Alla Toyota di Termini Imerese...
Le voci di questi giorni, le smentite categoriche e il disaccordo tra i sindacati
Nei giorni scorsi qualcuno ha parlato di un allargamento della lista delle offerte per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Qualcuno ha aggiunto che Invitalia, l'advisor nominato dal ministero per lo Sviluppo per la valutazione dei potenziali acquirenti, avrebbe ricevuto nuove proposte da parte di gruppi stranieri, tra cui ci sarebbe anche Toyota, il colosso giapponese, primo produttore mondiale di auto. Qualcun'altro, poi, in ambienti istituzionali, avrebbe confermato la voce sul presunto interesse di Toyota per la fabbrica siciliana, anche se non è filtrato alcun dettaglio.
Manco il tempo di dare la notizia che da Invitalia è arrivata una nota molto chiara: "Apprendiamo da fonti di stampa che il colosso giapponese Toyota sarebbe interessato alla riconversione del polo industriale di Termini Imerese. Intendiamo puntualizzare che, allo stato attuale, presso gli uffici dell'advisor Invitalia non è pervenuta, ai sensi della procedura, peraltro nota, alcuna manifestazione di interesse riferibile al gruppo Toyota". "Qualora, nei prossimi giorni, tale indiscrezione si dovesse tradurre in una effettiva manifestazione di interesse - ha poi affermato Domenico Arcuri, Amministratore Delegato di Invitalia - la nostra Agenzia, come ha sinora fatto, si riserverà di valutarla, ai sensi del percorso evolutivo intrapreso da tempo".
Dunque, ad Invitalia non è arrivata nessuna manifestazione di interesse dal marchio giapponese e la Toyota stessa ha smentito categoricamente la notizia che ha definito "assolutamente infondata". "È una notizia infondata, che viene smentita anche dai vertici europei", hanno detto fonti di Toyota Motor Italia. In realtà, presume qualcuno, potrebbe trattarsi solo di un "gioco delle parti" e la smentita è quasi un "atto dovuto" per continuare la trattativa nella massima riservatezza, come è costume dei manager asiatici.
Il tema Fiat è stato sfiorato negli incontri dei giorni scorsi con il nuovo ministro dello Sviluppo, Paolo Romani. Raffaele Bonanni, leader della Cisl, si è soffermato sulle scelte, al vaglio del ministero, per la riconversione dello stabilimento di Termini Imerese: "Spero Toyota sia interessata, ma mi pare che non sia così, anche da quello che ho ascoltato - ha detto riferendosi al colloquio con il ministro -. Le operazioni prima si fanno e poi si dicono. Romani non ha avuto ancora tempo per analizzare quali sono le proposte vere e quali le strampalate. Anche le voci sull’interesse di Toyota per Termini mi sembrano strampalate".
"Se si concretizzasse effettivamente un'offerta da parte di Toyota per lo stabilimento di Termini Imerese, saremmo interessati a valutarla", ha detto Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia che aggiunge: "Toyota è un colosso internazionale nell'auto che vuole aumentare la sua quota di mercato in Europa e che potrebbe anche avere interessi agli insediamenti produttivi. Termini sarebbe quindi un sito interessante. Una verifica delle reali intenzioni è opportuna. Chiediamo al governo - conclude il sindacalista - di essere meno distratto e di sviluppare maggiori iniziative per tutelare i lavoratori di Termini".
Toyota era stata tirata in ballo come possibile "cavaliere bianco" di Termini Imerese già nel 2002, quando il Lingotto aveva manifestato l'intenzione di dismettere la fabbrica siciliana, poi "salvata" per le pressioni degli operai e dei sindacati.
Al momento sarebbero cinque le ipotesi più concrete per la riconversione di Termini Imerese: una short-list che contempla l'imprenditore Giammario Rossignolo, la Cape-Reva del finanziere Simone Cimino, la Engineering, il gruppo Ciccolella e la società di produzione cinematografia Einstein.
Intanto si accentua lo scontro tra sindacati sulla vertenza dello stabilimento siciliano. La conferma viene dal segretario provinciale della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella, secondo cui "è evidente che la richiesta di gran parte dei lavoratori di portare avanti la vertenza Fiat ed indotto in maniera unitaria non è più possibile". "In tutte le assemblee unitarie svolte – ha spiegato il sindacalista – la Fiom scorrettamente (visto che si trattava di assemblee unitarie) è entrata nel merito della manifestazione nazionale del 16 ottobre indetta del loro sindacato ed anche nel merito dell’iniziativa da svolgersi davanti Palazzo D’Orleans il 20 ottobre o il primo giorno di cassa integrazione. Questo è un atto sicuramente scorretto, le iniziative vanno prima condivise". "Comunque, per la Uilm - ha aggiunto Comella - l’obiettivo finale è sempre il mantenimento dello stabilimento ed è per questo motivo che avevamo ritenuto opportuno aderire alla manifestazione del 20 ottobre. La Fiom riferisce oggi agli organi di stampa, che in questa fase con Fim e Uilm è divisa su tutto, affermazione condivisa dalla Uilm. Ma comunque noi pensiamo che vanno ricercati i pochi argomenti che al momento ci uniscono. Peccato che della divisione se ne sono accorti dopo avere utilizzato l’assemblea unitaria ed inoltre la Fiom aggiunge che per questo motivo non è possibile fare iniziative unitarie, fatto sicuramente grave per lo stabilimento e i loro addetti". "La Uilm - conclude il sindacalista – ritiene che questa riflessione, fatta oggi dalla Fiom andava fatta prima delle assemblee. Dal nostro punto di vista, è chiaro che l’obiettivo della Fiom non è più lo stabilimento Fiat di Termini Imerese ma l’immagine della propria organizzazione e degli uomini che la guidano".
[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, GdS.it, Corriere del Mezzogiorno.it, €conomiaSicilia.com]