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All'attacco di stampa e blog!

Così il presidente Rosario Crocetta accusa i giornalisti di "collaborazionismo mafioso"

07 agosto 2013

"Purtroppo l'atmosfera di tensione in Sicilia è alimentata anche da alcuni giornalisti che forse vogliono sostenere che la mafia che io denuncio non esiste e deve continuare a non esistere. La mafia non è uno scherzetto. Non accetto lo sfottò e la strumentalizzazione di alcune mie frasi completamente fraintese da certa stampa".
Crocetta alza la voce e attacca blog e stampa. L’occasione, la conferenza stampa di ieri, insieme ad Alfonso Cicero, commissario straordinario dell'Irsap (l'Istituto regionale per le attività produttive), vittima dell’ennesima intimidazione mafiosa.

"È arrivato il momento di far sapere ai siciliani qual è la partita e anche gli organi di informazione devono decidere da che parte stare - ha ribadito il governatore, apparso nervoso e molto infastidito - La vittima e l'aggressore non possono essere messi sullo stesso piano. Alcuni giornalisti non possono mettere la mia denuncia e il denunciato allo stesso livello. Qui c'è un governo regionale che si impegna contro la mafia. C'è gente che ci mette la faccia come Francesco Calanna dell'Esa e poi c'è qualche testata che si diverte a sfotterci". "Basta sfottò, ci sarà una querela al giorno". E poi: "Presenterò un dossier alla magistratura, perché così non possiamo continuare. Mentre rischiamo la pelle c'é chi si diverte a sfotterci. Sulla faccenda dei terreni dell'Eas la maggior parte delle testate hanno dato rilievo a questa vicenda in modo positivo; altri, che non si capisce da che parte stiano, hanno ironizzato nei confronti del presidente della Regione. I blog sono pieni di commenti anonimi spesso irriguardosi".
L’attacco di Crocetta si è poi trasformato in un appello: "Faccio un appello alla stampa siciliana: non è un giochetto da ragazzi quello che stiamo facendo, qualcosa per cui si possa sfottere anche con insulti indicibili, come se il giornale non avesse responsabilità sui commenti pubblicati. Questo devono saperlo molto chiaro: ci sarà un querela al giorno e dopo ognuno si assumerà le sue responsabilità di fronte alla legge".

Sulle affermazioni del presidente della Regione, a stretto giro di posta è arrivata una dichiarazione dell'Assostampa, il sindacato dei giornalisti: "Se Crocetta ha davvero il coraggio di andare fino in fondo nella lotta alla mafia, senza fare proclami e lanciare accuse generiche e demagogiche, faccia i nomi dei giornalisti e delle testate che - secondo lui - 'giocano sporco nella lotta alla mafia'. Altrimenti taccia. Se, invece, come è più probabile, il problema è di non accettare alcun tipo di critica o di ironia allora sarebbe più utile un corso accelerato di democrazia".

Riccardo Arena, presidente dell'Ordine dei giornalisti siciliani, ha così dichiarato: "Finalmente è tutto chiaro: Rosario Crocetta non si fida dei giornalisti in generale ed è forse questo il motivo per cui il presidente della Regione continua a dilettarsi nel giornalismo-fai-da-te, esercitando abusivamente il nostro mestiere. Quando però si parla di giornalismo siciliano e mafia, non accettiamo lezioni da nessuno, men che meno da Crocetta: contiamo otto morti per mano di Cosa nostra e il signor governatore non può permettersi di continuare a calpestare i nostri diritti, di sparare nel mucchio, di preannunciare dossier contro chi scrive cose che non gradisce, di fare improponibili chiamate alle armi, della serie "o con me o contro di me, e chi non sta con me è ovviamente mafioso". La stampa sta dov’è sempre stata, dalla parte delle notizie e dei lettori, e non si fa condizionare dai proclami e dai ricatti morali del presidente della Regione. Se Crocetta ha proprio qualcosa da dire, faccia nomi e cognomi".

[Informazioni tratte da ANSA, LiveSicilia.it, Corriere del Mezzogiorno, www.odgsicilia.it]

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07 agosto 2013
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