Allarme disoccupazione: è record tra i giovani
Nella fascia d'eta tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro il 29,3%. Quasi una donna su due non ha un impiego né lo cerca
Disoccupazione in aumento a settembre, rispetto ad agosto, con l'Italia che fa registrare l'incremento maggiore, secondo solo alla Spagna: nell'Eurozona dal 10,1% sale al 10,2%, nella Ue a 27 dal 9,6% al 9,7%, e in Italia dall'8% all'8,3%. Record il dato italiano sui giovani: balza dal 28% al 29,3%. I dati sono dell'Eurostat.
Il tasso di disoccupazione a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Il tasso di disoccupazione a settembre risulta così in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto ad agosto sia rispetto all'anno precedente.
Più in particolare, il tasso di disoccupazione maschile aumenta di 0,3 punti percentuali nell'ultimo mese, portandosi al 7,4%; anche quello femminile mostra un aumento della stessa entità e si attesta al 9,7%. Rispetto all'anno precedente il tasso di disoccupazione maschile sale di 0,2 punti percentuali e quello femminile di 0,3 punti percentuali.
Sul fronte opposto, il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione sia nel confronto congiunturale (-0,2 punti percentuali) sia in termini tendenziali (-0,1 punti percentuali).
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a settembre è salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche.
Inoltre, quasi una donna su due in Italia nè lavora nè è in cerca di un posto, ovvero non rientra né nella fascia degli occupati né in quella dei disoccupati. Infatti, l'Istat, nelle stime provvisorie, rileva che a settembre il tasso di inattività femminile è pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%.
In generale, spiega l'Istituto, il tasso di inattività si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21 mila unità) rispetto al mese precedente. Su base annua gli uomini diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.
Ma l'Italia, secondo Confartigianato, è leader in Ue per le imprese in "rosa". Maglia nera al Sud - Nonostante la crisi le imprenditrici resistono e fanno guadagnare all'Italia il record europeo del maggior numero di aziende "rosa". A rilevarlo è l'Osservatorio sull'imprenditoria femminile, curato dall'Ufficio studi di Confartigianato.
Secondo l'Osservatorio, nel 2011 in Italia operano 1.531.200 imprenditrici e lavoratrici autonome. Al secondo posto la Germania con 1.383.500 imprenditrici, seguita da Regno Unito (1.176.500), Polonia (1.035.200), Spagna (912.500) e Francia (827.200). In particolare, le donne alla guida di imprese artigiane sono 368.677. Questa leadership italiana nell'Ue viene confermata anche dal peso che l'imprenditoria femminile ha sul totale delle donne occupate: in Italia è del 16,4%, di gran lunga superiore al 10,3% della media dell'area Euro. Confartigianato ha rilevato l'habitat migliore in Friuli Venezia Giulia che guida la classifica delle regioni con le condizioni ideali perché si sviluppino l'imprenditorialità e l'occupazione femminile. Nella zona nera della classifica regionale finiscono invece la Campania, la Sicilia e la Puglia. E tra le province con le peggiori condizioni per l'occupazione femminile si trovano Napoli, Palermo e Caltanissetta.
In Italia, comunque, la partecipazione femminile al mercato del lavoro rimane tra le più basse d'Europa. Il tasso di inattività delle donne nel nostro Paese è del 48,9%, a fronte della media europea del 35,5%. Le cose peggiorano, e di molto, nel Mezzogiorno: la Campania, tra le 271 regioni europee, fa registrare il più alto tasso di inattività femminile: 68,9%. All'altro capo della classifica la Provincia autonoma di Bolzano dove il tasso di inattività si dimezza al 34,9%. A livello provinciale la maglia nera va a Napoli, dove il tasso di inattività delle donne sale addirittura al 72,4%. Ravenna, invece, conquista il primato positivo della provincia con la più bassa percentuale di donne inattive: 30,7%. A tenere distanti le donne dal mondo del lavoro vi è soprattutto il basso investimento in quei servizi di welfare che dovrebbero favorire la conciliazione tra attività professionali e cura della famiglia.
Se fare impresa è sempre più un'occupazione femminile, le donne si fanno largo anche in settori all'avanguardia e tradizionalmente maschili. Le imprenditrici impegnate nell'high tech formano una pattuglia di 12.261 "pioniere" che si sono avventurate in ambiti come la robotica, l'elettronica, la chimica farmaceutica, la produzione di software e di apparecchiature di alta precisione, le telecomunicazioni, la ricerca scientifica, la consulenza informatica. Le donne a capo di piccole imprese innovative sono il 22,5% del totale degli imprenditori specializzati nei settori high tech.
[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Labitalia, Lasiciliaweb.it, €conomiaSicilia.com-Italpress]