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Tra sondaggi e rumors (più o meno smentiti), la campagna elettorale per le Regionali entra nel vivo

14 settembre 2012

Secondo il Datamonitor per BlogSicilia.it, realizzato il 10 e 11 settembre, il candidato alla Regione Siciliana, Nello Musumeci (Pdl, Cantiere Popolare e La Destra), è in testa alle preferenze col 30%, pur avendo perso un punto percentuale rispetto al sondaggio precedente. Rosario Crocetta (Pd, Udc, Api) cresce al 28% (+1%). Invariata la terza posizione con Gianfranco Miccichè (Grande Sud, Fli, Pds-Mpa, Mps) che mantiene il 20%. Stessa tendenza anche per Claudio Fava (Sel, Idv e Federazione della sinistra) che mantiene il 10%. Giancarlo Cancelleri (Movimento Cinque Stelle) tiene con l'8%.
In questo sondaggio, recentissimo, entrano in "classifica" anche altri candidati, segno che la campagna elettorale sta entrando nel vivo della competizione: Cateno De Luca (Movimento Rivoluzione siciliana) ottiene il 2%; Mariano Ferro (Forconi) e Davide Giacalone (Movimento LeAli alla Sicilia) raggiungono l'1% dei voti.
Resta alta la percentuale, pari al 42,6% fra indecisi e votanti pronti a inserire nell'urna schede bianche o nulle; in calo rispetto al 46% della scorse settimane.

E dalle percentuali sondaggistiche, passiamo a parlare della "cifra" stilistica che, purtroppo, sta caretterizzando questa campagna elettorale siciliana: quella delle chiacchiere, delle indiscrezioni (subito smentite) e dei pettegolezzi da comari.
Protagonisti, ancora una volta, i politici del Partito democratico che non riescono proprio a trovare la quadra della situazione.
Nei giorni scorsi, l'ex vicepresidente della Regione siciliana, Massimo Russo, in un'intervista all'edizione locale di Repubblica aveva detto: "Potrei candidarmi con Rosario Crocetta. Ma devo incontrarlo. E capire come vuole utilizzare la mia esperienza". "Mi piacerebbe - aveva aggiunto - consolidare quando di buono è stata fatto nel settore della Sanità".
A breve giro è arrivata la smentita di Rosario Crocetta, che ha chiuso le porte a Russo annunciando di volere una nuova riforma della sanità per correggere le mosse dell'assessore uscente. Crocetta ha detto, inoltre, che avrebbe incontrato l’ex assessore ed ex magistrato ma di volere prendere tutt'altra strada (LEGGI).

Probabilmente con una punta di offesa, Massimo Russo ha subito voluto commentare le dichiarazioni del candidato Crocetta: "Non ho mai chiesto niente a nessuno, né candidature, né posti in listino, né tanto meno poltrone assessoriali". "Da siciliano - ha aggiunto - mi preoccupo delle tante risposte che devono essere ancora date ai drammatici problemi della Sicilia e da amministratore, in uno dei settori più delicati della Regione, ho il dovere di chiedermi - e l'ho chiesto pubblicamente a Crocetta - quali saranno le ulteriori azioni in programma per consolidare nei prossimi anni una riforma come quella della sanità, peraltro appoggiata con convinzione dal Pd e apprezzata in tutta Italia, come testimoniato recentemente dal ministro Balduzzi e dagli assessori della sanità della Conferenza delle Regioni". "Prendo atto delle affermazioni di Crocetta - ha concluso Russo - che pensa addirittura di cambiare la riforma della sanità, magari per compiacere a qualche input di tipo elettoralistico. Da persona seria e responsabile, resto a disposizione della mia terra qualora si dovessero verificare le condizioni per realizzare e consolidare le riforme avviate ma non posso consentire a nessuno che si speculi sul mio lavoro e sulla mia dignità".

Il "caso Russo", manco a dirlo, ha riaperto la ferita tra filogovernativi e antilombardiani che ha spaccato il Partito democratico negli ultimi anni. E vede scontrarsi due linee: quella che vuole rimuovere il passato lombardiano e quella che punta a rivendicare quanto di buono realizzato al governo.
Per Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all'Ars: "C'é un pezzo della coalizione che sostiene Rosario Crocetta che sembra muoversi sul solco del settarismo e dell'autosufficienza. Non mi piace questo modo di fare, che considero miopia politica: ci sono persone come Massimo Russo che possono degnamente essere al nostro fianco per cambiare la Sicilia". "Con la stessa franchezza - ha aggiunto - dico che se qualcuno pensa che dopo il 28 ottobre si potrà tornare indietro sulla sanità, così come su altre questioni dirimenti per la nostra Regione, penso all'eolico o ai rifuti, troverà in me non un avversario ma un nemico".
Sembra chiaro che Cracolici faccia riferimento al segretario regionale dei democratici, Giuseppe Lupo, in extremis portavoce della linea della "discontinuità" rispetto al governo Lombardo.
La presenza di Russo nella corsa alle regionali non sarebbe dispiaciuto a Giovanni Panepinto né a Baldo Gucciardi, né tanto meno a Nino Papania, che hanno definito Russo "una risorsa".

Sulla volgia di "discontinuità" di Giuseppe Lupo, Massimo Russo in una nota ha affermato: "Preoccupa la demagogia preelettorale del segretario del Pd Lupo che rischia di ergersi a paladino di un passato che per fortuna, almeno nella sanità, abbiamo cancellato". "Pur di rimarcare a tutti i costi la discontinuità dal governo Lombardo - ha aggiunto - Lupo mi attacca per i provvedimenti sui punti nascita, sull'aggregazione dei laboratori d'analisi e sul ticket. Si è informato prima di parlare? Lo sa che abbiamo rispettato gli accordi nazionali e che senza questi provvedimenti, in linea con la politica sanitaria del paese, la Sicilia avrebbe perduto alcune centinaia di milioni di euro? E' con questo spirito che, mentre a Roma il Pd sposa la linea del rigore, Lupo vuole affrontare i gravissimi problemi della Sicilia, speculando su scelte fatte con serietà e senso di responsabilità?".
La replica del segretario regionale del Pd non ha tardato ad arrivare: "A fare demagogia e disinformazione è proprio Russo che sa bene che le sue scelte scellerate di accorpare i laboratori d'analisi, chiudere i punti nascita, abolire l'esenzione ticket non sono imposte da Roma". "Si assuma le sue responsabilità - ha aggiunto - piuttosto che nascondersi dietro motivazioni infondate e false scuse, inaccettabili per chiunque abbia un minimo di competenza in campo sanitario".

Nel dibattito si è inserito anche Bernardo Mattarella, deputato regionale del Pd. "Continuare a insistere sull'idea dell'allargamento dell'alleanza a chi è stato presente nel governo Lombardo significa non volersi rendere conto del disastro che quella scelta ha determinato e del conseguente distacco maturato da tanti dirigenti e militanti del Pd". "La direzione regionale e l'assemblea regionale del partito - ha concluso Mattarella - hanno definitivamente chiuso quella fase, stabilendo che alle elezioni regionali di ottobre il Pd non sarebbe stato né con Lombardo né con i lombardiani. E' questo il solco politico da seguire se si vuole dare ai siciliani la speranza del cambiamento e della discontinuità".

Insomma, lo scontro continua ed è facile che chiacchiere, indiscrezioni (subito smentite) e pettegolezzi da comari, durino fino alla fine (fortunatamente, relativamente vicina) della campagna elettorale.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, LiveSicilia.it, GdS.it, Lasiciliaweb.it]

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14 settembre 2012
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