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Al petrolchimico di Gela...

Per l'Eni il 30% del personale della raffineria di gela è in esubero: "Bisogna tagliare 400 posti di lavoro"

13 settembre 2010

La scorsa settimana si è appresa la notizia che l’Eni ha annunciato il taglio di 400 lavoratori dei 1.350 in organico nella raffineria di Gela (CL). Per l’azienda il 30 % del personale dipendente è in esubero: "Per rafforzare la propria competitività, e realizzare l’efficienza della struttura organizzativa, l’azienda procederà all’espulsione graduale del personale eccedente entro il 30 dicembre del prossimo anno".

Questi appena descritti sono alcuni dei provvedimenti comunicati dalla direzione al sindacato nel confronto a porte chiuse con le organizzazioni di categoria, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil, ai delegati del consiglio di fabbrica.
L’amministratore delegato della Raffineria di Gela, Bernardo Casa, e il direttore dello stabilimento, Alfredo Barbaro, hanno illustrato i contenuti dell’atteso piano industriale dello stabilimento di Gela per i prossimi 4 anni. Al fine di ridurre al minimo gli effetti sociali di questo esodo, si ricorrerà alla mobilità volontaria lunga (sette anni più uno) per quei dipendenti che, in questo lasso di tempo, attendono di essere collocati in pensione. Per loro è previsto anche un incentivo di 30 mila euro.
Brutte notizie anche per quanto riguarda gli investimenti. Tagli per 330 milioni (pari al 34 per cento dei 980 milioni concordati nel 2008 con il sindacato e già programmati per Gela) saranno operati sugli investimenti che prevedevano interventi sul fronte del risanamento ambientale e delle migliorie produttive per il consolidamento ed il rilancio della fabbrica. Alcuni di questi progetti, però, sarebbero stati superati dalle mutate richieste di mercato e gli investimenti sono scesi a 650 milioni.

Filctem, Femca e Uilcem si sono dichiarate estremamente deluse. "Questo non è un piano industriale - hanno detto - qui non c’è alcun rilancio né sviluppo della raffineria gelese, ma solo una politica di mantenimento dell’esistente". Ma le trattative non sono state interrotte. Il confronto riprenderà nei prossimi giorni, anche con le altre categorie produttive, sulla spinosa vicenda dell’indotto. Qui si parla di 600 esuberi su un migliaio di occupati.

All'indomani del confronto a porte chiuse, la Cisl, che ha riunito a Caltanissetta il proprio stato maggiore (Maurizio Bernava, segretario regionale; Carlo Argento, segretario provinciale; Franco Parisi, numero uno della Femca Sicilia) insieme ai vertici provinciali dei lavoratori della chimica (Femca), edili (Filca) e metalmeccanici (Fim), ha chiaramente detto che "sul petrolchimico di Gela, non può aleggiare il fantasma di una seconda Fiat di Termini Imerese".
Secondo Bernava, serve un tavolo istituzionale presso la prefettura nissena, a cui dovranno prender parte i governi nazionale e regionale, le forze sociali, gli enti locali. La Cisl, informa una nota, chiederà a Cgil e Uil di rivendicare assieme "politiche di sviluppo del contesto": perché "solo la competitività del territorio, la sua capacità d’attrarre investimenti, può garantire reddito e lavoro". In particolare, per il sindacato, le istituzioni dovranno "affiancare Eni con un pacchetto di investimenti che valorizzi il polo gelese". Per cominciare, servono il completamento della diga foranea per l’attracco delle navi; la riqualificazione dell’ambiente: la realizzazione del dissalatore. Così, scrive la Cisl, si potrà far fronte al rischio di desertificazione produttiva del territorio, che preoccupa, in primo luogo i 400 esuberi già annunciati da Eni e i 500 lavoratori dell’indotto che dovranno fare i conti, tra due anni, con l’esaurimento del ciclo degli investimenti programmati. Anche per questo "invitiamo tutti – ha insistito la Cisl – a una seria assunzione di responsabilità". E quanto all’azienda, dovrà mettere in cantiere pure l’investimento, previsto dal 2008, per un impianto che ricavi energia dall’idrogeno. Anche così potrà dare prova di aver archiviato ogni strategia di delocalizzazione. "Fiat docet", chiosa la Cisl.

[Informazioni tratte da Ansa, €conomiasicilia.com]

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13 settembre 2010
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