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Altro che bamboccioni...

Un 40enne su quattro si mantiene grazie alla 'paghetta' dei genitori e abita con loro

25 maggio 2013

Più di un quarantenne su quattro si mantiene grazie alla 'paghetta' dei genitori che aiutano finanziariamente i giovani italiani fino ad età avanzata. E' quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti/Swg su 'I giovani e la crisi', illustrata recentemente all'Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti alla vigilia della presentazione del piano giovani del Governo, dalla quale si evidenzia che il 28% dei giovani tra i 35 ed i 40 anni sopravvive con i soldi di mamma e papà cosi come anche il 43% di quelli tra 25 e 34 anni e l'89% dei giovani con età tra 18 e 24 anni.
Da segnalare che - sottolinea la Coldiretti - l'aiuto economico dei genitori continua anche per più di un giovane occupato su quattro (27%) che non è comunque in grado di rinunciare al supporto finanziario dai familiari. "La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini".

Lo conferma il fatto che il 51% dei giovani vive con i propri genitori e, di questo, solo il 13% per scelta, mentre il 38 perché non può permettersi un alloggio proprio. In particolare abita con mamma e papà addirittura il 26% dei giovani tra 35 e 40 anni, il 48% di quelli di quelli tra 25 e 34 anni e l'89% dei giovani con età tra i 18 e i 24 anni.
La situazione è profondamente diversa per i giovani agricoltori che nel 32% dei casi vivono con i genitori perché non possono permettersi un alloggio alternativo, ma nel 31% dei casi lo fanno per scelta. Un atteggiamento che conferma i forti legami familiari che caratterizzano l'impresa agricola dove è particolarmente solido il rapporto intergenerazionale.

Inoltre, quasi un giovane su tre (32%), pur di lavorare farebbe lo spazzino, ma la percentuale sale addirittura al 49% per quelli in cerca di lavoro e scende al 19% per gli studenti. Il 34% dei giovani accetterebbe un posto da pony express e il 31 da operatore di call center. Anche in questo caso per i disoccupati la percentuale sale al 49% per il posto da pony express e al 39 da operatore di call center. Oltre 4 giovani disoccupati su 10 (43%) sarebbero peraltro disposti, pur di lavorare, ad accettare un compenso di 500 euro al mese a parità di orario di lavoro, mentre il 39% sarebbe disposto ad un maggiore orario di lavoro a parità di stipendio.
"L'analisi evidenzia un forte spirito di sacrificio delle giovani generazioni che li porta addirittura a rinunciare a diritti del lavoro fondamentali", ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che "questo non può essere consentito in un Paese civile come l'Italia che non può permettersi di rincorrere la competizione internazionale sul piano dei costi, soprattutto umani, ma deve puntare su una crescita sostenibile che valorizzi le distintività nazionali, creatività, cultura, ambiente, cibo e territorio".
Le prospettive negative sul futuro fanno sì che la situazione non cambi di molto tra gli studenti che nel 39% sono disponibili ad accettare uno stipendio ridotto a 500 euro al mese e nel 35% a lavorare più a lungo a parità di compenso. La situazione è profondamente diversa per i giovani occupati che solo nel 7% dei casi sono disponibili ad accettare lo stipendio ribassato mentre nel 23% dei casi sono pronti a lavorare più a lungo. [Adnkronos/Ign]

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25 maggio 2013
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