cittadini stranieri che ieri mattina sono stati fermati  in varie città con le accuse di associazione a delinquere, sequestro di persona e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, nell'ambito dell'operazione denominata ''Kafila 2'' compiuta dallo Sco e dagli agenti della squadra mobile di Milano e coordinata dalla Procura di Catanzaro.

L'organizzazione criminale, secondo quanto emerso dalle indagini, chiedeva mediamente dai 300 ai 500 euro per la liberazione degli ostaggi (un ''prezzo'' volutamente accessibile per evitare resistenze e tale da permettere pagamenti veloci ai familiari già in Italia).
Le indagini hanno avuto inizio nel settembre scorso, dopo la denuncia alla squadra mobile di Milano fatta da un cittadino egiziano relativa al sequestro di un congiunto. Secondo quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, alcuni componenti dell'organizzazione, fermati nel dicembre scorso nell'ambito di una operazione della polizia di Stato (''Kafila 1''), avevano il compito di ''prendere in carico'' i migranti, dopo averli aiutati a fuggire dal centro, e provvedere al loro instradamento verso il nord Italia (Roma e Milano, ma anche fuori dall'Italia), previa estorsione di somme di denaro ai loro parenti.
Pur avendo diramazioni transnazionali, la banda criminale manteneva un forte radicamento nella città di Crotone, dove avvenivano i sequestri di connazionali clandestini che erano ospitati nel Cpt e poi tenuti segregati in locali fatiscenti, e a Milano, dove, oltre ad avere il controllo economico delle attività criminose, aveva costituito una vera e propria stamperia per la fabbricazione di certificati e documenti di identificazione falsi.

Tra i fermati, secondo le prime informazioni, un marocchino, due eritrei e un gruppo di sudanesi. L'operazione si è articolata fra Milano, Roma, Palermo, Catanzaro e Crotone.

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12 giugno 2007
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