Al di la delle sbarre
Le celle delle carceri di tutto il Paese si sono aperte per quasi tredicimila detenuti
Sabato 29 settembre il Parlamento ha approvato la legge sull'indulto. Lunedì il Presidente della Repubblica l'ha promulgata. Ieri mattina, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la legge è entrata in vigore. Per quasi 13mila detenuti si sono aperte le celle delle carceri di tutto il Paese.
Il primo detenuto a beneficiare dell'applicazione dell'indulto, è stato Anselmo Novello, un agricoltore calabrese di 60 anni, arrestato nel 1987 per omicidio: nel corso di una lite per ''motivi di pascolo'', aveva ucciso una donna e ferito suo marito e suo figlio sparando loro con un fucile calibro 12. L'uomo era agli arresti domiciliari.
A Rebibbia il primo ad uscire è stato un detenuto condannato per furto, a Torino due colpevoli di omicidio.
A guardarli da lontano gli ex detenuti usciti ieri dai penitenziari si somigliano un po' tutti. Indossano abiti semplici e sulle spalle portano un sacco nero che racchiude quello che negli anni di reclusione hanno raccolto o conservato. Insomma, sulle loro spalle portano quello che rimane della loro vita dietro le sbarre.
Si somigliano un po' tutti, anche quelle persone che ieri aspettavano fuori l'apertura dei cancelli, le mogli, i figli, le madri, i padri i fratelli. Gli stessi abbracci, la stessa commozione, la stessa esitazione.
''Mai più dentro'', ha detto Carlo Sorrentino, il primo ad essere rilasciato dal carcere dell'Ucciardone di Palermo. Ha trent'anni, indossa abiti semplici e sulle spalle porta un sacco. Fuori non c'è nessuno ad aspettarlo. Lui pensa subito alla moglie e alla sua bambina di tre anni: ''E' una grande gioia, non vedo l'ora di riabbracciarle, ancora non sanno che sono uscito da questo inferno''. Neanche lui ne era certo, almeno fino a ieri mattina, quando lo hanno chiamato per dargli la notizia. ''Quando hanno pronunciato il mio nome il cuore mi stava per scoppiare''. Adesso Carlo, arrestato nel 1996 per aver svaligiato un appartamento, vuole solo lavorare e dimenticarsi di quell'anno e due mesi trascorsi in una stanza con altre nove persone. ''Si vive in condizioni terribili - ha raccontato Carlo -. Potevamo fare la doccia solo due volte a settimana, eravamo ammassati dentro le celle, senza neppure spazio per camminare un po' ''.
Mai più ha detto Carlo, e dietro di se lascia i suoi sbagli.
Mai più dice Luigi Piromalli, arrestato per non aver rispettato l'affidamento ad una comunità a cui era stato assegnato per detenzione di stupefacenti. In mano lui ha un carrettino siciliano costruito con gli stuzzicadenti: ''Questo me l'ha regalato un altro detenuto, di Trapani. Lì dentro era uno dei pochi amici, ma non mi mancherà. Non mi mancherà nessuno: è stata un'esperienza disumana''.
Fuori dall'Ucciardone c'erano pure Antonio e Gioacchino, due ragazzi che aspettavano l'uscita di loro fratello Rosario, in cella per spaccio di stupefacenti. La loro è una storia di continui arresti: ''In tre abbiamo scontato in carcere 21 anni - raccontano - e tra un periodo di detenzione e l'altro ci siamo visti pochissimo''.
''A Palermo e Provincia saranno 1100 i detenuti che torneranno in libertà grazie all'indulto'', ha informato il sottosegretario alla giustizia Alberto Maritati che ieri ha partecipato ad un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica nella prefettura di Palermo ''una delle città italiane più interessate dal provvedimento legislativo''. Il sottosegretario ha anche lanciato un appello affinché ''associazioni di volontariato, imprenditori privati, industriali'' aiutino gli ex detenuti a trovare un lavoro e una ricollocazione nella società. ''Beneficeranno del provvedimento d'indulto - ha detto - soprattutto emarginati e tossicodipendenti. Imprenditori e associazioni di volontariato sono chiamati a collaborare con lo Stato per aiutare queste persone''.
Il governo, attraverso progetti mirati, ha stanziato 30 milioni di euro per il recupero degli ex detenuti tossicodipendenti, per gli stranieri e per quelle persone con problemi psichici. Sì, perché è anche vero che la libertà è tale solo se si hanno i mezzi per usufruirne.
Già, si somigliano un po' tutti, gli ex detenuti, i parenti fuori ad aspettare, si somigliamo anche i comuni interessati: da Sud a Nord i problemi sono gli stessi per tutti.
Di questi problemi ne hanno parlato il ministro della giustizia Clemente Mastella ed il presidente dell'Anci (Associazione dei comuni italiani) e sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Famiglia, casa e lavoro sono i problemi più ricorrenti e che devono essere affrontati. Il presidente dell'Anci ha ha sottolineato al ministro ''le difficoltà finanziarie in cui versano i servizi sociali comunali che nello scorso anno subirono un taglio di 500 milioni di euro e che il decreto Bersani ha parzialmente rifinanziato con una somma di 300 milioni di euro''. ''La nostra necessità - ha detto Domenici - è che questi compiti ulteriori che cadranno sui Comuni siano accompagnati da adeguati strumenti e risorse finanziarie''.
Secondo il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che, in missione a Roma, intende affrontare la questione con il ministero dell'Interno e con il ministero del lavoro e delle attività produttive per ottenere il ripristino del reddito minimo di inserimento: ''L'indulto, proposto dal governo e approvato dal parlamento, proporrà nuovi problemi sociali ai comuni, tra cui il sostegno ai detenuti che torneranno in libertà e alle loro famiglie''. Crocetta ritiene che solo a Gela saranno oltre 100 gli ex carcerati che torneranno a casa. ''Alcuni, i più incalliti - dice - riprenderanno l'attività criminosa, altri cercheranno di cambiare vita. A questi, come alle ragazze madri, alle vedove con prole a carico, alle mogli di detenuti o ai disoccupati con famiglie numerose - ha aggiunge il sindaco - il Comune deve rivolgere la propria attenzione, tramite i servizi sociali, ma non ha fondi sufficienti per tutti. Ecco perché intendo chiedere al governo il ripristino per i comuni del Sud del reddito minimo di inserimento uno strumento di aiuto finanziario tramite i lavori socialmente utili che diventano formazione professionale e recupero sociale di cellule della comunità altrimenti emarginate''.