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Alla fine l'UE aiuterà l'Italia a riprendersi dal crollo del mercato avicolo causato dalla paura per l'aviaria

21 febbraio 2006

Alla fine la Commissione europea ha autorizzato le misure del governo italiano per fare fronte all'emergenza influenza aviaria, misure che saranno adottate dal Consiglio dei ministri tra domani e e giovedì. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, al termine del Consiglio dei ministri dell'agricoltura che si è tenuto ieri a Bruxelles, e nel quale il ministro ha illustrato il crollo dei consumi dei prodotti avicoli in Italia, schizzato dal 4% di settembre al 55% di febbraio. ''Noi siamo venuti qui a chiedere la comprensione dell'eccezionalità della situazione italiana''.

Alemanno ha spiegato che si tratta di misure per un totale di 100 milioni di euro destinati alla sospensione dei pagamenti e allo smaltimento della produzione in eccesso. Ma la Commissione europea ha chiesto qualcosa in cambio all'Italia, ossia che venga avviata al più presto una ristrutturazione del settore.
''Si tratta di un sostegno della filiera sotto l'angolo igienico-sanitario ha spiegato il ministro - per ora si tratta di sussidi per la riduzione della produzione, e se sarà necessario, ci saranno aiuti per la riduzione della produzione in modo definitivo''. Questa seconda ipotesi scatterà, se necessario, tra sei mesi,  alla scadenza dei quali, ha aggiunto Alemanno, se sarà necessario, ''si potrebbe passare alla seconda fase, quella di un intervento strutturale per la riconversione definitiva'' della filiera, dove occorre.
Allo studio poi vi sono i rimborsi agli allevatori per le misure di prevenzione, come gli interventi di biosicurezza (fra cui le rete anti-passero e le assunzioni di veterinari), ha annunciato il ministro Storace. La questione dei rimborsi per le misure di prevenzione sarà posta venerdì a Vienna durante la riunione informale dei ministri della salute della Ue. ''Stiamo quantificando le risorse - ha spiegato il ministro della Sanità - per i rimborsi a sostegno degli allevatori che hanno adottato tutte le misure grazie alle quali gli allevamenti italiani sono risultati finora impermeabili all'H5N1. I rimborsi non sono una misura incompatibile con gli ordinamenti comunitari''.

Intanto nel mondo l'attenzione sull'aviaria resta alta. In Bosnia è stato scoperto il primo focolaio. Le autorità di Sarajevo hanno riferito che due cigni sono risultati positivi al virus. Altri tre cigni in Bulgaria sono risultati positivi all'H5N1.
In Romania l'aviaria arriva per la prima volta in una città. Secondo quanto ha annunciato il ministero dell'Agricoltura, nella città di Navodari, regione di Costanza sulle coste del Mar Nero, è stata confermata la presenza del H5N1 tra i volatili di uno dei quartieri di periferia, posto subito in quarantena. Complessivamente sono ormai più di 30 i focolai di influenza aviaria in tutto il paese, la maggior parte identificati nel sud.
Nuovo focolaio anche nel sud della Russia europea, ai piedi del Caucaso: in una fattoria non lontana da Stavropol si è registrata una moria di anatre, oche e polli.
In Africa la malattia è arrivata in altri tre Stati nel nord della Nigeria e nella capitale Abuja. Salgono così a sei gli Stati del Paese (Kano, Kaduna, Plateau, Bauchi, Katsina e Zamfara) in cui è stato rinvenuto il virus dell'H5N1.

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21 febbraio 2006
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