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Ancora un femminicidio a Palermo

Uccide la convivente e scappa. Il delitto davanti al figlio di 2 anni

10 luglio 2013

Ventisei anni, mamma di un bambino di due. Rosy Bonanno, è stata uccisa dal convivente e padre del bimbo, Benedetto Conti (36 anni), con una coltellata durante un litigio in un'abitazione di via Orecchiuta a Palermo. L'uomo è fuggito, ma poco dopo è stato fermato a Villabate (Pa) in un'abitazione dove risulta residente. L'uomo è stato portato negli uffici della squadra mobile palermitana per essere interrogato.
La polizia sta cercando di ricostruire la dinamica dell'omicidio. Secondo alcune indiscrezioni l'uomo avrebbe accoltellato la ex compagna davanti al loro figlio di due anni: il bimbo avrebbe quindi assistito al delitto.

Bendetto Conti, fermato per omicidio, sarebbe stato denunciato sei volte dalla vittima per stalking. L'uomo avrebbe dovuto vedere il figlio due volte a settimana ma sarebbe andato nella casa degli ex suoceri quotidianamente disturbando e assillando la donna.
La donna viveva in casa dei genitori a Palermo mentre Conti a Villabate. Stamattina l'uomo avrebbe approfittato del'assenza dei genitori della ex - che erano andati a trovare una congiunta in ospedale - per raggiungere Bonanno, cominciando l'ennesima discussione e il litigio sarebbe sfociato nell'omicidio. Conti poi sarebbe andato verso Villabate, dove vive, e dopo il fermo avrebbe detto ai poliziotti di aver ingerito del veleno per topi per suicidarsi. La polizia ha accompagnato l'uomo in ospedale per una lavanda gastrica. Il cadavere della donna sarebbe stato scoperto dal padre dopo il rientro in casa.

Amaro e durissimo lo sfogo della madre della vittima: "Ora che mia figlia è morta - ha detto - siete venuti tutti. Ma per due anni no, per due anni di denunce no. E ora mia figlia è morta. L'avete tutti sulla coscienza. Questa non è giustizia, lui avrebbero dovuto rinchiuderlo".
La donna racconta che Conti si era mostrato violento anche durante la convivenza, e che era stato denunciato ripetutamente alle forze di polizia. Una zia della vittima afferma che Rosy lo aveva denunciato anche per violenza sessuale.
La coppia si era separata da gennaio "perché mia figlia era in pericolo", afferma ancora la madre della vittima, e ricorda una serie di intimidazioni e violenze: "Ci hanno bruciato la macchina, ci hanno rotto il vetro, ci hanno lasciato una bottiglia di benzina dietro la porta con i fiammiferi, ci hanno insultato per telefono".
Secondo la donna, i servizi sociali stavano valutando se trasferire in una comunità Rosy e il bambino, per proteggerli: "Ma se dovevano proteggerli dovevano rinchiudere lui, non mia figlia", grida la madre, che in preda a una forte agitazione è stata poi soccorsa da personale del 118.

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10 luglio 2013
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