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Anche il mondo del Cinema chiede la salvezza di Sakineh

L'allarme sulla vita di Sakineh resta alto ma non si sa concretamente quale sia il giorno della sua esecuzione

07 settembre 2010

"Raccogliendo l'appello del figlio di Sakineh lanciato tramite AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, abbiamo organizzato una giornata contro la lapidazione delle persone e delle idee per arrivare alla liberazione, non solo di Sahineh, ma di tutte le Sakineh". Lo ha detto all'Adnkronos Giuseppe Giulietti, deputato del gruppo misto e portavoce dell'associazione Articolo21.  
L'appuntamento è per giovedì 9 alle 11 nello spazio di Cinecittà al lido di Venezia durante la Mostra del cinema. "L'iniziativa - ha spiegato Giulietti - è organizzata dall'associazione Articolo 21, dall'istiuto Luce Cinecittà con l'amministratore delegato Luciano Sovena, dalle associazioni del cinema e si inserisce all'interno delle giornate degli autori. Non è un'iniziativa di parte - ha sottolineato - invece è un grande evento che nasce dal mondo del cinema affinché si faccia sentire la pressione della pubblica opinione".
Ahmad Rafat, giornalista iraniano, esule in Italia, coordinerà l'incontro durante il quale dall'attrice Ottavia Piccolo saranno lette le testimonianza che in questi giorni stanno arrivando dall'Iran contro la pena capitale. "Vogliamo impedire che si consumi questo orrore. Non ci può essere nessuna motivazione di opportunità diplomatica o di scambi economici - ha concluso Giulietti - che possa portare ad abbassare l'attenzione sui diritti umani".

L'allarme sulla vita di Sakineh resta "alto", ma "per ora non ci sono elementi concreti che facciano supporre che la sua esecuzione sia stata fissata per venerdì", ha intanto fatto sapere Javid Houtan Kian, l'avvocato della donna. Commentando l'allarme lanciato ieri da Parigi dal filosofo francese, Bernard-Henri Levy e dall'ex avvocato di Sakineh, Mohammad Mostafaei, fuggito nelle scorse settimane in Norvegia, in un'intervista telefonica da Tabriz, dove vive e dove è detenuta Sakineh, Houtan Kian torna a dire, come aveva fatto nei giorni scorsi, che Mostafaei "non rappresenta Sakineh né la sua famiglia, con cui non ha contatti". Per l'avvocato, le dichiarazioni che Mostafaei rilascia alla stampa internazionale rischiano di "creare equivoci nocivi per Sakineh", come già accaduto con la foto pubblicata dal Times, che le è costata 99 frustate. L'ipotesi di un'esecuzione venerdì sarebbe quindi esclusivamente legata al fatto che quel giorno finisce il Ramadan, mese durante il quale le autorità avevano promesso che non avrebbero lapidato la donna.
In una precedente intervista rilasciata ad AKI, Houtan Kian aveva spiegato che "il ricorso alla Corte Suprema contro la condanna di Sakineh non è stato ancora formalmente accolto e per questo motivo l'autorità giudiziaria ha il potere di rendere esecutiva in ogni istante la condanna a morte per lapidazione".

All'indomani dell'appello del figlio di Sakineh, l'Unione europea respinge le accuse di immobilismo nel caso di Sakineh. Parlando con AKI, Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton, ha puntualizzato: "Noi abbiamo già sollevato la questione in molte, molte occasioni e già a luglio la Ashton ha scritto una lettera pubblicata su molti media internazionali, nella quale abbiamo fortemente condannato la decisione presa da un tribunale iraniano di condannare questa donna alla lapidazione". "La nostra posizione quindi è chiara - ha continuato la portavoce - e quello che vogliamo anche, che la vita di questa donna sia risparmiata. Non è vero che non abbiamo reagito, certo non possiamo reagire su ogni singolo sviluppo di questa triste vicenda".
Sempre da Bruxelles, l'eurodeputato del Pdl Roberta Angelilli, vice presidente del Parlamento europeo, insieme alla parlamentare Ue Erminia Mazzoni, presidente della commissione Petizione, ha chiesto alla Commissione che la discussione del caso in plenaria, attesa per giovedì, venga anticipata. Alla Commissione europea il vice presidente dell'Assemblea di Strasburgo chiede di "reiterare con una posizione ferma la sua condanna contro l'Iran" sottolineando l'importanza "in questo momento di ritornare con enfasi" sulla vicenda per evitare l'esecuzione della donna iraniana. Per Angelilli "il silenzio in questo caso è complicità, per chiunque. Voltare le spalle dall'altra parte è un atteggiamento pilatesco, assolutamente condannabile".
E nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione europea, tenuto davanti la Parlamento europeo a Strasburgo, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha voluto subito parlare di Sakineh. "Sono scioccato per come i diritti delle donne vengano calpestati in certi Paesi, e sono scioccato di come Sakineh Ashtiani sia stata condannata alla lapidazione. E' un atto efferato". "Nell'Ue noi condanniamo questi atti, che non hanno giustificazione morale nè religiosa", ha aggiunto Barroso, sottolineando come per l'Ue "i diritti umani non siano negoziabili". [Adnkronos/Ing]

- SALVIAMO SAKINEH (Guidasicilia.it, 06/09/10)

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07 settembre 2010
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