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Al Comune di Palermo fa ''chiù scuru di mezzanotte''

Mentre i pm chiedono il fallimento dell'Amia e i rifiuti continuano a sommerggere la città, al Comune si scopre un buco milionarioche non si sa come tappare

10 ottobre 2009

Travolta dalle inchieste giudiziarie, subissata dalle lamentele dei cittadini che ne denunciano l'inefficienza, l'Amia, ex municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo, si trova ora a fare i conti anche con un'istanza di fallimento presentata nei giorni scorsi dalla procura della Repubblica. Questo mentre a Palermo, sommersa dall'immondizia, ogni notte vengono dati alle fiamme decine di cassonetti stracolmi.

La richiesta di fallimento, in cui in alternativa alla procedura concorsuale il pm Carlo Marzella propone la sottoposizione all'amministrazione straordinaria dell'azienda (prevista da una legge del 1999 per le aziende in crisi che abbiano più di 200 dipendenti, ndr), è stata depositata nella cancelleria del tribunale che, nelle prossime settimane, fisserà l'udienza di trattazione del fascicolo. Nell'istanza sono stati allegati gli esiti degli accertamenti svolti sui conti dell'Amia dalla Fiamme Gialle che, per conto della Procura, hanno indagato su due episodi di falso in bilancio commessi dagli ex vertici della società.
La documentazione prodotta dai finanzieri parla di 180 milioni di euro di debiti al 31 dicembre del 2008. Oltre, i militari non sono potuti andare visto che la società non ha mai presentato il bilancio dello scorso anno, nonostante siano trascorsi 10 mesi dal termine imposto dalla legge. L'esposizione debitoria dell'Amia potrebbe essere dunque ancora più grave di quanto risulta ai pm.
Lungo l'elenco dei creditori: dalle banche - tre almeno - al Fisco, dall'Inps a decine di fornitori.
Una scure, quella della richiesta dei magistrati, che si abbatte su una azienda già in ginocchio: nelle ultime settimane agli ex vertici - tra i quali l'ex presidente, il senatore del Pdl Enzo Galioto - è stata notificata la richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio. Mentre 13, tra dirigenti e dipendenti, hanno recentemente ricevuto l'avviso di conclusione d'inchiesta per omissione di atti d'ufficio e truffa. Senza parlare dell'ultimo filone investigativo, aperto in procura, su appalti irregolari e trasferte d'oro negli Emirati Arabi della ex amministrazione della società.

Mentre i giudici fallimentari decidono il futuro dell'Amia, società per azioni di proprietà del Comune, e la procura va avanti nelle indagini, la politica insorge contro il sindaco di Palermo, Diego Cammarata.
"Più volte abbiamo denunciato gli abusi nella gestione dell'azienda - ha detto Davide Faraone, capogruppo del Pd al Consiglio comunale - la cui responsabilità è del clan guidato dal sindaco Diego Cammarata e dall'allora presidente dell'azienda, nonché coordinatore cittadino di Forza Italia, il senatore Enzo Galioto. Questa amministrazione ha trascinato la città nel baratro, non so come Cammarata riesca ancora a guardare in faccia i palermitani senza provare vergogna e imbarazzo". E di "fallimento del sindaco" ha parlato anche il portavoce di Idv Leoluca Orlando.
Ma a bocciare Cammarata non è solo l'opposizione. Il Tar, la scorsa settimana, ha annullato l'ordinanza della giunta che, nel 2006, ha aumentato del 75% la Tarsu, la tassa sui rifiuti, che face schizzare Palermo al terzo posto nella classifica delle città italiane in cui la spazzatura costa più cara (LEGGI).

Eppure, nonostante tutto, il sindaco Cammarata continua a "difendere" l'Amia. "Stiamo, ormai da tempo, lavorando per assicurare ad Amia il risanamento e il riequilibrio dei conti attraverso la sua ripatrimonializzazione e assicurando un nuovo contratto di servizio adeguato ai costi che l'Azienda ormai da anni affronta. Un percorso difficile ma virtuoso sul quale c'è il massimo impegno dell'amministrazione comunale". "Siamo convinti - ha detto Cammarata - che non esistano i presupposti per arrivare al fallimento dell'azienda, per la quale l'amministrazione comunale ha assunto nel tempo provvedimenti finalizzati tutti a garantire il servizio e il mantenimento dei livelli occupazionali". "E' stata questa la preoccupazione che ci ha mosso in questi mesi - prosegue Cammarata - che ci ha spinto a chiedere ad Amia un nuovo piano industriale che riducesse al minimo l'adeguamento del corrispettivo dovuto e che ci ha indotto ad adottare i provvedimenti necessari per la ripatrimonializzazione e i successivi investimenti. Ho già dato mandato, come è ovvio, ai legali dell'amministrazione di difendere presso il Tribunale fallimentare le nostre e ragioni e i nostri convincimenti".

Amia: un'azienda che perde 2 milioni di euro al mese - L'Amia, azienda municipalizzata igiene ambientale, è la società per azioni al 100% del Comune che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Palermo nella bufera da un anno per i suoi deficit di gestione e con un buco di oltre 180 milioni di euro alla fine del 2008. La municipalizzata perde, secondo gli ultimi dati, oltre due milioni di euro al mese.
Alcuni giorni fa una sentenza del Tar ha bocciato l'aumento del 75% della Tarsu, la tassa sui rifiuti, varato dalla giunta guidata da Diego Cammarata nel 2006. Un nuovo tentativo di aumento è stato bloccato dal consiglio comunale pochi mesi fa. Sui dirigenti dell'azienda sono state aperte due inchieste una per truffa, l'altra per due ipotesi di falso in bilancio per quasi 61 milioni di euro. Per quest'ultima i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio dell'ex presidente e senatore del Pdl, Enzo Galioto, dell'ex direttore generale Orazio Colimberti e di altri undici amministratori. Avrebbero attestato plusvalenze inesistenti per gonfiare il bilancio e avere diritto a compensi più alti. Indagini sono in corso anche su un terzo filone di indagine: quello sugli appalti irregolari.
Scalpore hanno fatto le denunce del Pd sul fatto che l'Amia, nel 2006 già in dissesto, avrebbe sponsorizzato gare di motoscafi off-shore a Dubai e i suoi ex amministratori avrebbero speso centinaia di migliaia di euro in alcuni paesi arabi del Golfo per partecipare a gare di appalto pur senza averne i requisiti. A dare il via all'inchiesta per truffa sono stati alcuni cittadini che protestavano per l'immondizia davanti alle case. I carabinieri del Noe hanno accertato che dietro la mancata raccolta c'era semplicemente l'assenza dal lavoro degli spazzini, che attestavano di avere svolto un servizio, in realtà mai effettuato. Un accumulo di rifiuti che, anche ieri notte, provoca incendi di cassonetti e blocchi stradali da parte di cittadini esasperati.

E Palermo rischia il tracollo completo  - Il comune di Palermo è sull'orlo del dissesto. L'allarme è stato lanciato dal ragionere generale Paolo Bohuslav Basile. Il "buco" è di quaranta milioni per il solo 2009. Che va ad aggiungersi alle altre passività portando la voragine del Comune a 150 milioni di euro. Entro una trentina di giorni palazzo delle Aquile dovrà varare una manovra correttiva di "lacrime e sangue" per i 40 milioni di euro del bilancio corrente. Si annunciano, dunque, ulteriori tagli in tutti i settori e il blocco della spesa.
Basile ha annunciato che saranno autorizzate solo "le iniziative di spesa strettamente necessarie a evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all'ente". In poche parole il Comune non potrà più spendere un euro.
A bloccare tutto, in questo momento, è la pronuncia del Tar Sicilia che ha bocciato l'aumento della Tarsu varato dalla giunta Cammarata nel 2006 (ad effetto dal secondo semestre del 2007). Il comune non potrà contare nemmeno sui 23 milioni di euro proveniente dal raddoppio dell’Irpef per foraggiare le casse della ex municipalizzata.
Lo spettro che mette ulteriore paura agli amministratori di sala delle Lapidi è rappresentato dai possibili rimborsi ai cittadini per quanto ingiustamente versato in questi anni con la tassa sui rifiuti (Tarsu). L’associazione "Fare città" ha già aperto uno sportello (in via Catania, 42) per raccogliere le richieste di rimborso. Tra le ipotesi formulate per far fronte ai pagamenti c’è anche quella di utilizzare i fondi dei mutui in devoluzione.

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it]

 

 

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10 ottobre 2009
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