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All'orizzonte un ponte...

Un moderno rigassificatore, una probabile centrale nucleare, un ponte lunghissimo. Quale Sicilia ai nostri figli?

07 marzo 2009

La Sicilia nell'Italia dell'imminente futuro, quello prospettato da Governo, nel quale la nostra nazione affronterà la Grande Crisi di petto, diventando quella che mai è riuscita ad essere manco in periodi migliori, avrà un moderno rigassificatore a Porto Empedocle (AG), forse una centrale nucleare di terza generazione nella provincia di Ragusa, e sarà collegata al resto d'Europa con il mega Ponte sullo Stretto di Messina. Chissà dove e come vivranno i nostri figli...

Del Ponte sullo Stretto ne abbiamo parlato tante volte e ne riparliamo anche oggi, all'indomani dell'approvazione da parte del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), del pacchetto di 17,8 miliardi per le infrastrutture italiane. Come già detto ieri (LEGGI), il Cipe ha deliberato di stanziare 2 miliardi 300 milioni di euro per la Sicilia, di questi un miliardo 200 milioni di euro saranno destinati per il Ponte di Messina.
Il costo totale dell'opera è stato confermato dal Cipe a settembre scorso in 6,1 miliardi di euro, di cui 1.300 milioni di fondi pubblici a fondo perduto; del 60% la parte di risorse da reperire sul mercato. Concessionaria è la "Stretto di Messina spa"; già definita la progettazione preliminare, la gara per la realizzazione del ponte è stata vinta da una cordata guidata da Impregilo (con la spagnola Sacyr, Condotte D'Acqua, Cmc, la giapponese Ishikawajima-Harima, Aci Scpa. Prossima tappa il progetto definitivo. La posa della prima pietra è fissata per l'autunno 2010.
Insomma fin qui nulla di nuovo. Così come non ci sono sembrati nuovi, da una parte l'entusiasmo di molti, e dall'altra parte la preoccupazione di altrettanti molti.

Secondo il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, quanto stabilito ieri da Cipe va bene ma non basta. "Ho sempre sostenuto che il ponte sullo stretto è un'opera prioritaria per la Sicilia e per l'europa e l'accelerazione impressa dal Cipe con lo stanziamento deciso dal governo mi rende orgoglioso. Voglio però ribadire che il ponte è solo una prima pietra e che bisogna pensare ad uno sviluppo infrastrutturale molto più articolato affinché la Sicilia possa svolgere al meglio il ruolo di piattaforma avanzata dell'Europa verso il mediterraneo".
"E' fuori dubbio - ha detto ancora il governatore siciliano - che il ponte sullo Stretto può consentire alla Regione di recuperare una sua centralità, non solo geografica, di fatto sempre negata dai vari governi nazionali che negli anni si sono succeduti alla guida del Paese". "Questo passaggio però, se resta isolato, non è sufficiente. Nel futuro c'è un territorio dotato di una completa rete di moderne infrastrutture di trasporto. Mi riferisco in particolare al completamento dell'anello autostradale e alla realizzazione della tratta ferroviaria ad alta capacità Messina-Palermo-Catania, nonché ai porti che sono i terminali di quelle autostrade del mare che collegheranno la Sicilia a tutti i Paesi del Mediterraneo", ha concluso Lombardo.
Quindi, va bene tutto, però, avverte il presidente Lombardo, è proprio da qui che deve prendere l'avvio del cambiemanto della Sicilia, che solo con il ponte a campata unica più lungo del mondo non se ne fa niente.

I sindaci di Messina e Reggio Calabria, Giuseppe Buzzanca e Giuseppe Scopelliti, da parte loro si sono detti soddisfatti per quanto avvenuto ieri. "Abbiamo superato - hanno detto in una dichiarazione congiunta - il grande ostacolo del blocco per l'attraversamento stabile dello Stretto che aveva posto il governo Prodi ed ora può ripartire l'economia del Mezzogiorno, consentendo anche di far rinascere la grande area dello Stretto con la conurbazione di Messina e Reggio Calabria, a cui dovranno dare la necessaria attenzione il governo nazionale, oltre che le due Regioni di appartenenza".
Secondo i due sindaci dello Stretto, "il ponte rappresenta un'importante segnale non solo per l'economia, ma anche per il sistema infrastrutturale di collegamento nord-sud che con l'approssimarsi del 2010, avvio dell'area di libero scambio nel Mediterraneo, necessiterà tra le due sponde dello Stretto un  sistema integrato dei trasporti. A ciò occorre aggiungere il completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria a cui il governo Prodi non ha mai creduto e lo sviluppo all'Alta velocità, che permetterà il recupero del Mezzogiorno rispetto ad altre aree del Paese"

L'accelerata decisionista impressa dal Cipe, non ha però colto di sorpresa chi da sempre si è detto contrario alla grande costruzione, che ha subito commentato ribadendo alcune argomentazioni che sicuramente non sono da ignorare. Ad esempio, il Wwf, in una nota, ha posto una serie di interrogativi in merito alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, chiedendo, in primo luogo, chi pagherà i costi dell'opera. "Da dove arriveranno - chiede il Wwf - gli altri 4,8 miliardi di euro necessari alla costruzione del Ponte, visto che lo Stato, per un'opera inutile e velleitaria rispetto alle tante piccole opere ordinarie necessarie al Paese, è già tornato indietro destinando 1,2 miliardi di euro in meno rispetto a quanto fu stanziato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina Spa". "Come si pensa di affrontare - ha chiesto inoltre l'organizzazione ambientalista - la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo, visto che il costo dell'opera è di 2,2 miliardi di euro in più rispetto all'importo con cui è stata vinta la gara". E ancora: "In quale modo sono stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km, nell'area che è a maggior rischio sismico del Mediterraneo, e di gestione di un'opera concepita per 100 mila veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 ne prevedono solo 18.500. E' grave che il Governo decida di destinare al Ponte sullo Stretto un terzo (1,3 miliardi di euro su 3,7) delle risorse Fas assegnati alle infrastrutture del Mezzogiorno proprio quando Calabria e la Sicilia sono in emergenza idrogeologica". "Solo in Calabria - ha proseguito il Wwf nella nota - la Regione ha calcolato che per intervenire sui danni causati dal maltempo sarebbero necessari 1,4 miliardi di euro, mentre il Governo ha assicurato aiuti solo per 55 milioni".

Secondo il Wwf, "Calabria e Sicilia restano isolate, sostanzialmente, dal resto del Paese per i collegamenti via terra e via mare: la A3 Salerno-Reggio Calabria è un campo minato per il dissesto del territorio e per i numerosi cantieri ancora aperti. Inoltre si accumulano ritardi nella realizzazione dei maxilotti, causati tra l'altro per i movimenti franosi, della Statale 106 Jonica, l'unica via alternativa di collegamento per il traffico stradale a lunga percorrenza. Infine i treni provenienti da nord lungo la linea tirrenica per almeno tre mesi saranno costretti a fermarsi a Lamezia Terme a causa di una frana profonda che minaccia la linea tra le stazioni di Mileto e Vibo-Pizzo, creando enormi disagi per chi si sposta anche in ambito locale e da e per la Sicilia. Nel frattempo RFI (Rete Ferroviarie Italiane) ha quasi dimezzato le corse dei traghetti che fanno servizio nello Stretto di Messina". "Sono questi - conclude il Wwf - i veri problemi di risanamento del territorio e delle infrastrutture e delle modalità esistenti che il Governo dovrebbe risolvere prioritariamente invece di concentrare risorse tecniche ed economiche in una grande opera quale il ponte dai costi ambientali, sociali ed economici insostenibili per il Paese".

Per concludere, l'unica domanda che a noi rimane farci e fare e quella che all'inizio ci siamo, abbiamo posto:  Chissà dove e come vivranno i nostri figli...

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa Trasporti e Infrastrutture.it]

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07 marzo 2009
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