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Amnesty International denuncia all'Ue il trattamento dei rifugiati e dei migranti illegali in Libia

''L'Ue deve riconoscere che in Libia non esiste praticamente alcuna garanzia sui diritti dei rifugiati''

13 aprile 2005

In vista della discussione in ambito europeo sul rafforzamento della cooperazione con la Libia sull'immigrazione illegale, Amnesty International ha diffuso ieri, 12 aprile, un documento in cui deplora il trattamento dei rifugiati e dei migranti illegali nel Paese africano.
Secondo quanto appreso da Amnesty International, i Ministri degli Affari interni e della Giustizia valuteranno la futura cooperazione con la Libia in tema di immigrazione illegale sulla base di un rapporto della Commissione europea, frutto di una missione svolta alla fine dello scorso anno in Libia. Amnesty International ha chiesto che questo rapporto sia reso pubblico, in modo da permettere un dialogo tra tutte le parti interessate, compreso il Parlamento europeo.

''L'Ue deve riconoscere che in Libia non esiste praticamente alcuna garanzia sui diritti dei rifugiati'', ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Ue. ''Le autorità di Tripoli non consentono all'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu di operare in modo adeguato all'interno del Paese, e le persone deportate in Libia dall'Europa vanno incontro a condizioni detentive degradanti e ad ulteriori espulsioni verso paesi dove possono rischiare la prigione e la tortura''.
''In questo contesto - ha proseguito Oosting - le deportazioni dei cosiddetti immigrati irregolari verso la Libia, nelle modalità con cui sono state ripetutamente eseguite dagli Stati membri dell'Ue, in particolare da Italia e Malta, devono essere immediatamente fermate, poiché possono costituire una violazione degli obblighi di diritto internazionale degli Stati membri''.

Nel suo documento, Amnesty International si dice preoccupata per lo sviluppo di meccanismi di cooperazione ad hoc con la Libia da parte dell'Ue e dei suoi Stati membri sull'immigrazione illegale, senza adeguate garanzie sui diritti umani.
''Ciò indebolirebbe la credibilità del Processo di Barcellona con i Paesi del Mediterraneo che ha tra i suoi obiettivi quello di rafforzare il rispetto dei diritti umani in tutta la regione'', ha sottolineato Oosting. ''Se l'Ue vuole relazionarsi con la Libia, il dialogo e la cooperazione dovranno includere il rispetto dei diritti umani come condizione chiara e imprescindibile''.

Fonte: Aise

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13 aprile 2005
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