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Altro che Indiana Jones...

I nostri archeologi: scoprono ricchezze inestimabili eppure sono pagati come le colf

14 giugno 2008

Per affrontare il tema che ci accingiamo a presentare, vogliamo prima di tutto riportare la notizia che segue...

Importante rinvenimento portato a termine dagli archeologi della Soprintendenza del Mare
Palermo, 10 giu. - (Adnkronos) - Un'importante scoperta archeologica è stata portata a termine dagli archeologi della Soprintendenza del Mare della Sicilia, supportati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, durante una delle numerose attività congiunte di monitoraggio e tutela del patrimonio sommerso. Sulla base dei dati raccolti nel corso delle indagini preliminari condotte dai tecnici della Soprintendenza del Mare è ipotizzabile la presenza di una struttura dotata di grande portico costituito da colonne del diametro di circa m. 1,20 di cui sono stati trovati tre plinti di base in situ su altezze diverse, ed altri tre sono stati strappati dalla benna prima della sospensione dei lavori di dragaggio. Tali colonne, in basalto locale, poggiano su un basamento che appare essere di marmo bianco. Forse questo edificio corrisponde con una fase di ricostruzione intensa della città nel corso del II sec a.C, attestato da sette strade ritrovate a terra nella città bassa, con uno o due strade principali.
La natura dell'edificio è ancora difficile da definire. Potrebbe trattarsi di un portico posizionato su un molo portuale o di un edificio pubblico o sacro in zona portuale.

Ecco, abbiamo riportato la notizia di uno dei tanti rinvenimenti archeologici che andranno ad arricchire in maniera incommensurabile la Sicilia, e tutti quei luoghi del Bel Paese (che sono tantissimi) che conservano inestimabili tesori e che rimarrebbero sconosciuti senza l'importante lavoro degli archeologi. Ecco, appunto, gli archeologi, è di loro che vogliamo parlare in questo articolo, o meglio della prima grande manifestazione che la categoria ha organizzato per il riconoscimento del proprio ruolo e del proprio valore professionale, manifestazione che si tiene oggi nella Capaitale...

"NOI FANTASMI MALPAGATI E SENZA DIRITTI"
di A. Sa. (Corriere.it, 12 giugno 2008)

Non immaginateveli come Indiana Jones, perché la loro vita non ha davvero nulla di avventuroso. Così come l'Harrison Ford del celebre film sono archeologi, ma non si lanciano da liane e aerei in volo. Tutti i giorni, però, sono impegnati nella valorizzazione di un patrimonio artistico e storico unico al mondo. Sono circa sette mila, tutti con una laurea, «a cui molti hanno aggiunto una specializzazione o un dottorato». E per sabato mattina si sono dati appuntamento a Roma sotto la Colonna Traiana. Tuttavia non saranno lì per riportare alla luce qualche reperto ancora nascosto nel sottosuolo della Capitale, ma per partecipare alla prima grande manifestazione che la categoria ha organizzato per il riconoscimento del proprio ruolo e del proprio valore professionale.

Senza diritti - «In Italia - si legge nel volantino che spiega le ragioni della mobilitazione di sabato - gli unici archeologi ufficialmente riconosciuti sono poco più di 200 dipendenti pubblici del ministero per i Beni e le attività culturali, la cui assunzione risale, nella stragrande maggioranza dei casi, al 1978. Da allora, in ben 30 anni, a fronte degli oltre 3 mila laureati in archeologia e in beni culturali e 300 specializzati in archeologia che ogni anno escono dalle università italiane, gli archeologi pubblici assunti in Italia sono solo poche decine, insufficienti persino a rimpiazzare il personale che va in pensione». Tutti gli altri, invece, si devono accontentare di lavori precari, saltuari e quasi sempre malpagati. «Siamo privi di qualsiasi riconoscimento giuridico - denunciano - e di conseguenza privi di qualsiasi tutela e diritto e spesso soggetti a condizioni economiche inaccettabili».
Scarsi investimenti - Eppure, fanno notare, è proprio agli archeologi inquadrati come collaboratori esterni che, di fatto, lo stato delega alcune sue funzioni di tutela del patrimonio archeologico italiano. «E' sconcertante - dicono ancora gli archeologi che fanno capo all'Ana, l'associazione che li rappresenta - che l'Italia tratti il proprio patrimonio culturale e i i professionisti addetti alla sua tutela e salvaguardia come un secondario capitolo di spesa, investendovi intorno allo 0,24% del Pil, a fronte di una media del 3-4% degli altri Paesi europei».

Le richieste al Governo - Di qui la manifestazione di Roma e le richieste al governo, tra cui la più importante riguarda la regolamentazione della loro figura professionale. Viene poi auspicato un potenziamento delle strutture pubbliche di tutela, con un incremento del personale scientifico «da assumere con criteri di selezione attenti al livello di competenza» e con l'incremento degli investimenti pubblici «per consentire lo sviluppo di un settore che, come già avviene in altri Paesi europei, potrebbe dare impiego a decine di migliaia di archeologi e operatori dei beni culturali, con positive ricadute economiche sul turismo culturale e sul relativo indotto».
Pagati come colf - «Siamo i laureati più bistrattati e meno considerati e siamo privi dei più elementari diritti di ogni lavoratore - dicono i promotori dell'iniziativa -. Siamo pagati, quando va bene, come una colf o una badante, ma spesso di meno. Non siamo considerati professionisti del sapere, come avviene in tutta europa. La nostra, in Italia, è una professione fantasma». Ecco dunque l'esigenza di uscire dall'ombra. «Non è un caso che la manifestazione si svolga di sabato - sottolineano con forza -: è un giorno non lavorativo e noi non possiamo permetterci di perdere un solo giorno di lavoro».

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14 giugno 2008
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