Ancora nessuna notizia sul barcone stipato di migranti scomparso nel mare a sud di Malta
Sono settantotto i migranti sbarcati nella notte sulle coste siciliane. Cinquantadue di loro, tra cui 7 donne e un bambino, sono arrivati dopo l'una a Lampedusa: erano stati avvistati nella serata di ieri a 40 miglia a sud dell'isola da un aereo Atlantic della Marina militare e poi intercettati dalla motovedetta 407 della Capitaneria di porto che li ha trasbordati e condotti a Lampedusa.
Adesso si trovano nel centro di accoglienza. Nelle stesse ore altri 26 sono stati fermati a terra sulle coste siracusane, in contrada Canalazzo, a Portopalo. Trovata anche la barca di cinque metri che era stata segnalata quando era ancora in mare.
Gli immigrati hanno dichiarato di essere in prevalenza nordafricani. Dopo l'identificazione sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Cassibile.
Non si sa ancora nulla, invece, del barcone carico di migranti scomparso lunedì scorso, dopo essere stato localizzato a sud di Malta, da un aereo delle Forze Armate dell'isola.
Sulla barca viaggiavano stipati 57 migranti, tra cui donne e bambine, molti dei quali probabilmente richiedenti asilo in fuga da persecuzioni e conflitti armati. L'allarme era stato lanciato nella giornata di lunedì dai parenti di alcuni dei migranti a bordo che risiedono in Italia ed avevano preso contatto con la Guardia Costiera. Un aereo delle Forze Armate maltesi aveva poi localizzato l'imbarcazione a circa 80 miglia nautiche a sud di Malta ed aveva scattato delle fotografie, dalle quali sembra evidente lo sforzo dei migranti di svuotare l'acqua dalla barca con una tanica. Successive operazioni di ricerca effettuate dalle autorità maltesi non erano però riuscite a rintracciare l'imbarcazione.
''Abbiamo fatto di tutto per localizzare il barcone 'scomparso'. Abbiamo proseguito le nostre ricerche fino a all'altro ieri ed esteso il raggio delle operazioni di altri dieci chilometri, ma senza alcun esito''. Il generale Carmel Vassallo, capo delle Forze Armate maltesi, ha risposto così all'appello lanciato l'altro ieri dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che ha invitato le autorità de La Valletta e a non sospendere le ricerche del barcone. ''Dopo aver fotografato il barcone da un aereo in fase di ricognizione - ha detto ancora l'alto ufficiale - abbiamo inviato una motovedetta nella zona, che ricade in acque internazionali. Nel corso delle ricerche abbiamo soccorso, martedì notte, anche un altro barcone con 24 persone, che si era rovesciato. Tutti gli extracomunitari, tranne lo scafista che è annegato, sono stati tratti in salvo. Abbiamo anche rischiato di perdere uno dei nostri uomini''. Ritornando al barcone disperso, il generale Vassallo ha spiegato che i soccorritori hanno chiamato ripetutamente il numero di telefono satellitare da dove era partito l'Sos, attraverso le chiamate degli immigrati ad alcuni congiunti residenti in Italia, ''ma l'apparecchio risultava irraggiungibile''. ''Nonostante questo - ha sottolineato il capo delle Forze Armate maltesi - abbiamo fatto di tutto per localizzare il barcone. A bordo quasi tutti avevano un salvagente, ma in mare non abbiamo trovato traccia nemmeno di un eventuale naufragio. E' come se quel barcone si fosse volatilizzato''.
''Siamo una piccola nazione e non possiamo affrontare questa emergenza da soli - ha detto un portavoce del Ministero dell'Interno maltese - è giunto il momento che l'Europa risponda con serietà alle richieste che provengono dai Paesi del Mediterraneo interessati da questo fenomeno che ha ormai assunto dimensioni bibliche''.
L'accorato appello lanciato dall'Unhcr è stato parzialmente accolto dalle autorità italiane, che ieri mattina hanno inviato in perlustrazione nel Canale di Sicilia un aereo militare Atlantic e sette motovedette della Guardia Costiera partite da Lampedusa e dalla costa sud della Sicilia. L'Alto Commissariato ha espresso il proprio apprezzamento per la mobilitazione italiana. ''Le operazioni di ricerca e soccorso - si legge in una nota dell'Unhcr - confermano l'impegno delle autorità marittime italiane, spesso in prima linea nel salvare vite umane, un'attività di grande valore umanitario che svolgono con profondo senso di responsabilità e abnegazione''.
- ''I soccorsi tardivi e la piccola Malta'' di G. M. Bellu