Alzheimer: "E' necessaria un'inversione di tendenza: in Sicilia i pazienti continuano ad essere abbandonati alla loro sorte"
"E' ora di dire basta e di chiedere con chiarezza che la Regione intervenga nell’assistenza ai malati di Alzheimer. Abbiamo già denunciato che solo un paziente su dieci è assistito dalle strutture pubbliche. Non è giusto che tutti gli altri vengano abbandonati alla loro stessa sorte o che il peso dell’assistenza gravi soltanto sulle famiglie". E' perentorio Antonio Di Paola, coordinatore regionale della Federazione Alzheimer Sicilia che torna sulla questione assistenza sanitaria dopo che dalle famiglie di pazienti affetti dalla malattia si chiedono soluzioni efficaci. "Tagliare nel mondo della sanità può da una parte portare alla razionalizzazione delle spese, su cui tutti possiamo essere d’accordo - spiega Di Paola - ma dall’altra si arriva a non offrire i servizi per i quali è nato il sistema sanitario nazionale. Il recente decreto dell’Assessorato regionale del 24/05/2010 relativo al potenziamento della rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili, nei fatti avvia l’attivazione di quasi 3000 posti letto (al momento esisto solo 242) per le rsa ma è un numero ancora lontano da quello che dovrebbe essere lo standard previsto dal patto della salute (2010-2011). Aver praticamente dimenticato i centri diurni, che in alcune realtà, come nella provincia di Ragusa, sono i veri punti di riferimento, è sicuramente un errore da parte della Regione. Ecco perché adesso chiediamo che ci si attivi con un confronto reale e concreto. Il numero di soggetti affetti da Alzheimer si stima essere in Sicilia di 50-60 mila ed entro il 2020 tale numero è destinato a raddoppiare. L’istituzione dei centri diurni deve essere uno dei punti cruciali della nuova sanità siciliana. Si tratta di strutture che evitano l’emarginazione del paziente, riescono a fornire sostegno alle famiglie, offrono la valida alternativa alle carenze del servizio di assistenza domiciliare, permettono di migliorare l’applicazione di 'terapie blande' o 'gentlecare' per il mantenimento della memoria".