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Altri sei mesi di cig

Il governo placa le tute blu di Termini Imerese. Il confronto riprenderà tra due settimane

03 febbraio 2014

Si è concluso sabato, in piena notte, il confronto tra governo e sindacati su Termini Imerese, con un aggiornamento per un nuovo tavolo al ministero dello Sviluppo economico il 14 febbraio.
Dopo un lungo pomeriggio di trattativa, culminato in qualche momento di tensione e in un braccio di ferro che ha portato a una sorta di occupazione del ministero fino oltre l'una di notte, il governo ha fornito garanzie non solo come Mise ma anche come presidenza del Consiglio, convincendo così i sindacati a riprendere il confronto tra due settimane.

Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, che ha lasciato nel pomeriggio la sede del Mise, ha invocato un intervento diretto nella vicenda della Presidenza del Consiglio per dare "certezze e speranze" ai lavoratori siciliani. "I nostri lavoratori - ha detto - aspettano di tornare a fare qualcosa, sono stati composti, hanno dimostrato rispetto per le istituzioni ma ora si sentono traditi". Burrafato ha chiesto quindi un coinvolgimento di Palazzo Chigi e garanzie sulla cig, perché il 30 giugno "si esaurisce il primo periodo di ammortizzatori sociali per il 2014".

In dettaglio, l'esecutivo - si legge nel documento consegnato alle tute blu - si è impegnato nella fase di strutturazione del finanziamento dei progetti industriali già individuati "ed è impegnato altresì a sostenere le prospettive di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese fino a risultato conseguito". Per questa ragione e in considerazione della particolare situazione di Termini Imerese, "il governo si adopererà per tutelare il reddito dei lavoratori attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi che consentano di accompagnare il processo di reindustrializzazione. Inoltre sarà verificata la possibilità di utilizzare le residue posizioni esodabili a fini pensionistici". E' confermato anche l'impegno assunto nell'accordo dell'ottobre 2013 al pagamento diretto della cig in deroga da parte dell'Inps, come sancito nell'apposito decreto della Regione siciliana. Allo stesso tempo la Regione si sta adoperando per creare le condizioni per la revoca dei licenziamenti nella Lear, che ha dichiarato la sua disponibilità ad aderire alla cig in deroga qualora quelle condizioni siano verificate. Governo e Regione stanno infine predisponendo il testo di aggiornamento dell'Accordo di Programma comprensivo delle necessarie risorse, che sarà firmato a breve.
Dunque, i mille e duecento cassintegrati della Fiat avranno lo stipendio per altri sei mesi, la scadenza della della cassa in deroga si sposta da giugno a fine 2014.

Il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, a proposito della protesta dei lavoratori dello stabilimento termitano ha detto: "Si tratta di lavoratori esasperati perché lo stabilimento ex Fiat si è chiuso e la cassa integrazione dovrebbe scadere in giugno. Io posso polemizzare con chiunque - ha proseguito, parlando da Treviso - ma non con i lavoratori in difficoltà. Capisco sempre il dramma personale, umano e familiare, e andrò anche ad incontrarli".
Rispetto al caso specifico della fabbrica, Zanonato ha aggiunto che "bisogna trovare l'acquirente dello stabilimento e che abbia un progetto industriale. Il sito ha già attratto alcuni investitori - ha concluso - ma non abbiamo ancora chiuso con qualcuno che possa anche arrivare ad assumere".

I sindacati, comunque, non sono soddisfatti. Per Roberto Mastrosimone, della Fiom Sicilia, "non siamo per niente tranquilli, al di là della cassa integrazione è necessario riaprire il confronto con Fiat, perché le alternative di industrializzazione finora prospettate non danno risposte convincenti. Fiat ha dichiarato di non essere interessata a tornare sui suoi passi, per questo deve essere il presidente del Consiglio Enrico Letta a intervenire in prima persona".
La bomba, insomma, è tutt'altro che disinnescata. I lavoratori (fuori dallo stabilimento dal 2011, anno della dismissione dello stabilimento da parte della Fiat), hanno già visto sfumare una dopo l'altra tutte le opzioni di rilancio del sito. In principio furono Simone Cimino e gli indiani della Reva con la loro super auto elettrica. Dopo venne Gian Mario Rossignolo con il suo mini-Suv, poi i cinesi della Chery e Massimo Di Risio della Dr Motors che dovevano realizzare invece i mega-Suv. Poi ci fu Corrado Ciccolella, il re dei fiori che in piena furia da green economy doveva mettere al posto delle linee di saldatura delle rose in serra. E infine i manager Radiomarelli, arrivati in Sicilia e subito scomparsi nel nulla. Buoni propositi di imprenditori, impegni del governo mai concretizzati. Ora agli operai interesssano solo i fatti.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

- Fiat Sicilia: ennesimo incontro a Roma, ennesimo rimando (Guidasicilia.it, 01/02/14)

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03 febbraio 2014
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