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Al ''Brunetta di Sicilia'' questa non si perdona

L'assessore Giovanni Ilarda: ''Mia figlia rinuncia al posto alla Regione''

23 settembre 2008

"Andate a caccia dei fannulloni, e quando li avrete scovati portatemeli davanti. Voglio guardarli negli occhi e vedere le loro faccie quando gli darò il benservito!"
Beh sì, abbiamo esagerato. Non è così che l'assessore regionale alla Presidenza siciliana, Giovanni Ilarda (ex magistrato), si è espresso nei mesi scorsi quando ha chiaramente richiesto di "acquisire i dati relativi al personale sottoposto a procedimenti disciplinari finalizzati alla destituzione", affinché questo potesse essere - qualora il suo comportamento è stato causa di gravi ritardi e inadempienze nella erogazione dei servizi ai cittadini - licenziato. La sua richiesta, però, gli ha subito fatto guadagnare l'appellativo di "Brunetta di Sicilia", e ha ricevuto il plauso di tutti quei dipendenti regionali corretti ai quali così si sarebbe reso giustizia.

Insomma, è finita la bella vita! Con Ilarda non si scherza!
Ma vi immaginate cosa accadrebbe se si scoprisse che la figlia di quel "cacciatore" di fannulloni ed assenteisti è stata assunta per chiamata diretta come dirigente alla Regione, con contratto quinquiennale, presso un assessorato dove già prestano servizio quasi 400 dirigenti?
Ma chi, la figlia del "grande moralizzatore", uomo di giustizia, intento a smantellare il pachidermico ente regionale (che conta ben 21 mila dipendenti) e che si picca di aver ridotto in cinque mesi l'assenteismo del 57 per cento? Impossibile! E se invece fosse proprio così? Beh, a quel punto, difficilmente chi può gli perdonerebbe.

Ebbene, Giuliana Ilarda, 27 anni, figlia dell'assessore Giovanni, è fra "gli assunti per chiamata diretta come dirigente, con contratto quinquiennale presso l'ufficio di gabinetto dell'assessorato regionale ai Beni culturali, dove già prestano servizio 379 dirigenti": un incarico da 75 mila euro lordi annui.
A farlo sapere a tutti sono stati i sindacati di Cobas/CodirSiad e Ugl - sigle che rappresentano il 65 per cento dei dipendenti - con centinaia di volantini consegnati a tutti dentro e fuori le dorate stanze della Regione.
"Nell'ambito dell'azione di contenimento dei costi, abbiamo chiesto al presidente Lombardo - si legge in una nota redatta ieri dai sindacati - di porre fine a queste contraddizioni tra la politica del rigore vantata da questo governo e la triste realtà che passa anche da questi scandalosi privilegi della politica. Inoltre auspichiamo che il dottor Ilarda, dopo quattro mesi, inizi a fare l'assessore avviando il confronto con i sindacati per rilanciare l'azione amministrativa nell'interesse dei cittadini".

La risposta di Ilarda non si è fatta attendere: l'assessore ha fatto presente in una nota che la figlia si è dimessa in giornata dall'incarico quinquennale.
"Ritengo di dovere precisare che mia figlia - si è però giustificato Ilarda -, che si è laureata in discipline artistiche con 110 e lode, parla correntemente due lingue straniere ed è un'esperta d'informatica, ha messo a disposizione le sue professionalità per un periodo di tempo limitato proprio nel settore di diretto riferimento, quello dei beni culturali e non in un altro assessorato. Il tutto come accade anche nelle altre regioni e nello Stato, soltanto e sempre nel più rigoroso rispetto delle norme di legge". "In ogni caso - ha aggiunto -, per evitare ogni ulteriori facili strumentalizzazioni mia figlia stessa ha manifestato la sua volontà di dimettersi oggi stesso (ieri per chi legge, ndr) e io non posso che condividere tale decisione".
L'assessore Ilarda ha infine aggiunto: "Devo constatare che, evidentemente, la mia azione di rigore ha toccato un nervo scoperto, quello di chi vuole continuare a massacrare la nostra terra con sperperi e clientele, che si alimentano nell'illegalità' e nel sottosviluppo economico, che ho cercato e cercherò , in ogni modo, di contrastare".
Il gesto di Giuliana Ilarda è stato "apprezzato" anche dal governatore Raffaele Lombardo. "Risposta chiara. Il governo non offre il fianco alle pressioni di chi sta provando a rallentare l'opera di risanamento avviata", ha detto Lombardo.

Il "caso Ilarda", comunque, sembra squarciare il velo di una nuova "parentopoli" siciliana. I sindacati hanno infatti segnalato un'altra assunzione "eccellente", fatta senza concorso: quella del figlio del sindaco di Palermo Diego Cammarata, entrato in una società partecipata dalla Regione. Ma l'elenco è lungo e riguarda soprattutto le nomine negli staff dei neo assessori: lo stesso Ilarda ha aperto le porte del proprio ufficio di gabinetto ad Antonella Scoma, sorella di Francesco (altro assessore di Lombardo). Il quale, a sua volta, ha fatto firmare un contratto da dirigente "esterna" a Danila Misuraca, sorella del deputato forzista Dore Misuraca. Mentre Ernesto Davola, già autista del sottosegretario Gianfranco Micciché, ha avuto un posto nel gabinetto dell'assessore al Bilancio Michele Cimino. E negli uffici della Regione hanno trovato sistemazione anche ex consiglieri regionali "trombati" alle elezioni di aprile: gli Udc Decio Terrana (anche lui prescelto da Ilarda) e Francesco Regina, assoldato dall'assessore all'Industria Pippo Gianni. Un rapporto di mutuo soccorso, attendendo il prossimo appuntamento con le urne.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing e da un articolo di Emanuele Lauria per Repubblica.it]

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23 settembre 2008
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