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Ancora pesanti rivelazioni nell'audizione a Firenze del collaboratore di giustizia Francesco Campanella

''Il Governo regionale ha finanziato la cosca di Villabate''

18 gennaio 2006

È continuata ieri, nell'aula bunker del complesso di Santa Verdiana, a Firenze, l'audizione di Francesco Campanella, 33 anni, ex presidente del Consiglio comunale di Villabate (PA) e neopentito. Campanella, già interrogato il giorno prima dai pm della Dda di Palermo De Lucia, Prestipino e Di Matteo, ha rivelato ieri notizie su presunti brogli nelle elezioni regionali del 2001. Campanella, che da quando si è pentito vive sotto tutela stabilita da una misura urgente richiesta dalla Dda di Palermo, è stato interrogato dal pm Di Matteo.

Secondo quanto detto da Francesco Campanella durante la sua deposizione, Salvatore Cuffaro, nel 1991, fece ottenere ''un finanziamento miliardario dal ministero dell'agricoltura dell'allora ministro Calogero Mannino per la cooperativa agricola di Nino Vitale, della cosca di Villabate. Per questo finanziamento, Vitale mi raccontò che pagò una tangente a Mannino e consegnò i soldi a Nino Bruno che, per il tramite di Salvatore Cuffaro, li fece avere a Mannino''. Nino Vitale era organico alla cosca di Villabate: ''me lo disse Nicola Mandalà, ma era evidente dalle sue frequentazioni'', ha aggiunto il pentito.

''Il sostegno alla candidatura alle politiche del 2001 per l'Udc di Saverio Romano da parte della cosca di Villabate fu totale''. Ha anche aggiunto Campanella, sollecitato dalle domande del pubblico ministero Di Matteo. ''Allora - ha detto Campanella - ero presidente dei giovani Udeur e spesso andavo a Roma, appoggiandomi alla casa di Salvatore Cuffaro, per assistere alle riunioni del centrosinistra per la composizione delle liste per le politiche del 2001. Un giorno eravamo a pranzo a Campo de' Fiori con Franco Bruno e con il magistrato dr. Sarno, capo di gabinetto della Li Calzi, allora sottosegretario. Arrivarono Saverio Romano e Totò Cuffaro. Bruno, che sapeva che tra me e Romano non correva buon sangue, gli disse 'Saverio, sei candidato a Bagheria ma Francesco non ti vota'. Lui si seccò e rispose: 'no, Francesco mi vota perché siamo della stessa famiglia e poi aggiunse in siciliano, 'scinni a Villabate che t' informi' (scendi a Villabate che ti informi). Cosa che feci: appena arrivato a Villabate, vidi Nino Mandalà che mi confermò''.

Francesco Campanella ha poi dichiarato ancora: ''Salvatore Cuffaro e Saverio Romano hanno incontrato Angelo Siino (il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra) prima delle Regionali 1991 e per questo Calogero Mannino era furibondo''. ''Me lo disse Franco Bruno, che mi riferì dell'ira di Calogero Mannino - ha detto Campanella -. Bruno aveva detto a Cuffaro che era inopportuno andare da Siino per chiedergli i voti, perché tutti sapevano chi era Siino. Tra l'altro, Bruno conosceva Siino che gli era stato presentato dall'imprenditore siciliano Puccio Bulgarella, che era amico di Siino''.
A tutt'oggi se a Totò Cuffaro viene chiesto se allora sapesse o meno chi fosse Siino, il governatore risponde che lo conosceva sì, ma come pilota di rally.

- ''La nuova mafia'' (Guidasicilia.it)

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18 gennaio 2006
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