Allarme Sars anche in Sicilia
Cresce la preoccupazione nell'opinione pubblica e l'attenzione dei responsabili della Sanità
Il giovane, dopo le prime cure del caso, nel dubbio, è stato trasportato in un centro di infettologia di Catania.
La paura del contagio del virus ferma però anche lo sviluppo commerciale dell'Isola e sfumano gli accordi tra lo stabilimento Sipem che produce tubi da utilizzare per la realizzazione di grandi condotte e una multinazionale tailandese che, proprio nei giorni scorsi, aveva firmato un accordo per la fornitura di un certo quantitativo di materiale.
A rimetterci saranno soprattutto i dipendenti della Ditta che saranno licenziati. La situazione per la Sipem e per quanti vi lavorano, aggiungono i sindacati, si è aggravata ulteriormente visto che da qualche mese 70 operai sono stati messi in cassa integrazione e la stessa fabbrica rischia la chiusura.
Ed è allarme Sars anche a Ragusa, dove l'imminente arrivo dei primi lavoratori cinesi, che saranno in tutto 114 e che devono eseguire gli interventi di ristrutturazione nel cementificio Colacem di Ragusa ha messo in agitazione la popolazione.
I tecnici provenienti dalla provincia di Hebei alloggeranno nello stabilimento Colacem della zona industriale di Modica-Pozzallo.
I movimenti politici "Prospettive" e "Nuove Prospettive" di Pozzallo hanno promosso un incontro aperto alla cittadinanza e preparato un documento, che sarà diffuso in città tramite volantini.
"La decisione della Colacem non può essere condivisa dai cittadini di Pozzallo - sostengono i due Movimenti - per i pericoli di contagio che la Sars comporta".