Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Annullata l'ordinanza di custodia cautelare per il 17enne indagato per la morte dell'ispettore Filippo Raciti

05 giugno 2007

Il Gip del Tribunale per i minorenni di Catania, Alessandra Chierego, ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere da lei stessa emessa nei confronti del diciassettenne indagato per la morte dell'ispettore Filippo Raciti, deceduto il 2 febbraio durante gli scontri del derby di calcio con il Palermo allo stadio Massimino.
Il diciassettenne resta comunque in carcere, perché nei suoi confronti resta pendente l'ordine di arresto per resistenza aggravata a pubblico ufficiale.

Ad indurre il Gip di Catania a revocare l'ordinanza di custodia cautelare, vi sarebbe la perizia dei Ris di Parma che avrebbe sollevato tanti ''dubbi'' sul fatto che il sottolavabo che un filmato vede nella mani del 17enne mentre carica la polizia, possa essere l'arma del delitto. Tanto da far venire meno ''la gravità degli indizi per giustificare la detenzione cautelare in carcere''. Non vi sarebbero, però, neppure elementi a conferma dell'ipotesi della difesa circa il ''fuoco amico'', pista che viene nuovamente esclusa, con il rigetto dell'ennesima richiesta di perizia medico-legale.
Infatti, nelle scorse settimane i carabinieri della scientifica hanno rilevato delle tracce di vernice blu sugli scarponi e sulla maschera antigas dell'ispettore Raciti, inoltre, dopo gli esami accurati che hanno escluso che la morte sia stata causata dall'impatto con il sottolavello, ''le analisi degli specialisti hanno preso una nuova strada'', rilanciando l'ipotesi di un impatto mortale con la jeep Discovery della polizia. Una tesi che il consulente della difesa, Carlo Torre, il perito di Cogne, ha messo nero su bianco: ''Il complesso lesivo si adatta benissimo ad un trauma di tipo automobilistico...''.

La sorpresa più evidente durante le analisi è stato, infatti,  il campione di vernice blu prelevato dalla maschera antigas e dagli anfibi dell'ispettore morto durante gli scontri: l'analisi ha consentito di accertare che i frammenti di colore azzurro sono costituiti da una resina acrilica modificata con nitrocellulosa e con una forte presenza di biossido di titanio quale carica inorganica. La vernice sugli anfibi e la maschera è la stessa. Gli investigatori del Ris hanno chiesto di analizzare anche i pantaloni ed il casco del poliziotto, che non sono stati loro consegnati. Se queste però sono tracce della carrozzeria della jeep Discovery, non è stato ancora accertato.
Secondo il Gip Chierego, è da ''escludere la tesi dell'incidente stradale'', con l'ispettore che sarebbe stato investito da un Discovery della polizia mentre faceva retromarcia perché, ha ribadito il giudice, ''bisogna tenere presente non soltanto la deposizione dell'agente che era alla guida ma anche di quella del poliziotto che era accanto a Raciti'', che è, per il gip, determinante. ''Su tale ricostruzione degli eventi - ha scritto il Gip - nonostante improbabili ricostruzioni in tal senso, svoltesi anche in sedi inopportune, non vi è spazio ad alcun dubbio''. Per questo il gip ha respinto ancora una volta la richiesta di un incidente probatorio presentato dai legali dell'indagato per una nuova perizia medico legale.

''Era ora, c'è voluto tanto tempo ma me lo aspettavo''. Sono state questa le prime parole, pronunciate tra lacrime di felicità, dal diciassettenne dopo avere appreso l'annullamento dell'ordine di arresto per omicidio. A rivelarlo i legali dello studio Lipera che hanno incontrato ieri il loro assistito nel carcere per i minorenni catanese di Bicocca.
Agli stessi difensori, venerdì scorso, il diciassettenne aveva sostenuto di ''sentirsi ottimista'' sulla decisione del gip che ha affermato di ''ringraziare per la serenità avuta nella valutazione del caso''. Il primo pensiero è stato per la famiglia: ''Spero di tornare presto a casa per potere riabbracciare i miei genitori''.
Poi la conferma di ''avere capito di avere sbagliato, di avere commesso un errore gravissimo, ma soltanto per la passione del calcio''. Quella passione che lo ha portato a esultare in carcere quando il Catania, vincendo con il Chievo a Bologna, ha conquistato la permanenza in serie A: ''Se la squadra fosse retrocessa in B - ha rivelato ai suoi legali il diciassettenne - non me lo sarei perdonato, perché sarebbe stata anche colpa mia...''.
Come già detto, il minore rimarrà comunque in carcere, perché nei suoi confronti resta pendente l'ordine di arresto per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per questo reato il dibattimento per il giudizio immediato è stato fissato per il prossimo 5 luglio.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

05 giugno 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia