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All'orrore non c'è mai fine

Migranti disabili chiusi nella stiva. Arrestato lo scafista: tra i disabili anche persone sulla sedia a rotelle

19 giugno 2014

Avrebbe costretto sette disabili, alcuni anche in carrozzina, a stare sotto coperta, tenendoli chiusi e impedendo loro muoversi all'interno del peschereccio. È l'accusa, aggiuntiva, contestata dalla polizia giudiziaria di Ragusa a un presunto scafista tunisino fermato anche per sequestro di persona su disposizione della Procura di Ragusa. L'uomo sarebbe stato il "comandante" del natante con 275migranti a bordo soccorso da nave Sirio, che è arrivata martedì nel porto di Pozzallo.

Nessim Ben Ahmed, 39 anni è accusato anche di avere costretto disabili a stare chiusi nella stiva del peschereccio partito dalla Libia carico di migranti. Il provvedimento, che ipotizza il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e anche il sequestro di persona, è stato eseguito dalla squadra mobile della Questura di Ragusa, dalla guardia di finanza di Pozzallo e dai carabinieri di Modica. Ad accusare il presunto scafista anche la testimonianza di un'anziana donna disabile: "Per rimanere insieme alla mia famiglia che voleva fuggire dalla guerra - ha raccontato a magistrati e investigatori - sono partita con tutta la sedia a rotelle: è stato un viaggio infernale ci hanno trattato come bestie, spero sia finito questo incubo per il futuro dei miei nipoti".

Un altro migrante ha ricostruito l'obbligo di rimanere chiusi nella stiva del peschereccio: "Anche quando stavamo male e chiedevamo di uscire a prendere una boccata d'aria ci veniva vietato e chi provava a salire veniva preso a calci e fatto tornare giù". "Durante il viaggio - ha detto un eritreo alla squadra mobile della Questura di Ragusa - c'era qualcuno di noi che voleva prendere un po’ di aria, visto anche che in stiva c'erano residui di fumi dello scarico del motore e di benzina. Ma lo scafista con modi bruschi ci esortava a stare giù, come d'altronde faceva quando ci lanciava quel poco pane per sfamarci durante la navigazione e quella pochissima acqua: difatti molti di noi per i bisogni fisiologici abbiamo provveduto a farceli addosso e quando provavamo a salire ci prendeva a calci intesta". [Fonte: Corriere del Mezzogiorno]

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19 giugno 2014
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