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Ancora nessuna traccia dei dispersi

Continuano le ricerche nel mare di Lampedusa, ma è giallo sul naufragio

10 settembre 2012

Ancora nessuna traccia dei dispersi del naufragio di giovedì scorso a largo di Lampedusa, riferito da un gruppo di 56 tunisini soccorsi sull'isolotto di Lampione.
La Guardia Costiera sta proseguendo le ricerche, ma prende sempre più corpo l'ipotesi che quella fornita dagli extracomunitari sia una versione falsa e che, in realtà, i migranti siano stati abbandonati vicino alla scogliera dagli scafisti, poi allontanatisi. "In casi simili - spiegano gli inquirenti - salgono a galla i salvagenti, il carburante e tutto quello che si trova a  bordo". E invece il relitto e tutto quel che trasportava è svanito.
Finora, nel tratto di mare in cui è avvenuto il salvataggio, pattugliato da giorni, è stato trovato un solo corpo, mentre il cadavere di una donna è stato ripescato a Capo Grecale e per gli investigatori difficilmente le correnti avrebbero potuto portare lì uno dei dispersi a Lampione.

I "naufraghi" hanno riferito di essere partiti in 136 da Sfax quindi all'appello mancherebbero 78 persone. I migranti, interrogati dalla polizia che indaga per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio, raccontano tutti la stessa storia. Ma, per gli investigatori, potrebbe essere una versione concordata per avere una chance di restare in Italia. E convince poco anche  la telefonata che ha lanciato l'sos ai carabinieri giovedì pomeriggio. Una voce concitata che in un italiano stentato grida: affondiamo. Per gli inquirenti potrebbe essere addirittura uno degli scafisti che hanno lasciato il "carico" di uomini e donne in balia del mare.
Saranno gli interrogatori, condotti dalla polizia, a dare una risposta agli interrogativi su questo  misterioso naufragio: gli agenti stanno sentendo i migranti sopravvissuti - tra loro anche 6 minori partiti da soli dalla Tunisia - per ora portati al centro di accoglienza di Lampedusa.

Una struttura arrivata a ospitare migliaia di persone che oggi, dopo mesi,  è tornata a riempirsi. Oltre ai 56 "naufraghi", sono stati trasferiti nella struttura di contrada Imbriacola i 34 migranti che, nonostante i pattugliamenti continui della costa da parte delle forze dell'ordine, sono stati tranquillamente scaricati in banchina al porto da un barcone che si è poi  allontanato. Ieri, in serata, poi, a bordo di pullman hanno raggiunto il cpa altri 82 extracomunitari soccorsi dalla Guardia Costiera a 35 miglia a sud di Lampedusa mentre viaggiavano su un barcone in avaria.

Intanto, il governo tunisino sta predisponendo una serie di misure mirate a contrastare il fenomeno dell'emigrazione clandestina verso le coste italiane. Lo ha detto, intervenendo al telegiornale della rete Wataniya1, il ministro degli Esteri, Rafik Abdessalem, che ha anche reso nota l'istituzione di una unità di crisi per seguire la vicenda delle decine di tunisini che sarebbero annegati nel naufragio di qualche giorno fa a largo di Lampedusa. Contestualmente, Abdessalem ha dato disposizioni affinché alcuni dei diplomatici tunisini con sede in Italia - cui si aggiungerà uno dei segretari di Stato delegati all'emigrazione - si rechino sui luoghi del disastro per seguire l'evoluzione delle ricerche. Tra le misure annunciate, il rafforzamento del dispositivo di controllo lungo le coste da dove, tradizionalmente, partono i natanti diretti in Italia e una rete di punti informativi destinati ai tunisini al fine di metterli a conoscenza "degli elementi indispensabili per una vita decente".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

- "Finché c'è speranza di trovare ancora qualcuno in vita, continuiamo" (Guidasicilia.it, 08/09/12)

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10 settembre 2012
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