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Anni terribili per la scuola siciliana

Tra tagli agli organici di docenti e personale Ata, problemi strutturali degli edifici e mancanza di una legge regionale sul diritto allo studio

22 novembre 2013

Tra tagli agli organici di docenti (-12,84% pari a 10.520 unità dal 2008 a fronte di una contrazione della popolazione studentesca del 4,73%) e personale Ata (-5017), problemi strutturali degli edifici, mancanza di una legge regionale sul diritto allo studio, gli ultimi anni per la scuola siciliana sono stati terribili, con un impoverimento dell'offerta formativa mentre la dispersione scolastica arriva al 22,5%, con punte del 29,5% e del 30,38% a Caltanissetta e Ragusa. Lo sostiene la Flc Cgil Sicilia che ieri ha presentato un dossier che fotografa la situazione della scuola nell'isola ponendosi come base di una serie di richieste per rilanciare l'istruzione.
"Con questa iniziativa - ha detto Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Sicilia - vogliamo richiamare innanzitutto la Regione ad assumere l'istruzione come priorità nell'azione di governo. La scuola - ha sottolineato - è andata avanti in questi anni grazie ai sacrifici di chi ci lavora e della famiglie, ma non può esserci una buona scuola se è orfana della politica".

Alla regione il sindacato chiede in primo luogo di varare la legge sul diritto allo studio, di aprire dunque subito il negoziato sull'argomento su cui la Cgil, assieme alla Rete degli studenti medi ha lanciato nei mesi scorsi una petizione popolare che sarà a breve consegnata all'assessore regionale all'istruzione. Ma anche di attivare una conferenza di servizio per affrontare il problema della dispersione scolastica, con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche ed enti locali.
Il dossier della Flc prende in esame tutti gli ordini di scuola. A partire da quella dell'infanzia, che lascia fuori oggi ben 15 mila bambini, scarsamente presente dunque, con lunghe liste d'attesa. E prima della scuola dell'infanzia ci sono le sezioni Primavera, destinate ai bambini tra 24 e 36 mesi e cofinanziate col Pac, su cui il 26 novembre sindacati e regione dovrebbero firmare un'intesa per avviarne 100 per circa 2.000 bambini su una potenziale domanda di 47 mila. "Siamo a poco più del 4% - ha detto Scozzaro - una percentuale dunque inaccettabile che richiede uno sforzo in più di cofinanziamento da parte della Regione".

Si arriva alla scuola primaria, per vedere che in Sicilia solo il 3% di chi frequenta (7 mila alunni) ha il tempo pieno a fronte di percentuali dal 70% al 95% delle regioni del centro Nord. "La differenza tra chi fa 27 ore a settimana e chi ne fa 40 - ha rilevato Scozzaro - è di 2.145 ore di lezione in meno, in cinque anni, cioè, è come se i siciliani facessero due anni di scuola in meno. Si aggiungono i problemi del sovraffollamento delle classi: se la media regionale di alunni per sezione è del 22%, - rileva il dossier della Flc - si registrano aree interne spopolate con classi deserte e invece nelle aree metropolitane si arriva fino a 29 alunni per classe".
L'analisi della Flc prosegue con la scuola secondaria, sulla quale è difficile il recupero di dati relativi all'offerta formativa, e con i percorsi di formazione professionale. "Sia la scuola secondaria, in particolare i professionali, che la formazione professionale - ha sostenuto Scozzaro - tra il primo e secondo anno perdono una percentuale di alunni del 26,93% nel primo caso del 27,54% nel secondo. Si tratta di circa 3.000 ragazzi che i sistemi educativi non riescono a trattenere e che diventano invisibili andando ad alimentare il bacino dei Neet".

C'è poi l'analisi delle scuole carcerarie, che dovrebbero vedere rafforzata "un'offerta sottodimensionata rispetto alla domanda", per arrivare ai problemi irrisolti delle scuole provinciali. "In queste condizioni, cioè in un contesto con i più alti indici di povertà e disoccupazione, e le carenze elencate cui si aggiungono la mancanza di servizi specialistici per i disabili, la mancanza di anagrafe degli studenti e dell'edilizia scolastica, senza una politica dell'offerta formativa e dei fondi europei - ha sostenuto il segretario della Flc - la scuola non può essere in condizioni di formare i giovani per competere con i coetanei delle aree forti del paese e dell'Europa". Ecco perché la Flc chiede un cambio di rotta, al governo nazionale, a cui chiede un progetto coerente per l'istruzione e finanziamenti, al governo regionale cui ricorda che "nell'istruzione è il futuro delle giovani generazioni e della Sicilia tutta". [Fonte: Italpress - €conomiaSicilia.com]

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22 novembre 2013
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