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Altri due motopesca siciliani sequestrati in Libia

L'Astra di Siracusa e l'Asia di Mazara fermate dai libici nel Golfo della Sirte. Attivate le procedure per il rilascio

28 novembre 2011

È durata meno di una settimana la "tregua" in quella che ormai è stata soprannominata la "guerra del pesce" tra la Libia e l'Italia. Le autorità di Tripoli hanno infatti sequestrato nel pomeriggio di sabato altri due motopesca che erano impegnati in battute nel Golfo della Sirte. Si tratta dell'"Astra", della flotta di Siracusa, con sette uomini d'equipaggio, e dell'"Asia", iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo ma di proprietà di un armatore catanese, con cinque marittimi a bordo tutti di Aci Castello, borgo marinaro alle porte di Catania.
Le due imbarcazioni sono state intercettate a circa 40 miglia da Misurata e costrette a seguire le unità militari nel porto della cittadina libica dove, fino a qualche mese fa, divampava ancora la guerra tra le truppe lealiste e i ribelli. Secondo il comando generale delle Capitanerie di Porto, che ha seguito via radio le fasi dell'abbordaggio, tutto si sarebbe svolto senza incidenti, anche perchè gli equipaggi non avrebbero opposto resistenza.

Comunque, i marittimi di entrambi i motopesca stanno bene. Ad assicurarlo il console generale italiano a Tripoli che ha visitato ieri gli equipaggi dell'Astra e dell'Asia. Il console, si apprende alla Farnesina, è in contatto le autorità politiche di Misurata e lavora attivamente al rilascio dei due motopesca.
Il presidente dell'osservatorio della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo, che ha parlato al telefono con il presidente della federazione armatori di Misurata, partner dell'Osservatorio, aveva detto poco prima: "Non si possono fare ipotesi sui tempi del rilascio, anche se le procedure sono state avviate. Potrebbero rilasciarli nelle prossime ore ma anche tra due giorni".
Intanto, il deputato regionale siciliano Vincenzo Vinciullo, presidente dell'intergruppo parlamentare per i rapporti fra la Sicilia e la Libia, ha spiegato di aver contattato il nostro ambasciatore in Libia: "Ho avuto modo di apprendere che i marittimi dell'Asia e dellAstra hanno ricevuto la visita del nostro console generale e, a quanto risulta, possono anche circolare senza particolari vincoli. I marittimi sono in buono stato di salute e vengono trattati con il dovuto rispetto da parte delle autorità libiche".

Il caso della "Twenty Two" - L'ultimo sequestro di un motopesca italiano da parte delle autorità libiche - il primo dopo la caduta del regime di Gheddafi - risale ad appena una decina di giorni fa (LEGGI). Una motovedetta aveva fermato a 35 miglia dalle coste nordafricane il "Twenty Two" della flotta di Mazara del Vallo, con dieci uomini di equipaggio. L'imbarcazione era stata successivamente dirottata nel porto di Tripoli. La vicenda si era conclusa positivamente domenica scorsa, grazie anche all'opera di mediazione svolta dalla Farnesina e dall'ambasciata italiana a Tripoli, con il rilascio del peschereccio. "Siamo stati trattati bene, come in un Paese civile e democratico", aveva commentato il comandante del motopesca, Salvatore Cancemi. Il capitano aveva sottolineato di essere stato fermato in acque internazionali. "Ho detto ai militari libici che eravamo a 35 miglia dalla costa, ma loro hanno ribattuto che il governo transitorio continua ad applicare le vecchie leggi emanate da Gheddafi che ha esteso unilateralmente il limite delle acque territoriali fino a 72 miglia".
L'armatore del "Twenty Two" non aveva dovuto pagare alcune ammenda per il rilascio, ma il comandante Cancemi era stato costretto a firmare un documento con il quale si impegnava a non effettuare più battute di pesca nella zona che le autorità libiche continuano a ritenere di propria esclusiva pertinenza.
Anche questa seconda operazione di sequestro, nel giro di pochi giorni, viene letta come un monito a non violare i "confini" delle proprie acque territoriali lanciato dal nuovo governo di Tripoli ai pescatori siciliani. Una questione che potrà essere risolta solo a livello diplomatico, promuovendo nuove forme di cooperazione che già sono state discusse alcuni giorni fa in occasione della visita di una delegazione libica al distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo.

[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Lasiciliaweb.it]

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28 novembre 2011
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