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Ancora incerto il futuro di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar

La politica è riuscita (per ora) a scongiurare lo sciopero del 30 e 31 agosto che avrebbe lasciato a terra quasi 20 mila passeggeri

26 agosto 2010

AGGIORNAMENTO
Si riapre il dialogo fra sindacati e governo sulla vertenza Tirrenia. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, sceglie la linea morbida e dichiara che, "pur essendoci tutti i presupposti", non emetterà l'ordinanza per obbligare il differimento dello sciopero dei lavoratori marittimi di Tirrenia. Un passo accolto subito con favore dalla Uiltrasporti, che annuncia il rinvio dello sciopero programmato il 30 e 31 agosto. "Finalmente un segnale di responsabilità e di rispetto del Governo - afferma il segeretario generale del sindacato di categoria, Giuseppe Caronia - nei confronti della legittima e sacrosanta lotta dei lavoratori a difesa del loro posto di lavoro". Per Caronia il governo "ha evitato di ricorrere alla forza attraverso un atto coercitivo quale è quello della precettazione che in questa circostanza sarebbe stata del tutto ingiusta ed a cui comunque non ci saremmo assoggettati, e contro la quale avremmo attivato azioni di tutela di ogni tipo con particolar riguardo a quella legale''. "Naturalmente non possiamo a questo punto non accogliere l'invito del Ministro - prosegue Caronia - a differire lo sciopero la cui eventuale effettuazione e l'eventuale data verrà decisa sulla base delle risultanze del previsto incontro del 6 settembre''. Su questa decisione "ha molto pesato anche la consapevolezza dei gravi disagi che il nostro sciopero, seppur legittimo, avrebbe causato a migliaia di cittadini ai quali chiediamo di sostenere la nostra lotta a difesa dei diritti fondamentali come il lavoro". conclude il leader della Uiltrasporti.
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È pressing sull'amministratore straordinario di Tirrenia, Giancarlo D'Andrea, contro l'ipotesi spezzatino della società di navigazione, che si avvia verso due giorni di stop per lo sciopero proclamato da Uiltrasporti, Orsa e Federmar Cisal, minacciando di lasciare a terra fra 15mila e 20mila turisti che hanno un biglietto per il rientro a casa.
Anche se circa 300 marittimi di 4 traghetti che collegano Genova e Porto Torres e Olbia e Civitavecchia hanno scritto al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, per assicurare che garantiranno il sevizio, sperando che nell'incontro del 6 settembre tra sindacati e governo "si prenda una decisione seria" nei loro riguardi altrimenti, dicono, "ci faremo sentire".
Ma la Uiltrasporti va avanti, confermando la protesta, disposta a violare anche la precettazione. Il ministro, ricordando che fino al 5 settembre fare scioperi é vietato dalla regola della franchigia estiva, ha spiegato che lo slittamento della riunione, che la Uiltrasporti aveva chiesto prima dello sciopero, è necessario perché "qualche prospettiva si è aperta" e quindi vuole presentarsi all’incontro con "qualcosina in più" di concreto. In sostanza, con un quadro più chiaro e novità che potrebbe aver raccolto dall’amministratore straordinario di Tirrenia che deve occuparsi di trovare un acquirente. Per il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, il ministro Matteoli "non ha soluzioni reali".

In campo sono in due ad aver dichiarato interesse per il gruppo di navigazione. Mediterranea Holding (la cordata guidata dalla Regione Sicilia - 36%), dopo essersi vista respingere da Fintecna (la finanziaria di Stato che ha il 100% di Tirrenia) la richiesta di slittamento dell’offerta agli inizi di agosto (LEGGI), è tornata alla carica con una proposta di acquisto di tutti gli asset di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar, garantendo "il mantenimento dei livelli occupazionali e il rispetto rigoroso di tutti i servizi, in particolar modo di quelli che fruiscono delle sovvenzioni statali". La "cordata siciliana" ha convocato per il 31 agosto l’assemblea dei soci per l’aumento di capitale. "Noi non sottoscriveremo l’aumento e quindi la nostra quota percentuale diminuirà. Per Tirrenia c’é già un’offerta presentata. Abbiamo avviato dei contatti con i sindacati e, tra i soci ai quali cederemo le nostre azioni, a prezzo di costo, ci sono i lavoratori che stanno investendo una parte del loro tfr per partecipare all’operazione contribuendo ad evitare il cosiddetto spezzatino, per una gestione unitaria delle società", ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
Su un altro fronte, il presidente di Moby, Vincenzo Onorato, che vuole acquistare solo Tirrenia (senza Siremar, dunque), nei prossimi giorni contatterà Giancarlo D’Andrea per avviare una trattativa.
Secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, l'"unica soluzione" possibile per Tirrenia è una divisione in "good e bad company", come quella adottata per Alitalia, con la vendita delle sole parti buone. Ipotesi che fa temere al segretario nazionale Ugl trasporti Roberto Panella "decisioni già prese senza il coinvolgimento del sindacato", e ritenuta una soluzione da scongiurare dal capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta. Il ministro Matteoli ha detto di non saperne nulla e ha osservato che "se non si trova una soluzione per il 30 settembre", scadenza indicata dall’Unione europea per concludere la privatizzazione di Tirrenia e delle controllate regionali Siremar (Sicilia), Saremar (Sardegna), Toremar (Toscana) e Caremar (Campania), "dovremo prorogare le concessioni e trovare un accordo in Europa".

Resta ancora incerto, dunque, il futuro di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar.

- La Tirrenia come il Titanic (Guidasicilia.it, 06/08/10)

- Ma la nave va? (Guidasicilia.it, 07/08/10)

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26 agosto 2010
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