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... Ci costa una fortuna. Ratificato l'accordo Italia-Libia: Berlusconi e Gheddafi grandi amici!

03 marzo 2009

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ieri pomeriggio, 2 marzo, è arrivato all'aeroporto di Sirte (Libia) dove è stato accolto dal primo ministro El Baghdadi Ali El Mahmudi e dal ministro degli Affari esteri Abdulrahaman Shalgam. Con i due, Berlusconi si è intrattenuto a colloquio in una sala riservata dell'aeroporto. Il premier è stato poi ricevuto dal leader libico Muammar Gheddafi sotto la tenda nel deserto della Sirte.
Ad accoglierlo fuori dalla tenda c'era proprio il colonnello Gheddafi, che appena visto Berlusconi gli è andato incontro a braccia aperte. I due si sono salutati calorosamente, abbracciandosi, e sono entrati sotto la tenda per il loro colloquio che è durato circa 40 minuti.
"Siamo felici per il tuo arrivo in Italia. Con l'ambasciatore siamo andati a cercare il posto migliore dove posizionare la tenda". Sono state queste le prime parole che il premier Silvio Berlusconi ha rivolto a Gheddafi.
Il leader libico è atteso in Italia il prossimo luglio per il vertice G8 della Maddalena, al quale Gheddafi è stato invitato in veste di presidente dell'Unione Africana. Oltre alla Sardegna, Gheddafi potrebbe quindi arrivare in visita anche a Roma, prima o dopo lo svolgimento del summit degli Otto Grandi.

In serata, davanti al Congresso generale del popolo libico, Berlusconi ha ribadito le scuse per il passato colonialista italiano, proprio nel giorno in cui il Parlamento libico ha dato il via libera definitivo all'Accordo di Amicizia e Cooperazione tra Roma e Tripoli firmato lo scorso agosto a Bengasi. "Ancora e formalmente accuso - ha detto il premier - il nostro passato di prevaricazione sul vostro popolo e vi chiedo perdono".
Il presidente del Consiglio è intervenuto, accanto al colonnello Muammar Gheddafi, davanti al Congresso generale in occasione di quello che in gergo diplomatico si chiama lo "scambio degli strumenti di ratifica" (anche il Parlamento italiano, da parte sua, ha infatti recentemente ratificato l'accordo). "Il passato che con questo trattato vogliamo mettere alla spalle - ha rimarcato ancora Berlusconi tra gli applausi degli presenti - è un passato di cui noi, figli dei figli, sentiamo una colpa di cui chiedervi perdono". "Nessun popolo - ha aggiunto infatti il premier - può avere il diritto di sottomettere e governare un altro popolo, sottraendogli la propria cultura e le proprie tradizioni".

Quindi ''chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammuci o passate''...
"Accettiamo le scuse porte dall'Italia per l'occupazione colonialista, e prego tutti i libici di vincere i propri risentimenti e tendere la mano ai loro amici italiani in un rapporto paritario di rispetto reciproco". Sono state queste le parole pronunciate da Gheddafi. Il colonnello ha affermato di aver apprezzato molto l'intervento di Berlusconi, soprattutto laddove il presidente del Consiglio ha espresso la sua forte condanna del fallito progetto colonialista. "Giriamo questa pagina nera - ha concluso Gheddafi - e cominciamo una nuova era".
Un'era nuova che per Gheddafi può cominciare, pricipalmente, offrendo alle aziende italiane che intendono operare in Libia la priorità su tutte le altre, e facendo rientrare liberamente - per lavoro o per turismo - gli italiani che risiedevano in Libia prima della cacciata del 1970.

Certo il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, approvato in via definitiva, chiude un lungo capitolo di contenziosi tra Roma e Tripoli, che a l'Italia costerà un bel po'.
Ecco i punti principali dell'accordo:
1. L'Italia si impegna a realizzare "progetti infrastrutturali di base" nei limiti di una spesa di 5 miliardi di dollari (per un importo annuale di 250 milioni di dollari in 20 anni).
2. Roma si impegna anche a realizzare alcune "iniziative speciali", quali la costruzione di 200 unità abitative, l'assegnazione di borse di studio universitarie e postuniversitarie a 100 studenti libici.
3. I due Paesi collaboreranno nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina: le due parti promuoveranno la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche. 
4. La Libia si impegna ad abrogare tutti i provvedimenti e le norme che impongono vincoli o limiti alle imprese italiane operanti in Libia e a concedere visti di ingresso ai cittadini espulsi nel 1970. 
5. Italia e Libia collaboreranno nel settore della difesa, "prevedendo la finalizzazione di specifici accordi relativi allo scambio di missioni tecniche e di informazioni militari, nonchè lo svolgimento di manovre congiunte". 
6. Le due parti si impegnano a favorire il rafforzamento del partenariato nel settore energetico.

[Informazioni tratte da Aise, Corriere.it, Adnkronos/Ing, Il Sole24ORE]

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03 marzo 2009
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