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Annullato il 41 bis per il boss stragista Mimmo Ganci

Ritenuto uno dei più pericolosi killer di Cosa nostra deve scontare diverse condanne all'ergastolo

13 gennaio 2009

I giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma hanno annullato il 41/bis, il carcere duro, al boss stragista Domenico Ganci figlio del capomandamento della Noce, Raffaele Ganci, stretto alleato di Totò Riina. Il provvedimento è del 30 dicembre, ma la notizia è stata diffusa solo oggi.
Mimmo Ganci è detenuto dal giugno del '93 nel carcere di Rebibbia perché deve scontare condanne all'ergastolo, molte delle quali definitive, in particolare per la strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Falcone sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, e alcuni delitti eccellenti compiuti in Sicilia.
Gli avvocati difensori del killer nei mesi scorsi avevano chiesto al tribunale di sorveglianza l'annullamento del carcere duro che è poi stato accolto dal tribunale. Domenico Ganci è accusato di oltre 40 delitti, ed è considerato uno dei più pericolosi sicari di Cosa nostra.

Contro la revoca del 41 bis a Domenico Ganci si è scagliato Salvino Caputo (Pdl), componente della commissione regionale antimafia di Palermo. "Bisogna sottrarre ai magistrati di sorveglianza la competenza a valutare la revoca del regime carcerario previsto dal 41 bis e affidarlo a un ufficio centrale unico. Troppa discrezionalità in capo ai singoli uffici giudiziari di tutta Italia". Caputo definisce la decisione "assurda e scandalosa". "Mentre in Sicilia la mafia si sta riorganizzando e tra i boss latitanti come Mimmo Raccuglia e Messina Denaro scoppia un forte contrasto per il controllo del territorio, un boss del calibro di Mimmo Ganci viene considerato da un Tribunale della Repubblica non più pericoloso. Bisogna porre subito un freno a questa totale discrezionalità affidata ai magistrati dei singoli uffici di sorveglianza, dove basta una semplice relazione favorevole da parte dei servizi sociali o del carcere per ottenere la possibilità di potere avere contatti con l'esterno privi dei rigorosi controlli del 41 bis". Caputo ha chiesto al ministro della Giustizia Angelino Alfano di lavorare a una riforma dei criteri per l'esame delle istanze di revoca del 41 bis.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

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13 gennaio 2009
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