Ancora sulle intercettazioni Napolitano-Mancino
Azione disciplinare per il pm Nino Di Matteo e il suo capo Francesco Messineo
Per la vicenda delle telefonate intercettate tra Napolitano e Mancino finiscono sotto accusa il pm palermitano Nino Di Matteo e il suo capo, Francesco Messineo.
Il procuratore generale della Cassazione ha promosso l'azione disciplinare nei confronti dei due magistrati siciliani. A Di Matteo si contesta l'avere "ammesso l'esistenza delle telefonate tra l'ex ministro dell'Interno e il capo dello Stato", a Messineo, invece, il non avere segnalato le violazioni commesse dal magistrato del suo ufficio ai titolari dell'azione disciplinare.
Nel provvedimento, notificato ai due magistrati tramite la Procura generale della Corte d'appello di Palermo, Di Matteo, tra i titolari dell'indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia, viene accusato di "avere mancato ai doveri di diligenza e riserbo" in un'intervista rilasciata nel giugno scorso in cui il pm aveva "ammesso seppure non espressamente l'esistenza delle telefonate tra Mancino e Napolitano". Secondo il pg, in questo modo, il magistrato avrebbe "indebitamente leso il diritto di riservatezza del capo dello Stato" riconosciuto dalla sentenza della Corte costituzionale che ha accolto il ricorso del Quirinale sul conflitto di attribuzioni con la procura di Palermo.
[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Lasiciliaweb.it]