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Ancora fermi gli operai della SicilFiat di Termini Imerese. Forse lunedì si aprirà un tavolo col ministero del Lavoro

13 aprile 2007

Sembra non ci sia modo di far finire i problemi per la Fiat di Termini Imerese (PA). Infatti lo stop per lo stabilimentosiciliano oramai dura da un intera settimana. L'azienda ha comunicato ai sindacati che anche gli operai del secondo turno (14-22), come avvenuto per i lavoratori del primo (06-14), saranno messi in libertà.
La decisione è legata all'impossibilità per la Fiat di avviare gli impianti in conseguenza della carenza di componenti per l'assemblaggio della Lancia Ypsilon, dovuta alla vertenza in corso alla Ergom di Napoli, la società che fornisce i materiali al gruppo di Torino.
A Termini Imerese la produzione si è fermata lo scorso martedì pomeriggio e da allora non è più ripresa.

Nel frattempo, la Fiat ha predisposto il piano per fronteggiare i problemi causati dalla vertenza alla Ergom: gli operai saranno in fabbrica a Termini Imerese il sabato e i primi giorni di agosto per recuperare le giornate di lavoro perse e riallineare la produzione ai programmi. La Fiat ha informato i sindacati che, dunque, non farà ricorso alla cassa integrazione per il personale che in questi giorni ha messo in libertà, in attesa dell'eventuale chiamata di rientro in fabbrica nel caso di arrivo dei tir con i componenti necessari per la ripresa produttiva.
Il primo sabato di lavoro è previsto nel mese di maggio. Ad agosto, secondo le prime in formazioni, gli operai saranno impegnati la prima settimana del mese.

''La decisione della Fiat di non ricorrere alla cassa integrazione non ha precedenti. Riteniamo grave la scelta di recuperare le giornate perse per via della vertenza in atto alla Ergom facendo lavorare gli operai della Fiat il sabato e ad agosto, quando la fabbrica è solitamente chiusa per le ferie estive'', ha così commentato il piano del Lingotto il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone. ''La Fiat ha assunto queste decisioni - ha aggiunto il sindacalista - senza confrontarsi col sindacato, come ha sempre fatto quando si affrontano questioni di lavoro. Una procedura davvero inusuale e alquanto strana in un momento così delicato per lo stabilimento di Termini Imerese. È chiaro che il sindacato non può accettare un piano del genere. Invitiamo l'azienda al confronto, sapendo che siamo contrari al recupero delle giornate di lavoro in via ordinaria, facendo lavorare di sabato e ad agosto. Siamo pronti anche allo scontro''.

Ma l'azienda di Termini non è stata l'unica a fermarsi: la Fiat ha espresso preoccupazione per la situazione che si è creata anche nello stabilimento di Pomigliano D'Arco in seguito al blocco delle merci dei lavoratori della Ergom. L'azienda torinese - riferiscono i sindacati - si è mostrata determinata a restare fuori dalla vertenza Ergom ma ha sottolineato che questa vicenda mette a rischio le prospettive dei due stabilimenti. Per il segretario della Fim-Cisl di Termini Imerese, Giovanni Scavuzzo: ''Occorre che tutte le parti in causa affrontino nel migliore dei modi la vicenda. Termini Imerese come Pomigliano - ha aggiunto Scavuzzo - sono paralizzate da giorni. Se la Regione Campania e l'azienda finora non sono riuscite a sbloccare la vertenza è necessario che intervengano altri soggetti''.
E sempre dal sindacato si ha avuto notizia che probabilmente il ministro del Lavoro Cesare Damiano potrebbe convocare un tavole di trattative con i lavoratori della Ergom lunedì prossimo.

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13 aprile 2007
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