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Altre accuse nei confronti dell'assessore Antinoro

Voto di scambio. Adesso è un collaboratore di giustizia ad accusare l'assessore regionale

21 maggio 2009

L'assessore regionale ai Beni culturali Antonello Antinoro (Udc) avrebbe pagato una somma di denaro alle cosche mafiose vicino ai boss Lo Piccolo, per ottenere un pacchetto di voti alle elezioni regionali 2008. A dirlo ai pm è stato un nuovo collaboratore di giustizia, Michele Visita, uno dei tre indagati fermato la scorsa settimana dai carabinieri per mafia e poi scarcerato.
Antinoro è già indagato per voto di scambio, e la scorsa settimana gli è stato notificato un avviso di garanzia in seguito al quale è stato interrogato dai pm (LEGGI). Il dichiarante adesso lo accusa direttamente di avere assistito alla consegna di una somma di denaro ai mafiosi per avere voti da Agostino Pizzuto e Antonino Caruso, indicati come uomini del mandamento di Resuttana. Visita ha detto di essere stato presente nello studio medico del dottore Domenico Galati, medico curante di Pizzuto, in cui si sarebbe svolta una riunione elettorale dove sarebbe avvenuto l'acquisto dei voti per il politico, con la consegna di una busta a Pizzuto e Caruso. Pizzuto è il giardiniere che aveva nascosto in una grotta di villa Malfitano un arsenale, il cui ritrovamento è avvenuto grazie anche alle indicazioni del nuovo pentito (LEGGI).

"Ribadisco che la magistratura ha il dovere di indagare e io di fornire le dovute spiegazioni ma soltanto nelle sedi deputate a raccogliere le mie dichiarazioni", ha replicato l'assessore Antinoro. "Da oggi non rilascerò più dichiarazioni sulla vicenda giudiziaria che mi riguarda perché non cadrò nell'errore della provocazione e della canea mediatica alla quale mi si vuole sottoporre. In tempi non sospetti ho sempre dichiarato che i processi in piazza e sui giornali sono una barbarie del nostro Paese che ormai non ha più regole, rispetto per il cittadino e dove la presunzione di innocenza è diventata una chimera". "Ho caratterizzato il mio pensiero e il mio agire sempre nella chiarezza - ha detto ancora l'assessore -, ho voluto e voglio rimanere in Sicilia a svolgere la mia attività politica sapendo che, nonostante il brillante e rischioso lavoro che oramai da anni la magistratura e le forze dell'ordine hanno compiuto contro la criminalità mafiosa e organizzata, questa terra rimane a rischio pur avendo compiuto molti passi in avanti. Accetto comunque il pericolo perché l'impegno e la passione per la politica non mi verrà sottratto neanche dalle dure giornate che sto affrontando".

Voto di scambio, Grasso: "In Italia in corso 72 procedimenti penali" - "In Italia sono in corso 72 procedimenti penali per il reato di voto di scambio". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, durante la presentazione del suo libro "Per non morire di mafia", svoltasi ieri a Roma. Secondo Grasso, soprattutto a Palermo e in Sicilia, c'è "un mercato di voti di scambio". Parlando del rapporto che intercorre tra politica e mafia, il procuratore ha sottolineato che "la politica dovrebbe avere un'ideologia, a differenza della mafia, che comunque ha sempre cercato rapporti con i politici di qualsiasi colore per raggiungere i suoi fini". Grasso ha quindi spiegato il motivo per cui ha scritto il libro: "Di mafia bisogna parlare, perché il segreto, il silenzio, è l'ossigeno con il quale si rafforzano i poteri criminali. Bisogna che tutte le istituzioni agiscano coerentemente nel contrastare anche la più piccola illegalità".

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]

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21 maggio 2009
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