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Approvata la legge che riforma la legittima difesa. Sarà un far west all'italiana?

Sarà più facile sparare a chi viola il proprio domicilio

25 gennaio 2006

Sparare al ladro che viola un domicilio senza correre il rischio di finire in carcere, neanche se si uccide il malvivente, o il presunto tale, d'ora in avanti si potrà. La Camera ha infatti varato la riforma della legge sulla legittima difesa, riforma che prevede la possibilità per i cittadini di usare le armi in casa per difendere se stessi o i propri beni. Il provvedimento, fortemente sostenuto dalla Lega e che ha avuto l'appoggio di tutta la Cdl, è passato con 244 voti a favore e 175 no.

Con questa riforma, nell'ipotesi di violazione di domicilio, non sarà più punibile (in quanto il rapporto di proporzione tra difesa e offesa è ora presunto ex lege) chi spara contro il malvivente o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità. E non sarà più punibile nemmeno se gli spara per difendere i (propri o altrui) beni, a due condizioni però: che vi sia pericolo d'aggressione e che non vi sia desistenza da parte dell'intruso, ossia che di fronte all'intimazione del proprietario di casa, ad esempio, invece di scappare reagisca minaccioso.
Le nuove norme sulla legittima difesa valgono non solo all'interno delle abitazioni privata, ma anche nei negozi e in ogni luogo dove sia svolta attività commerciale e imprenditoriale.
''Da oggi i delinquenti devono avere qualche timore in più e le brave persone, vittime di aggressioni, qualche problema in meno. E' stato finalmente sancito il principio per cui un aggressore e un aggredito non sono più sullo stesso piano. E' stato riconosciuto il diritto dell'aggredito di difendersi'', ha  detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli.

Nell'aula di Montecitorio tutta l'Unione compatta ha votato contro quella che è stata ripetutamente definita una ''legge da far west''.
Reazioni non positive sono state registrate anche nel mondo della Giustizia: ''Purtroppo è stata approvata un'altra legge ingiusta: autorizza la 'legittima offesa' '', ha detto il presidente dell'Unione delle Camere Penali Ettore Randazzo, spiegando che i penalisti hanno sempre avversato la legge ''fin dalla sua presentazione in Parlamento, perché autorizza la 'legittima offesa' anche nei confronti di chi non rappresenta un pericolo per la incolumità del cittadino''. Randazzo ha aggiunto che ''il nostro sistema era al proposito molto ben maturato e tutelava soltanto i casi in cui l'aggredito dovesse davvero difendere la sua incolumità sempre che la difesa fosse proporzionata all'offesa ricevuta''.

Il testo era stato approvato al Senato il 6 luglio scorso, ma era da tre anni che giaceva in Parlamento. Il leghista Luciano Dussin, infatti, da primo firmatario l'aveva presentata il 26 giugno del 2003. Oggi, l'approvazione della legge rappresenta per la Lega un nuovo successo politico con una ''legge bandiera'' da utilizzare in campagna elettorale.
''La legge sulla legittima difesa è l'ennesimo scambio di favori tra i partiti della Cdl, questa volta a favore della Lega - commenta a proposito la diessina Marcella Lucidi, membro della commissione giustizia della Camera dei Deputati -. È un errore pensare che armare i cittadini li renderà più sicuri. È un' idea di sicurezza che degrada la socialità, che riduce la libertà, che invita ad armarsi, a evitare gli sconosciuti, a diffidare del vicino, a non frequentare alcuni luoghi, a non uscire in certi orari, ad affacciarsi dalle grate, a vivere dietro porte blindate o sotto gli occhi delle telecamere''.

- Il testo della legge

- ''La lezione americana che il Polo dimentica'' di Vittorio Zucconi (Repubblica.it)

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25 gennaio 2006
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