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Anno nuovo, nuovi aumenti

Da ieri le bollette di luce e gas sono più care. Oggi l'aumento della benzina ha provocato reazioni e minacce di scioperi

02 gennaio 2012

Bollette più care per elettricità e gas nel 2012. Il prezzo dell'energia elettrica crescerà del +4,9%, e quello del gas del +2,7% nel primo trimestre 2012. Lo ha stabilito l'Autorità per l'energia.
"I persistenti rialzi delle quotazioni petrolifere e, per l'energia elettrica, anche gli incentivi alle fonti rinnovabili e i connessi costi per adeguare i sistemi a rete al nuovo scenario di produzione decentrata e intermittente. Sono questi i principali elementi alla base degli aumenti dei prezzi dell'energia elettrica (+4,9%) e del gas (+2,7%) nel primo trimestre 2012, definiti dall'Autorità per l'energia per le forniture ai clienti che usufruiscono dei servizi di tutela1", spiega la nota dell'Autorità. "Per l'energia elettrica, la famiglia tipo servita in maggior tutela, spenderà 22 euro in più su base annua mentre per il gas, a causa degli aumenti delle quotazioni del petrolio, la maggiore spesa sarà di 32 euro: infatti, rispetto al 2010, il prezzo medio annuale del greggio ha registrato un incremento del 40% in dollari. Per le famiglie in condizioni di grave disagio economico, per quelle numerose e per i malati gravi che necessitano di apparecchiature elettriche, è previsto l'incremento dei bonus a riduzione della spesa per elettricità e gas", continua la nota. "In particolare, nel 2012, il bonus elettrico aumenterà del 12% per un importo annuo pari a un minimo di 63 ad un massimo di 139 euro (155 euro per i malati gravi) e, per il gas, l'incremento sara' del 20% portando il bonus a un valore compreso fra i 35 e i 318 euro. Ad oggi, circa un milione di famiglie l'anno usufruiscono del bonus elettrico e oltre 600mila del bonus gas".

In cinque regioni italiane, ad aumentare col nuovo anno saranno anche le addizionali sul carburante. Da ieri, infatti, la Toscana ha aumentato l'imposizione fiscale sulla benzina di 5 centesimi (6,1 cent Iva inclusa), il Lazio di 2,6 centesimi, la Liguria di 2,5 centesimi, le Marche di 5 centesimi, l'Umbria di 4 centesimi.
L'impatto sui prezzi praticati sul territorio è stato immediato, e oggi la benzina ha raggiunto il nuovo livello record di 1,738 euro/litro, con punte di quasi 1,8 euro/litro in alcune aree del Paese, segnatamente al Sud e nel Centro, dove è più forte l'effetto addizionali. È quanto emerge dal consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it in un campione di stazioni di servizio rappresentativo della situazione nazionale per Check-Up Prezzi QE.
Per Quotidiano Energia "poco conta che Tamoil abbia aumentato i prezzi raccomandati del prodotto leggero di 0,4 centesimi. Quello che impatta sono, come detto, le decisioni prese a livello regionale. Ne è la riprova la sostanziale stasi del diesel (non toccato dalle addizionali), attorno a quota 1,7 euro/litro".
Il prezzo medio praticato dalla benzina (in modalità servito) va oggi da 1,729 euro/litro degli impianti Shell all'1,738 di quelli IP (no-logo in salita a 1,640). Per il diesel si passa dall'1,699 euro/litro di Eni all'1,702 di Tamoil (no-logo a 1,599). Il Gpl è tra gli 0,744 euro/litro di Eni e lo 0,756 di Tamoil (no-logo a 0,726).

Le associazioni dei consumatori aderenti a Casper (Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione Nazionale Consumatori) hanno deciso di indire due giorni di "sciopero della benzina" per protestare contro i rincari abnormi dei carburanti registrati in queste ultime ore in Italia. "Il 5 e il 6 gennaio prossimi i cittadini italiani sono invitati ad astenersi dal fare rifornimento di benzina e gasolio, come forma di protesta contro i continui aumenti delle accise decisi dagli ultimi due governi, e contro le speculazioni sui prezzi alla pompa che mantengono alti i listini nonostante il calo del petrolio" afferma Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons.
E Casper - Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, denuncia: "L'abnorme situazione dei carburanti in Italia determina non solo una stangata sul pieno che sfiora i 200 euro annui ad automobilista, ma anche un effetto negativo sui prezzi al dettaglio dei beni trasportati su gomma. Effetto che potrà arrivare al +0,3% sul tasso di inflazione, con danni enormi per le tasche delle famiglie italiane".
Per tale motivo le 4 associazioni hanno indetto uno "sciopero della benzina" che si terrà il 5 e il 6 gennaio 2012, chiedendo a sindacati, partiti politici, e movimenti sul web di aderire, e annunciano inoltre la preparazione di una denuncia penale in relazione alle speculazioni sui prezzi di benzina e gasolio.

Contro il caro-carburante anche gli autotrasportatori dell'Aias e gli agricoltori aderenti al Movimento dei 'Forconi', che hanno annunciato cinque giorni di sciopero in Sicilia, a partire dal 16 gennaio. "L'agitazione non avrà solo lo scopo di fare abbassare le accise sul carburante, che ormai ha raggiunto livelli insostenibili per la vita delle aziende di autotrasporto - dicono Mariano Ferro e Giuseppe Richichi, responsabili del movimento Forconi e dell'Aias - ma quello di dare prospettive di crescita e di occupazione a un'intera regione".
Le due associazioni chiamano a raccolta anche le altre categorie produttive e sociali: mondo agricolo, artigiani, commercianti, universitari, disoccupati. "Non si può più lavorare quando l'acquisto di una merce è di 20 centesimi e il suo trasporto è 50, quando il costo del trasporto supera quello del prodotto il sistema si rompe", avvertono agricoltori e autotrasportatori. Aias e Forconi sottolineano che "questa agitazione non è uno sciopero contro i siciliani ma è l'unico sistema per indurre la classe politica a mettere in atto strategie, scelte e provvedimenti che possano realmente giovare al mondo della produzione e del trasporto".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Codacons.it]

 

 

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02 gennaio 2012
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