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Anche la Sicilia contribuirà agli 80 euro di Renzi

La manovra di governo ci costerà 67 mln di euro. Crocetta: "I soldi dai tagli alla Sanità"

23 aprile 2014

A quanto pare, la manovra con cui il premier Matteo Renzi ha destinato 80 euro in più nella busta paga di chi ha uno stipendio medio-basso, avrà un costo diretto per la Regione siciliana. Parliamo di circa 70 milioni di euro da accantonare come compartecipazione all'equilibrio di finanza dello Stato e di 130 milioni di spesa da congelare per l'ulteriore stretta sul patto di stabilità.
Una tegola che complica ulteriormente la già pesante situazione finanziaria dell'isola.
All'assessorato all'Economia, guidato adesso da Roberto Agnello, stanno studiando il decreto che non è ancora nella sua versione definitiva. I margini di manovra per la Regione tuttavia sono davvero stretti.

Oggi all'Ars comincia l'esame del ddl pagamenti: il testo che arriva a sala d'Ercole, dopo il via libera in commissione Bilancio, prevede, a fronte del mutuo di 1 miliardo per pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, introiti per il gettito Iva di circa 45 milioni di euro, quasi la metà rispetto a quelli che contava di incassare il governo Crocetta nella prima versione del ddl. Risorse che, nei piani del governatore, dovevano servire a dare parte della copertura alla manovra-bis, che dovrebbe arrivare in Assemblea a fine mese.
Ma se i sacrifici chiesti a Regioni e comuni dovessero essere confermati nel decreto Renzi, allora i 45 milioni di nuovo gettito confluiranno tra gli accantonamenti, con la Regione che dovrà trovare tra l'altro altri 25 milioni per le esigenze dello Stato. A ciò si aggiunge il secondo aspetto: il decreto incide anche sul patto di stabilità, irrigidendolo; in questo caso, la Regione dovrebbe congelare ulteriore spesa per 130 mln.
Numeri che rendono davvero complicato per il governo Crocetta portare in aula la manovra-bis da 350 mln, pensata per pagare almeno gli stipendi del personale di enti e consorzi, che non ricevono gli emolumenti per via del blocco della spesa, pari a 550 mln, sancito dall'impugnativa del commissario dello Stato di buona parte della finanziaria.

Più che una tegola, un macigno sulla testa del Crocetta-bis, nato da poco tra mal di pancia e scontenti. Per questi motivi ieri è stata convocata a Palazzo d'Orleans una riunione congiunta tra il presidente Crocetta, l'assessore all'Economia, Agnello, l'assessore alla Salute, Borsellino, con la partecipazione dei direttori e degli staff tecnici. Nel corso dell'incontro è stato analizzato l'impatto sul bilancio della Regione del nuovo dl del governo nazionale, relativo al contenimento spesa. L'incidenza valutata dall'assessorato all'Economia è complessivamente di 67 milioni di euro.
A fine riunione, il governatore siciliano ha scritto: "La situazione è totalmente governabile e non implicherà penalizzazioni per i lavoratori, per le imprese e per poveri, ma verrà gestita con tagli ulteriori di sprechi. In particolare si è pensato di anticipare gli obiettivi di tagli in materia di sanità relativamente ai farmaci e ai costi dei servizi,  già prevedibili per circa 300 milioni. Il governo intende anticipare già prima del consuntivo di spesa, l'obiettivo di taglio di 75 milioni sulle spese regionali, e 75 sui fondi nazionali. In questo modo si risparmia con la lotta agli sprechi e si fa risparmiare anche lo Stato, segno di una Regione che vuole mettere a posto i conti e fare spending review senza macelleria sociale".

Nel corso dell'incontro, inoltre, sono stati sbloccati inoltre 7 milioni per i consorzi di bonifica che permetteranno di pagare i lavoratori.

La circostanza ha scatenato la reazione dura dei deputati siciliani del Movimento 5 Stelle. "Gli 80 euro in più in busta paga per chi guadagna sotto i mille e 500 euro del governo Renzi sono prima di tutto un bluff, ovviamente un bidone bello e buono e nondimeno un disastro per la Regione siciliana. Il provvedimento, infatti, che nulla o quasi modifica nelle tasche dei beneficiari, rischia di far saltare del tutto l’equilibrio finanziario della nostra regione, peraltro già precario".
"La grande manovra (così sponsorizzata) di questo governo nazionale, che ricordiamo non è mai stato eletto, a quanto pare graverà sulle casse delle Regioni", ha sottolineato Giancarlo Cancelleri, "in pratica Renzi si fa bello e alla nostra Regione non resta che trovare da 70 a 100 milioni di euro per pagare questi aumenti di 80 euro mensili. Ci chiediamo, da dove? Si ipotizzano tagli ad una sanità martoriata e già poco efficiente".
"La Regione ha 60 giorni per indicare i tagli da effettuare, altrimenti sarà lo stesso governo centrale ad intervenire con la sua cieca scure. Considerato che la Regione siciliana sostiene direttamente circa 5 miliardi di euro di spesa sanitaria e sostiene la spesa per pensioni e stipendi, secondo voi questa amministrazione regionale o il governo Renzi dove troveranno le risorse da tagliare?". "Il governo regionale - concludono i Cinquestelle all’Ars - ha il dovere di intervenire immediatamente su questa incresciosa vicenda. Bisogna trovare una formula che non penalizzi milioni di siciliani solo per illuderne poche migliaia".

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23 aprile 2014
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