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Amore criminale?

Strangolata e buttata giù da un ponte per gelosia. La triste fine di Vanessa Scialfa, vent'anni

27 aprile 2012

Nei giorni scorsi, la mattina di martedì 24 aprile, è stata denunciata la scomparsa di una ragazza di 20 anni, Vanessa Scialfa, che viveva ad Enna con la propria famiglia. Del caso si sono subiti occupati i Carabinieri del comando provinciale di Enna. Il padre di Vanessa, Giovanni Scialfa, ha lanciato un appello su Facebook chiedendo a chiunque dovesse vederla o ritenga di avere informazioni utili di contattare immediatamente i Carabinieri al 112 oppure di contattarlo personalmente. Del caso si era occupato anche "Chi l'ha visto?"

Vanessa è stata ritrovata. E' stata ritrovata morta. Ammazzata dal fidanzato che ha confessato.
Vanessa sarebbe stata uccisa, strangolata in casa e poi il corpo sarebbe stato lanciato da un ponte della strada statale 117 bis, la Enna-Caltanissetta, nei pressi dell'ex miniera di Pasquasia.
Il delitto sarebbe stato commesso nell'abitazione di via Filippo Gallina, a Enna, dove la ventenne viveva con il compagno, Francesco Lo Presti di 34 anni, in una zona periferica vicino al Castello di Lombardia, di cui il padre della ragazza, un geometra, era custode e col suo stipendio mandava avanti una famiglia con sei figli, tre dei quali avuti dal secondo matrimonio.
L'uomo, tra i primi sentiti in questura, è stato l'ultimo a vederla viva. Il convivente della giovane ieri mattina aveva raccontato di aver avuto una lite con Vanessa nella tarda mattinata di martedì scorso. La ragazza nel pomeriggio - secondo il racconto dell'uomo - avrebbe lasciato l'abitazione dove i due vivevano. Lo Presti è stato trattenuto dalla polizia che segue il caso.

Il cadavere della ragazza è stato trovato avvolto in un lenzuolo. Il questore di Enna, Salvo Patanè, ha detto che sembrava un vero e proprio "sudario". Gli investigatori non escludono che qualcuno possa avere aiutato l'omicida ad avvolgere il corpo e poi a gettarlo dal cavalcavia.
All'obitorio del cimitero di Enna, durante il riconoscimento del corpo della figlia, papà Giovanni non ha retto al dolore: "Datemelo tra le mani che lo ammazzo..." ha gridato. "Lo avevo accolto in famiglia perchè pensavo che fosse un bravo ragazzo, ma come si fa a uccidere una ragazza per un futile litigio...". Si scaglia contro il fidanzato carnefice. "Non lo devono arrestare - ha aggiunto Giovanni Scialfa che impiegato comunale che ha altri 5 figli - perchè poi ci penserò io, con le mie mani...".

Dopo avere ucciso Vanessa, Francesco Lo Presti avrebbe valutato l'ipotesi di suicidarsi, ma lontano da Enna, probabilmente a Catania. E' quanto emerge dalle otto pagine del fermo disposto dalla Procura nei confronti del 34enne che tre giorni fa, per gelosia, ha strangolato a casa e poi gettato da un ponte la fidanzata ventenne.
Nonostante il riserbo di investigatori e inquirenti, qualcosa è trapelata: Lo Presti - interrogato alla presenza del suo avvocato - sarebbe presto crollato davanti all'incalzare delle domande e la versione del litigio e dell'allontanamento della ragazza non ha retto a lungo. Da quanto si apprende, proprio lui avrebbe condotto le forze dell'ordine sul luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Vanessa, avvolto in un lenzuolo.
L'uomo avrebbe agito sotto l'effetto della cocaina, ha sostenuto nella sua confessione alla polizia e nella ricostruzione dell'uccisione della sua giovane fidanzata. A scatenare la violenza dell'uomo sarebbe stato il sentirsi chiamare, nell'intimità, Alessandro, il nome dell'ex della sua giovane convivente. La lite tra lui e Valentina sarebbe degenerata, tanto che la ventenne aveva deciso di andare via dalla casa dell'uomo dove si era trasferita da tre mesi. Francesco Lo Presti, che ha spiegato di avere assunto della cocaina prima del delitto, ha sostenuto di avere agito colto da un raptus dopo avere visto che la ventenne stava raccogliendo i suoi vestiti, probabilmente per andare via. Così, utilizzando i cavi che connettono il lettore dvd al televisore, l'ha aggredita alle spalle e, dopo averle annodato i fili attorno al collo, l'ha sollevata di peso, scaraventandola sul letto. Ha continuato a serrare il nodo fino a quando la vittima non è morta.

Intanto, la città è sgomenta. Nel Comune capoluogo di provincia, ma che conta poco meno di 30 mila abitanti, tutti conoscevano Vanessa. Il sindaco, Paolo Garofalo, non ha parole: "E' terribile quello che è accaduto - dice -. Nessuno ridarà la vita a Vanessa, ma il Comune intende fare tutto ciò che potrà per i suoi familiari".

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27 aprile 2012
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