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Anche sul fronte sanità l'Italia è spaccata in due...

... ed è ovviamente il Sud la parte ad essere sempre più indietro

06 marzo 2009

Italia sempre più divisa sul fronte della sanità. Le Regioni virtuose continuano a migliorare, soprattutto al Nord, mentre aumentano le difficoltà per quelle, al Sud e al Centro, che devono colmare ritardi strutturali enormi. Il quadro emerge dalla VI edizione del Rapporto Osservasalute (2008), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentata l'altro ieri al Policlinico Gemelli di Roma.
Dal confronto di alcuni parametri, in questi anni di transizione verso il federalismo, appaiono sempre più nitide le differenze Nord-Sud. A partire dalla quota di Pil che ciascuna Regione spende in sanità. Infatti, mentre quelle del Sud sono costrette a dedicare quote molto elevate del loro Pil all'assistenza sanitaria - si arriva fino all'11% in Molise e a più del 9% in Calabria - Regioni come la Lombardia usano per soddisfare il bisogno di assistenza sanitaria il 5% del proprio reddito (dati 2005).

Le Regioni, inoltre, spendono, pro capite, cifre molto diverse per assistere i cittadini. Dai 1.581 euro a testa in Calabria ai 1.918 del Molise, fino ai 2.200 per la Provincia Autonoma di Bolzano. In generale, comunque, la spesa pro capite sta aumentando, per l'impegno a livello nazionale nell'investimento per la salute dei cittadini: tra il 2006 e il 2007 è passata da 1.692 euro a 1.731 euro per ogni italiano. E, in questo caso, i confini geografici sono più sfumati.
La linea di confine tra settentrione e meridione però diventa assai netta quando si parla di disavanzi. Sicilia, Campania e Lazio, nonostante gli sforzi, hanno un deficit che complessivamente rappresenta circa l'83% del disavanzo accumulato a livello nazionale. E tutte le regioni del Sud hanno un risultato negativo anche nel 2007, accompagnate da Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.

Anche i dati sui tassi di ricoveri in ospedale rimarcano le differenze fra un capo e l'altro della Penisola. A fronte di una diminuzione complessiva sia per i ricoveri in regime ordinario che per quelli in day hospital, continua ad esserci, soprattutto al Sud una frequenza ancora troppo elevata del ricorso all'ospedale, indice, secondo gli esperti, di una scarsa azione sul territorio basata su prevenzione e cure primarie, con conseguenti sprechi e inappropriatezza. Mentre le Regioni 'virtuose' colgono i frutti delle politiche di prevenzione attuate in questi anni. In generale, comunque, rispetto ai dati del Rapporto Osservasalute 2007 si nota una tendenza alla diminuzione dei tassi di ospedalizzazione per acuti e dei ricoveri in regime ordinario di riabilitazione. Un aumento, invece, si registra per i ricoveri in lungodegenza.

S U D - Cresce il disavanzo pro capite nel settore sanitario. In particolare continuano a primeggiare Campania e Sicilia. In condizioni più critiche è la Campania dove il disavanzo pro capite nel 2007 (120 euro) è più che raddoppiato rispetto a quello dell'anno precedente (52 euro). Arretra leggermente in termini di deficit pro capite la Sicilia: se nel 2006 il disavanzo si attestava sui 128 euro, l'anno successivo scende a quota 105 euro con l'isola che occupa la quinta piazza nazionale. La Puglia ha un disavanzo sanitario per assistito di 49 euro nel 2007 ed è una delle pochissime regioni in cui il dato del 2007 appare in crescita rispetto a quello del 2004. Per la Basilicata disavanzo pro capite di 22 euro.
Quanto alla spesa sanitaria pro capite, la Calabria è ultima in classifica nazionale con 1.581 euro spesi per ciascun assistito. In Campania la spesa è pari a 1.654 euro pro capite, contro una performance nazionale che è di 1.731 euro. Dalle regioni una dura critica sui criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale.
Intanto, in Sicilia, dopo due disegni di legge sulla riduzione del numero di Asl è in arrivo il terzo che porterà la firma del Governatore, Raffaele Lombardo. [Informazioni tratte da Adnkronos Salute, Il Sole 24ORE.com]

L'avvertimento del ministro Sacconi alla Sicilia - Si materializza lo spettro commissariamento Sanità per la Sicilia. Lo ha annunciato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi durante la registrazione della trasmissione televisiva della Rai "Telecamere". Insieme all'Isola rischiano grosso altre tre regioni del Sud. "A fine mese valuteremo in via definitiva se dovranno essere commissariate Campania, Molise e Sicilia", ha avvertito Sacconi, mentre per la Calabria si seguirà un percorso diverso perché "la situazione è più complessa". Secondo il titolare del Welfare in materia di sanità "iI Paese è spaccato in due" e occorre una profonda riconversione dei sistemi sanitari del Sud. "Il problema del servizio sanitario al sud è che bisogna responsabilizzare le classi dirigenti inefficienti - ha detto il ministro -. In questo senso il federalismo fiscale sarà vantaggioso soprattutto per il Meridione".

"Il Ministero del Welfare è a conoscenza dello sforzo che il governo della Sicilia sta producendo, fin dal giorno del suo insediamento, per rispettare puntualmente e rigorosamente le prescrizioni previste dal 'Piano di rientro', non solo con l'obiettivo di azzerare l'enorme deficit ereditato, ma anche di riqualificare e riorganizzare il sistema. Proprio per questo motivo non possiamo che condividere la necessità ribadita dal ministro Sacconi di perseguire quest’obiettivo, cosa che probabilmente stanno facendo anche le altre regioni meridionali. E’ sotto gli occhi di tutti che la Sicilia, nonostante il poco tempo a disposizione, ha ottenuto risultati importantissimi che saranno apprezzati, sostenuti e valorizzati in occasione della verifica col 'tavolo ministeriale' in programma alla fine del mese di marzo". L'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ha commentato così le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal ministro Sacconi.

"Non è certo con la minaccia del commissariamento - aggiunge Russo - che si ottiene l'obiettivo di offrire ai cittadini siciliani una sanità migliore. Anzi, mi permetto di dire che difficilmente, in una Regione a statuto speciale come la Sicilia, un commissario potrebbe fare di più rispetto a quanto finora è stato fatto in appena otto mesi. Cosa che, peraltro, il ministro Sacconi sa e ha più volte riconosciuto pubblicamente, apprezzando il cambio di direzione che questo governo regionale è riuscito a imprimere al sistema sanitario. Non penso, dunque, che il Governo nazionale possa essere animato da una improvvisa voglia di distruggere quanto costruito, spezzando un percorso virtuoso ben avviato e che ha prodotto frutti tangibili: penso, ad esempio, al provvedimento con cui sono stati contenuti i budget per le strutture convenzionate esterne e le case di cura; al decreto di rimodulazione della rete ospedaliera con il quale abbiamo ridotto i posti letto in Sicilia di 2.571 unità secondo un programma di dismissione e riconversione già validato dal 'tavolo ministeriale' con l'allegato cronoprogramma; alla riorganizzazione dei dipartimenti che da cinque sono diventati due; alla nomina di dirigenti generali capaci e ben apprezzati in tutta Italia; ai provvedimenti relativi alla riorganizzazione del 118, che a giorni vedranno la luce dopo una complessa fase di gestazione. Più in generale, penso ai tanti provvedimenti di riorganizzazione che rispondono alla necessità di un’azione di profondo risanamento contro gli sprechi e anche contro il malaffare. Di fronte a tutto ciò, mi rifiuto di pensare che il Governo possa limitarsi a giudicare il nostro lavoro con asettiche valutazioni da ragionieri, senza un attento e doveroso apprezzamento degli sforzi compiuti ed è per questo che sono fiducioso sul futuro della sanità siciliana". [SiciliaInformazioni.com]

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06 marzo 2009
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