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Alcuni appalti per l'università e per l'ospedale Garibaldi di Catania furono gestiti dalla mafia

09 marzo 2007

''Per gli appalti dell'università e dell'ospedale Garibaldi di Catania c'erano contrasti tra esponenti etnei e di Agrigento, ma alla fine si trovò un accordo: l'appalto per il nosocomio andò a Romagnoli, l'altro a Randazzo''.
Queste rivelazioni inquietanti sull'interessamento di Cosa nostra negli appalti arrivano dal pentito agrigentino Maurizio Di Gati. Il pentito ha deposto come teste al processo per presunte tangenti. Gli imputati sono 20, tra politici, imprenditori e componenti delle commissioni giudicatrici.
Nel processo sono imputati anche il senatore di Forza Italia Pino Firrarello per corruzione e turbativa d'asta, e Nuccio Cusumano (Udeur), presidente della Commissione agricoltura del Senato, sempre per turbativa d'asta. I fatti si riferiscono al 1998, quando Cusumano era sottosegretario al Tesoro, ma non era parlamentare, e fu per questo arrestato dai carabinieri.

Maurizio Di Gati ha ricostruito ''diversi incontri avvenuti a Catania perché - ha sostenuto - l'imprenditore Vincenzo Randazzo si rivolse a me e a Vincenzo Licata, uomo d'onore di Palermo, per sbloccare la situazione di Catania''. In quelle occasioni, ha detto Di Gati, Randazzo gli avrebbe riferito che ''tramite l'onorevole Nuccio Cusumano poteva contare su Valerio Infantino inserito nella commissione per l'aggiudicazione della gara dell'appalto per la costruzione della casa dello studente''.
Di Gati ha anche detto di avere appreso che ''il senatore Pino Firrarello e suo genero Giuseppe Castiglione avrebbero potuto far confluire in Sicilia grosse somme di denaro per appalti pubblici e tra questi anche quelli per la costruzione del nuovo aeroporto di Catania''. Secondo il pentito le tangenti previste erano del ''2% al presidente della gara, il 3% a Cosa nostra, il 3 % ai politici e una cifra tra i 500 e i 600 milioni di lire alla famiglia di Agrigento''.

Il presidente della corte, Roberto Camilleri, ha respinto la richiesta avanzata dal difensore della società Romagnoli, l'avvocato Ludovico Magiarotti, di sentire nell'ambito del dibattimento i giudici del Tar di Catania, ma sono stati acquisti nel fascicolo del dibattimento le sentenze dei giudici amministrativi sull'aggiudicazione dei due appalti.

Fonte: La Sicilia, 08 Marzo 2007

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09 marzo 2007
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