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Alitalia voleva il fallimento di Wind Jet

La low cost catanese chiede 162 mln di euro ad Alitalia come risarcimento danni

18 novembre 2012

Alitalia trattò con Wind Jet non per acquisirla ma per farla fallire. E' pesante l'accusa che la low cost catanese muove nei confronti dell'ex compagnia di bandiera e su cui la Procura di Catania ha già avviato un'inchiesta con conseguente perquisizione degli uffici romani di Alitalia. L'atto di citazione è stato depositato una decina di giorni fa al Tribunale di Catania.
Wind Jet ha presentato una richiesta di risarcimento danni per 162,5 milioni di euro ad Alitalia-Cai sostenendo di aver prolungato per sette mesi le trattative finalizzate a un acquisto, poi non concretizzatosi, traendone vantaggi grazie ai cambiamenti nelle tratte e nelle tariffe apportati da Wind Jet ai suoi voli in quel periodo.
La notizia, anticipata dal quotidiano La Sicilia, è stata confermata dalla compagnia siciliana: "Abbiamo avviato, nelle sedi giudiziarie competenti, parte delle azioni volte ad accertare i profili di responsabilità civile di Alitalia-Cai".

"Il complesso degli atti e dei comportamenti apparirebbe finanche integrare", in via di ipotesi, una "concorrenza sleale per annientamento", scrive Wind Jet nell'atto di citazione con cui chiede il risarcimento danni multimilionario ad Alitalia-Cai. "Nell'ambito delle discussioni e negoziazioni avviate a novembre 2011 - si legge nell'atto di citazione - Alitalia ha richiesto a Wind Jet la consegna dei principali dati economico-patrimoniali, nonché delle informazioni industriali, legali, contrattuali, di business, di network e di politiche tariffarie al fine di valutare la fattibilità dell'operazione e l'entità dell'investimento da sostenere. Wind Jet ha ottemperato diligentemente a tutte le richieste formulate, collaborando in buona fede e fornendo ogni tipo di chiarimento o specificazione che venisse domandata".

Poi, scrivono i legali della compagnia low cost, Alitalia "ha preteso, sin dai primi giorni di gennaio 2012, che Wind Jet, dietro la rassicurazione della imminente sottoscrizione di un memorandum of understanding uniformasse da subito alle proprie richieste capacità e prezzi offerti all'utenza, sì da trarne immediato beneficio, senza riguardo per qualsivoglia potenziale riverbero negativo nell'andamento delle vendite per l'attrice". "In ragione delle incisive pressioni ricevute, sostanziatesi nella paventata interruzione immediata della negoziazione - si legge nell'atto di citazione - Wind Jet, al solo fine di procedere nell'operazione, non ha potuto che uniformarsi alle disposizioni di Alitalia".
Così il primo febbraio 2012, "Wind Jet ha rimodellato il proprio programma di voli e le griglie tariffarie". "Nella consapevolezza dell'illiceità del proprio comportamento - sostengono i legali - Alitalia ha inteso mantenere l'assoluta riservatezza sulle forme di ingerenza che, prima della conclusione di qualsiasi accordo vincolante, stava operando sulle politiche commerciali e tariffarie di Wind Jet". Questi contatti, secondo richieste di Alitalia, sostiene Wind Jet sarebbero avvenuti "mediante indirizzi email privati che avrebbero dovuto essere appositamente aperti con account non riportanti i nomi degli interlocutori e non essere immediatamente riferibili all'azienda". Email che dovevano "essere cancellate subito dopo la ricezione e lettura".

Ma l'atto d'accusa racconta anche "le modifiche imposte all'assetto tecnico, commerciale e contrattuale di Wind Jet, la soppressione dei rapporti commerciali con i general sales agent, la risoluzione con il broker assicurativo, la chiusura della base a Palermo, la rottura del rapporto con Lufthansa Technik, l'imposizione di assumere 6 piloti Alitalia invece di rinnovare il contratto ad altrettanti comandanti della low cost". E a ulteriore dimostrazione che Alitalia puntava ad annientare Wind Jet senza spendere un euro, la low cost ricorda come dal 1 ottobre Alitalia, tramite la controllata Air One, abbia aperto una base a Catania con voli sulle tratte che furono di Wind Jet.

"Ad Alitalia non è stato notificato, al momento, alcun ricorso da parte di Windjet". E' quanto fa sapere la stessa compagnia in una nota. "La società ritiene completamente prive di fondamento le tesi di WindJet e comunque confida nella Magistratura per un accertamento della correttezza del suo operato".

Il presidente Codacons, Carlo Rienzi, mentre questa sorta di "spy story industriale" prende sempre più corpo, dice: "Prima di intentare cause milionarie contro Alitalia, Wind Jet avrebbe dovuto pensare a risarcire migliaia di utenti lasciati a terra la scorsa estate". "Senza entrare nel merito della vicenda relativa alla trattativa fallita tra le due società - spiega Rienzi - riteniamo direttamente responsabile Wind Jet dei disagi procurati ad agosto a migliaia di passeggeri, lasciati a terra e costretti ad una costosa riprotezione su altri voli. Per tale motivo, la compagnia aerea avrebbe dovuto prima indennizzare i viaggiatori dei danni arrecati, e poi avanzare pretese risarcitorie nei confronti dei soggetti che Wind Jet ritiene responsabili dello scandalo avvenuto la scorsa estate".
Secondo l'associazione dei consumatori "una buona notizia però arriva dalle banche: in questi giorni molti utenti che, assistiti dal Codacons, avevano chiesto agli istituti di credito la restituzione delle somme (pagate tramite carta di credito) per voli Wind Jet mai partiti, stanno ottenendo il riaccredito dei propri soldi".

[Informazioni tratte da ANSA, Sicilia Travelnostop, Corriere del Mezzogiorno, Rainews24, Lasiciliaweb.it]

- Quando Alitalia voleva rilevare Windjet (Guidasicilia.it, 08/11/12)

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18 novembre 2012
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