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All'Ars lavori di fine anno ...

Giù le mani dall'indennità degli assessori; proroga ai contratti dei precari regionali; bocciata la norma salva-parenti; addio alle baby-pensioni

29 dicembre 2011

"Il voto con cui l'Assemblea regionale ha votato l'esercizio provvisorio per tre mesi si è reso necessario perché abbiamo dovuto prendere atto delle pesanti novità introdotte dalla manovra del governo Monti e rimodulare lo schema che avevamo già predisposto. Per questo motivo abbiamo chiesto al Governo nazionale di avviare con urgenza il confronto sulle accise, prima condizione per poter celermente riportare la discussione sul bilancio in assemblea regionale. Abbiamo anche riproposto in questa legge una nuova formulazione della norma sui precari impugnata dal Commissario dello Stato che ci consente di dare una risposta immediata a tanti lavoratori che altrimenti avrebbero subito pesanti conseguenze".
Così il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha commentato l'approvazione dell'esercizio provvisorio votato ieri sera dall'Aula.

"Abbiamo anche approvato - ha spiegato poi l'assessore regionale per l'Economia Gaetano Armao - norme fortemente innovative sulla sperimentazione della armonizzazione dei bilanci e la spending review, che vede la Sicilia quale regione pilota a livello nazionale, quelle sul patto di stabilità regionale, che è stata frutto di un confronto con Anci sicilia, Urps e Ance Sicilia, quello sulla certificazione dei crediti vantati nei confronti della Regione e degli enti locali, attesa dalle imprese così come quella sul credito d'imposta". "Adesso abbiamo tre mesi di tempo - ha aggiunto l'assessore Armao - per definire la negoziazione con lo Stato su quello che è dovuto ai siciliani sul piano finanziario. In questi mesi abbiamo svolto un proficuo confronto con tutte le categorie sociali e produttive, che riprenderemo già a gennaio per far sì che giunga in aula un testo che contenga tanto rigore e quante opportunita' di sviluppo per le aziende e la Sicilia". "E' indilazionabile ora l'avvio di un confronto ampio e approfondito con lo Stato - ha concluso Armao - nel quale chiarire i nuovi termini dell'applicazione delle norme finanziarie dello Statuto del federalismo fiscale in Sicilia. Solo da questo rinnovato accordo potrà nascere una prospettiva di sviluppo per la Sicilia. A questo impegno affiancheremo la linea del rigore e della trasparenza che finora ha contraddistinto l'azione del Governo Lombardo".

Giù le mani dall'indennità e proroga ai contratti dei precari - Giù le mani sulle indennità degli assessori regionali in Sicilia. La Presidenza dell'Ars ha dichiarato inammissibile un emendamento all'esercizio provvisorio (perché non compatibile alla materia trattata) che aboliva una delle due indennità percepite dagli assessori non eletti, i cosiddetti tecnici. Se l'emendamento fosse stato votato in aula, il compenso degli assessori sarebbe stato ridotto notevolmente, passando dagli attuali 14.200 euro circa a 4mila euro. L'emendamento infatti prevedeva l'erogazione della sola indennità di funzione equiparata a quella del vice presidente dell'Ars, sopprimendo quella aggiuntiva equiparata al parlamentare regionale.
La norma era stata presentata dai capogruppo del Pid Rudy Maira, dal capogruppo Udc Giulia Adamo, dal capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini e dal deputato Paolo Ruggirello che proprio ieri ha lasciato il Mpa per transitare al gruppo Misto. "Ripresentermo la norma - ha detto Maira - magari all'interno di un disegno di legge organico sui costi della politica. Abbiamo tagliato i costi dei deputati non capisco perchè non possiamo intervenire anche sugli assessori".

L'Assemblea regionale siciliana ha approvato anche l'emendamento che proroga di tre mesi i contratti di quasi mille precari della Regione siciliana. La norma stanzia 7,8 milioni di euro a copertura della spesa. L'emendamento del governo discusso in commissione Bilancio, è stato presentato al disegno di legge per l'esercizio provvisorio. L'emendamento si è reso necessario dopo l'impugnativa del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, che ha cassato buona parte della legge sulla stabilizzazione che conteneva anche una norma per la proroga dei contratti di quasi mille precari.
Come spiegato dal governatore Lombardo e dall'assessore Armao, è stato approvato un emendamento che aumenta da due a tre mesi il ricorso all'esercizio provvisorio. Contro il disegno di legge si è espresso il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, intervenuto in aula. Il capogruppo dell'Udc, Giulia Adamo, ha criticato l'emendamento, dicendosi disposta a votare solo un mese o al massimo due di esercizio provvisorio. Favorevole all'emendamento si è dichiarato il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici.
Inoltre, l'Ars ha bocciato con voto segreto la norma cosiddetta salva-parenti, inserita nel disegno di legge per l'esercizio provvisorio che prorogava di un anno la disposizione contenuta nella legge elettorale per gli enti locali che entrerà in vigore dal primo gennaio. La norma prevede l'incompatibilità tra la carica di assessore e consigliere e vieta la presenza all'interno dello stesso ente di parenti fino al secondo grado, eletti. L'articolo che prevedeva la proroga è stato bocciato da 34 deputati, 26 i favorevoli.
La norma di proroga era stata presentata dal capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, che in aula, prima del voto segreto, aveva spiegato che l'obiettivo "era di scongiurare una valanga di ricorsi e vertenze che paralizzeranno gli enti locali". "Bisognava inserire nella legge elettorale una norma sui tempi di applicazione - ha detto Leontini - ma nella frenesia non fu fatto. Con la proroga volevamo evitare che le regole fossero cambiate in corso d'opera". A chiedere il voto segreto in aula è stato il deputato del Pd, Bruno Marziano.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, ASCA, Lasiciliaweb.it, Corriere.it]

ADDIO ALLE BABY-PENSIONI
di Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo, 29 dicembre 2011)

L'Ars saluta il 2011 abolendo l'ultimo privilegio siciliano: via la "104" dello scandalo. Alla fine passa la norma, più volte annunciata e almeno in un paio di occasioni avallata dalla giunta, che stoppa i comodi prepensionamenti dei dipendenti regionali per accudire un parente. Un freno a quella che era diventata un'autentica fuga dall'amministrazione: con la motivazione, nobile, di dover assistere un genitore, il coniuge o figli malati, centinaia di impiegati e dirigenti hanno lasciato gli uffici in tenera età (nella lista c'è anche qualche quarantenne), con 25 o appena venti anni di anzianità per le donne. Che qualcuno abbia abusato di un beneficio esistente solo nell'Isola, e in netto contrasto rispetto alla stretta previdenziale del governo nazionale, è fatto ormai scontato. Da oggi non sarà più possibile. La norma varata ieri dall'Ars riallinea la legislazione siciliana a quella statale, per la quale il prepensionamento è consentito solo in caso di inidoneità fisica del dipendente e non dei congiunti. È passata, però, una "sanatoria" per le domande presentate (fino a ieri) e non ancora accettate dalla Regione. Non ci sono cifre ufficiali, ma sarebbero una cinquantina i beneficiari dell'ultimo trattamento di favore.

La norma sulla "104" è stata varata insieme all'esercizio provvisorio per tre mesi. Alle prese con un buco da oltre un miliardo di euro, e senza certezze sui trasferimenti dallo Stato, il governo Lombardo è costretto ancora una volta a posticipare l'approvazione del bilancio e a rifugiarsi nella gestione della spesa in dodicesimi. Per il presidente l'esercizio provvisorio è stato necessario "per prendere atto delle pesanti novità introdotte dalla manovra del governo Monti". Secondo Lombardo "il governo nazionale deve avviare con urgenza il confronto sulle accise, prima condizione per poter celermente riportare la discussione sul bilancio all'Ars". E l'assessore all'Economia Gaetano Armao sottolinea la necessità che Roma liberi le risorse chieste dalla giunta siciliana: "Adesso abbiamo tre mesi di tempo per definire la negoziazione con lo Stato su quello che è dovuto ai siciliani sul piano finanziario".
Intanto, nelle due "leggine" approvate in fretta e furia anche per garantire una mini-proroga a mille precari (una parte di coloro cui era stata promessa una stabilizzazione impietosamente bocciata dal commissario), il governo in crisi (economica e politica, dopo la rottura dell'Udc) trova venti milioni per garantire la cassa integrazione ai dipendenti della formazione professionale e settanta per il credito d'imposta. Ma i provvedimenti varati ieri sconfinano nel settore dell'ordinamento degli enti locali. Semaforo verde per la norma che concede il terzo mandato consecutivo a un sindaco nel caso in cui uno dei due precedenti abbia avuto una durata inferiore a due anni e mezzo.

Il dibattito degli inquilini di Sala d'Ercole, nell'ultima "fatica" dell'anno, è stato animato da un emendamento presentato da Maira (Pid) e Ruggirello (Mpa) e sottoscritto anche da Leontini (Pdl) e Adamo (Udc). In un clima di dichiarata insoddisfazione nei confronti dell'attuale governo tecnico, i quattro deputati chiedevano la drastica riduzione dei compensi degli assessori "esterni", limitandoli alla sola indennità di funzione equiparata a quella dei vicepresidenti dell'Ars. In soldoni, se l'emendamento fosse stato approvato, lo stipendio degli assessori sarebbe passato dagli attuali 14 mila euro a circa 4 mila. Il presidente dell'Ars Francesco Cascio ha eliminato il brivido del voto, per i "tecnici" sempre più nel mirino dei parlamentari. E ha dichiarato inammissibile la norma.
"La ripresenteremo - dice Maira - magari all'interno di un disegno di legge organico sui costi della politica. Abbiamo tagliato le spese dei deputati non capisco perché non possiamo intervenire anche sugli assessori". Ma la vicenda ha avuto anche uno strascico nella maggioranza: Ruggirello, in dissenso con il suo capogruppo Francesco Musotto (che come Lombardo non condivideva l'emendamento) si è dimesso in serata dal gruppo dell'Mpa ed è passato al misto.

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29 dicembre 2011
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