All'Unicredit un tecnico "siculo-prussiano"
Deciso il nuovo presidente di Unicredit: il favarese Giuseppe Vita succederà a Dieter Rampl
Giuseppe Vita è il nuovo presidente designato di Unicredit. Succede a Dieter Rampl. Lo hanno deciso le Fondazioni azioniste di Unicredit riunite ieri in Piazza Cordusio per stilare la lista del nuovo cda che verrà nominato dall'assemblea di bilancio dell'11 maggio.
Nato a Favara, in provincia di Agrigento nel 1935, ha lavorato a lungo in Germania dove è presidente del Comitato di Sorveglianza di Axel Springer AG (Berlino), membro del Comitato di Sorveglianza di Medical Park AG e Membro dello Stiftungsrat della Peter Dussmann Stiftung. In Italia è presidente di Allianz, presidente del consiglio di Amministrazione del Gruppo Banca Leonardo, componente del consiglio di Amministrazione di Barilla e Humanitas (Gruppo Rocca). Dal primo marzo scorso è nel cda di Pirelli, è stato Presidente di Deutsche Bank e ne è attualmente Presidente Onorario. E' candidato anche alla carica di consigliere nel cda di Rcs.
"Sul presidente chiudiamo oggi, siamo ottimisti", aveva detto prima dell'inizio della riunione Massimo Paniccia, presidente della Fondazione caritrieste. "Io sono ottimista", gli aveva fatto eco il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il numero uno della Fondazione del Monte di Bologna, Marco Cammelli: "Ci aspettiamo ragionevolmente una chiusura oggi". "Bisogna chiudere oggi, altrimenti non si fa in tempo", ha chiosato Andrea Landi, presidente della Fondazione Carimodena, facendo riferimento alla scadenza di lunedì 16 aprile, termine ultimo per depositare le liste dei candidati al cda.
Nella sede di Piazza Cordusio sono arrivati anche i soci privati (Diego Della Valle, Francesco Gaetano Caltagirone, Luigi Maramotti, Leonardo Del Vecchio), mentre è iniziato il comitato governance della banca. Alla fine la decisione è caduta su Giuseppe Vita.
"Prussiano di Sicilia" amico della Merkel - "La crisi è anche di credibilità politica a livello mondiale. E questa debolezza viene usata dagli speculatori". Così Giuseppe Vita, presidente in pectore di Unicredit, commentava a settembre la situazione dell'Italia. Il settantasettenne medico nato a Favara, in provincia di Agrigento, ha sempre potuto osservare le cose del nostro Paese da un osservatorio privilegiato, quello di Berlino.
Ottavo di quattordici figli di un avvocato e proprietario terriero, Vita si è specializzato in radiologia alla Sapienza nel 1961, l'anno dopo è già in Germania a Magonza e nel 1964 entra nel colosso farmaceutico Schering che gli affida la ricerca sui mezzi di contrasto. E poi ne testa le abilità manageriali inviandolo a guidare la filiale italiana. Nel 1987 rientra a Berlino Ovest e fino al 2001 ne sarà il presidente del comitato esecutivo. In quel momento per Vita finisce la prima parte di un percorso, spiccatamente tecnico, e comincia quello più relazionale e finanziario. Diventa così presidente di Ras (da cui poi passerà alla guida di Allianz Italia), di Deutsche Bank spa e del comitato di sorveglianza del grande editore Axel Springer. A differenza di molti altri emigrati illustri, Vita è stato anche "profeta in patria", giacché siede nei consigli di Banca Leonardo (da presidente), Pirelli, Humanitas (gruppo Rocca), Barilla ed è candidato al board di Rcs (che rumor in passato indicarono come partner potenziale di Springer). Destinato a lasciare i consigli della boutique di Braggiotti, della Bicocca e di Allianz, con l'indipendente Vita, Unicredit tornerà in Rizzoli.
Amico personale di tutti i cancellieri tedeschi degli ultimi trent'anni (da Schmidt a Kohl, a Schroeder), con Angela Merkel ha un rapporto quasi confidenziale. E non è improbabile che proprio questa dimensione internazionale oltre a convincere i soci esteri di Piazza Cordusio abbia convinto anche il granitico numero uno di Cariverona Paolo Biasi.
Due figli, cinque nipoti, il "prussiano di Sicilia" - come lo chiamano affettuosamente in Germania - torna nel suo buen retiro siculo dove coltiva poche amicizie ma liberal come Pasquale Pistorio, ex numero uno di Stm, e il deputato già sindaco di Catania Enzo Bianco. Appassionato di musica classica (da Beethoven a Rossini passando ovviamente per Wagner), ora ascolterà un'altra orchestra e un altro spartito.
[Informazioni tratte da Repubblica.it, il Giornale]