Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Ancora carte, appunti e documenti

Massimo Ciancimino, interrogato per l'ennesima volta dai pm di Palermo, ha consegnato documenti del padre...

08 aprile 2010

Ha trascorso più di tre ore davanti ai magistrati per l'ennesimo interrogatorio. Testimone dei torbidi rapporti tra mafia e Stato e vittima di un'inquietante intimidazione, l'ultima di una lunga serie, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, ieri è tornato a parlare ai Pm della Dda dei segreti appresi dal padre, ma anche della lettera minatoria recapitatagli, martedì, nella sua casa di Bologna. Un segnale allarmante che il teste ha cercato di interpretare insieme al sostituto Nino Di Matteo e all'aggiunto Antonio Ingroia.
E, ancora una volta, attingendo dall'inesauribile archivio del padre, ha consegnato documenti manoscritti dall'ex politico dc e indirizzati al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Una cartellina fitta di appunti, non si sa se giunti al destinatario, in cui don Vito esprimeva il timore che, dopo l'avviso di garanzia ricevuto a Napoli nel 1994, il Premier perdesse il controllo del partito e consegnasse il Paese ai comunisti.

Il testimone, dunque, ha cercato di chiarire la strana missiva ricevuta, contenuta in una busta insieme a proiettili di kalashnikov, in cui si fa riferimento al 2 aprile, data di nascita dell'ex sindaco, e al numero cinque, come le pallottole inviate. Cifra che non sarebbe stata usata casualmente.
Nella lettera, scritta al computer a caratteri maiuscoli, si fa anche riferimento ai nomi del procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari, del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, del pm Antonino Di Matteo e degli ex parlamentari Claudio Martelli e Luciano Violante. Massimo Ciancimino ha portato con se la fotografia dei 5 proiettili, lunghi 10 centimetri ciascuno. Sull'episodio indaga la Digos di Bologna. Non è escluso che possa essere aumentato il livello di protezione per Massimo Ciancimino, già sotto scorta da quasi due anni.

Ciancimino junior è stato ascoltato dai magistrati anche sul contenuto di alcuni capitoli del libro 'Don Vito', da ieri nelle librerie (Serie Bianca Feltrinelli), in cui si racconta degli ultimi 50 anni di mafia, corruzione, politica, con retroscena inediti. A Ciancimino i magistrati hanno contestato due notizie coperte da segreto e rivelate nel volume: una sull'omicidio dell'ex presidente del Palermo Roberto Parisi, ucciso nel 1985, e un'altra su un suo incontro col "signor Franco", l'agente dei servizi segreti che avrebbe avuto un ruolo nella trattativa. Massimo l'avrebbe visto, poco prima della cattura del boss Bernardo Provenzano, a Roma. Lo 007 usciva dall'ambasciata Usa presso il Vaticano. Allora, la spia gli disse che sarebbe stato meglio se avesse lasciato l'Italia. Infine Ciancimino è tornato sul contenuto di un manoscritto del padre - depositato agli atti del processo al generale Mario Mori - in cui l'ex ufficiale dell'Arma e il suo braccio destro al Ros Giuseppe De Donno venivano accusati di "avere reso falsa testimonianza" (oggi Massimo Ciancimino sarà sentito dai pm di Caltanissetta che hanno riaperto l'indagine sulla strage di via D'Amelio, ndr).

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing, ANSA]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

08 aprile 2010
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia