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Alla Galleria Nuvole di Palermo una mostra del del grande artista del Novecento Gianfranco Ferroni

13 febbraio 2006





Gianfranco Ferroni
Incisioni e dipinti

fino al 25 marzo 2006
Galleria Nuvole - via Matteo Bonello 21, Palermo

Orario: da mercoledì a sabato ore 17,00 / 20,00 - sabato anche 11,00 / 13,00

''Le mie litografie a colori nascono da successive elaborazioni di una prima matrice in nero. Su questa prima stampa cerco soluzioni con i pastelli e l'acquerello, per trovare il punto di equilibrio ideale e l'atmosfera desiderata. In molti casi la tiratura di base resta in bianco e nero, talora arricchita dall'uso dei grigi, con questi due o tre esemplari colorati a mano; ma può accadere che dall'esemplare colorato a mano derivi una tiratura a colori, che è comunque qualcosa di diverso dall'esemplare di partenza, perché inevitabilmente diversa è la sensibilità della mano quando lavora sul foglio. Così atmosfere, sfumature nuove e impreviste si generano anche dall'uno altro dei fogli colorati a mano, e questo mi sembra particolarmente evidente nella litografia diagonale d'ombra, del 1991, qui riprodotta in entrambe le versioni, che sono completamente differenti, pur avendo un'unica matrice. Con le litografie colorate a mano mi trovo quindi a metà strada fra la stampa e il disegno, anche perché si tratta di pezzi unici e naturalmente perché la colorazione a volte aggiunge una valenza espressiva in più, che supera la semplice realizzazione grafica''.
Gianfranco Ferroni, Bergamo, 29 ottobre 1991

A dieci anni dall'ultima esposizione pubblica in Sicilia dell'opera del grande artista del novecento e a cinque dalla sua scomparsa, la Galleria Nuvole propone una mostra che consente di ricostruire l'intero percorso artistico di Gianfranco Ferroni: cinquanta incisioni e litografie tra le più significative della sua produzione a cominciare da alcuni esemplari degli anni '60 nei quali appare chiaramente la volontà di rileggere la realtà sia alla luce del conflitto avviato dall'informale sia dalle suggestioni introdotte nella stessa epoca da Giacometti, Bacon e dai Surrealisti.
La mostra ripercorre così l'opera di Ferroni fino alle ultime realizzazioni degli anni '90 nelle quali la rappresentazione scarnificata di piccoli oggetti è funzionale ad una visione del vuoto e alla materializzazione della luce.
Saranno inoltre esposti oli su tela, e tra questi quelli realizzati durante il breve soggiorno in Sicilia del 1956, oltre a tecniche miste e disegni.

La mostra sarà arricchita da alcune fotografie inedite e molto rare scattate dallo stesso artista nel suo studio e nei luoghi della sua quotidianità, quelle stesse atmosfere rarefatte e silenziose che si ritrovano nell'opera pittorica e grafica.
In mostra anche il documentario video sull'opera di Ferroni (La notte che si sposta. Gianfranco Ferroni) realizzato da Elisabetta Sgarbi su soggetto di Enrico Ghezzi. Il film, presentato alla 59ma Mostra d'arte cinematografica Biennale di Venezia e mai proiettato a Palermo, indaga con occhio delicato e mai invasivo i luoghi e gli oggetti dell'artista perché, come scrive la regista: ''tutto è ancora presente, anche solo nella disposizione delle cose nei suoi studi di Milano e Bergamo, e il vuoto di Ferroni è già riempito di senso, si coglie con le immagini per frammenti che emergono da una francescana purezza di luci e ombre''.

Biografia
Gianfranco Ferroni
(Livorno 1927 - Bergamo 2001) è considerato tra i più importanti pittori figurativi della seconda metà del Novecento e sicuramente è stato uno dei massimi incisori europei. Ebbe un'infanzia solitaria e tormentata anche materialmente, profondamente segnata dalla guerra. Il desiderio di dedicarsi all'attività artistica seguì le vie di una formazione completamente autodidatta. Una grande curiosità lo spinge sin da ragazzo a frequentare l'ambiente di via Brera a Milano e quindi a trasferirsi definitivamente in quella città nel 1952.
Artista sempre impegnato politicamente, si iscrive al P.C.I. nel 1949. Gli anni a venire coincidono con una pittura realista. Sarà comunque un rapporto sempre conflittuale che termina nel 1956 in seguito ai fatti d'Ungheria. Ha inizio quindi un periodo di grande solitudine e di ricerca nel tentativo di restituire personale sostanza esistenziale al racconto neorealista; il nuovo linguaggio di Ferroni coinvolge adesso le deformazioni della memoria, dell'incubo, un dialogo tra l'io e l'altro e nasce l'impegno sul fronte della rinascita della figurazione, come evento creativo ricco di portata, oltre l'informale. Nel 1963, su indicazione di Vespignani, Ferroni espone nella galleria Il Fante di Spade a Roma dove si riunisce il gruppo 'Il pro e il contro'. Il gruppo si articolava intorno a un collettivo di pittori operanti tra Roma, Firenze, Venezia, e nel 1963 si aggiungono i giovani artisti milanesi: è un gruppo politicamente orientato a sinistra ma deciso a difendere la libera ricerca in pittura. La volontà di questi artisti era quella di definire un'area espressiva che si differenziasse dalla pop-art, dal neo-dada, dal nouveau réalisme, sia alla luce del conflitto con l'informale, sia con riferimento a figure isolate come Giacometti e Bacon e al surrealismo di Max Ernst. Tra il 1968 e il 1972 Ferroni si trasferisce a Viareggio. Sono anni di fuga durante i quali prende avvio la svolta che lo porterà a rappresentare nelle sue opere uno spazio sempre vuoto, abbandonato dalla figura umana e nel quale anche i pochi poveri oggetti perdono consistenza. Un vuoto fisico nell'attesa di trovare una pienezza spirituale. Come ha scritto lui stesso: «Io laico convinto, sono in attesa: attesa di un improbabile evento, o miracolo o apparizione; ma soprattutto di un senso da dare alle cose: dare nuova significanza a ciò che non ha più significato».
Fra le numerose presenze in mostre in Italia e all'espero si ricordano: le Biennali di Venezia nel 1950, 1958, 1964 e nel 1968 e nel 1982 con una sala personale. Le Quadriennali di Roma del 1959 e 1972, la biennale di Tokyo del 1964, il Salon de la jeune Peinture a Parigi nel 1966. Le grandi mostre antologiche di Bologna, Galleria Civica d'Arte Moderna, 1994, Palazzo Reale di Milano, 1997; Pinacoteca di Brera, 2001.

- www.associazionenuvole.it

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13 febbraio 2006
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