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Antonello Montante deve dimettersi?

Chi appoggia e chi invita al "passo indietro" il presidente di Confindustria Sicilia, sotto inchiesta per mafia

12 febbraio 2015

Il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, dopo essere finito all’interno di un’inchiesta per mafia, ha ricevuto l’appoggio e la solidarietà della sua associazione che gli ha chiaramente chiesto di mantenere la sua carica.
Il comitato di presidenza di viale dell'Astronomia ha ribadito più volte la fiducia a Montante (LEGGI), così come lo hanno fatto l’Ance Sicilia, la Piccola Industria e i Giovani industriali dell'Isola: "Nessuno pensi di bloccare la squadra aggredendo l'attaccante. Perché al suo fianco c'è un intero sistema, fatto di imprese sane e di imprenditori onesti, che si muove in un'unica direzione".
Ma la questione centrale, ogni giorno di più, diventa la permanenza di Montante - chiamato in causa da cinque pentiti che parlano di una vicinanza dell'imprenditore con esponenti di "famiglie" nissene - nel ruolo di consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia.

Chiede, invece, a Montante un passo indietro, "per tutelare se stesso e per garantire la necessaria limpidezza con cui deve agire l’Agenzia per i beni confiscati alle mafie", Claudio Fava, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia.
"Le notizie pubblicate in questi giorni - ha detto Fava - non consentono a nessuno pregiudizi di condanna ma pretendono da tutti chiarezza, sul piano giudiziario e su quello istituzionale. Nell’auspicio che a questa chiarezza si arrivi presto e senza ombre, l’autosospensione di Montante è un atto di cautela dovuto anzitutto alle funzioni di estrema vulnerabilità e sensibilità dell’Agenzia. Ai cui lavori dà il proprio contributo, è bene non dimenticarlo, anche il procuratore nazionale antimafia".

"Nessuno emetta condanne senza avere verificato con ogni necessaria attenzione le dichiarazioni di cui si parla. Ho la massima fiducia che la magistratura vaglierà con assoluta imparzialità quelle affermazioni, che esaminerà i riscontri e che lo farà presto. La Sicilia che ogni giorno combatte contro la mafia ne ha bisogno", ha invece affermato il sindaco di Catania Enzo Bianco. "Ho riflettuto a lungo - ha aggiunto - prima di prendere la parola sui sospetti lanciati contro il presidente Montante. Il ruolo che i pentiti hanno avuto nei colpi inferti a Cosa Nostra è indubbio. Ma sappiamo anche che tante, troppe volte dichiarazioni infamanti hanno colpito persone insospettabili, talvolta proprio nemici dichiarati delle organizzazioni mafiose". "Antonello Montante - ha concluso Bianco - in questi anni ha assunto con coraggio posizioni nette. L’esperienza degli imprenditori siciliani che hanno denunciato non sarebbe esistita senza la sua determinazione".

Secondo Umberto Postiglione, prefetto a capo dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, le dimissioni di Montante dipendono solo ed esclusivamente da "una sua sensibile valutazione".
Il prefetto ha sottolineato che la nomina del consiglio direttivo dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati alle mafie, di cui fa parte Montante, "spetta al presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministero dell'Interno". "Non ho la possibilità né di chiedere né di proporre - ha aggiunto Postiglione - ma solo di esprimere solidarietà a Montante, che ho conosciuto come persona che si batte per la legalità. Sta vivendo momenti difficili per le dichiarazioni di alcuni pentiti, nessuno è colpevole finché non viene condannato e nessuno è tenuto a dimettersi se viene accusato da qualcun altro".

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12 febbraio 2015
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