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Appuntamento in TV

Poi, alla fine, sembra, pare, così dicono che Berlusconi e Prodi si potranno confrontare in televisione

09 marzo 2006

E' una delle campagne elettorali più brutte quella che è in corso (e che sembra durare da tempo ''immemorabile''), una campagna elettorale dai toni spesso puerili e infantili, fatta di ripicche, offese e promesse di far pace col mignolino ''flick e flock''.
Sembra un invito a rimanere indecisi o addirittura a diventarci indecisi. Intontiti, buttarsi verso il più becero qualunquismo...
''Io non vado in tv se lui non rispetta le regole''... ''Io ci vado lo stesso. Però se lui la smette di scappare, allora posso rinunciare alla conferenza stampa''...
Scuole elementari dopo l'ora della ricreazione? No, purtroppo. E', in sintesi, il fulcro dei discorsi con i quali in questi ultimi giorni i leader delle due coalizioni ci hanno deliziato. Alla fine però, sembra che un accordo possano riuscire a trovarlo i due, e in pieno spirito di ''par condicio'', di seguito vi aggiorniamo sui bisticci di Silvio Berlusconi e Romano Prodi.


Parola al Cavaliere

''Rinuncio alla conferenza stampa finale, vediamo se Prodi smette di scappare. Comunque, se non si presenta, io lunedì mi presenterò davanti alle telecamere Rai, anche con il tempo dimezzato''.
Silvio Berlusconi alla fine, sembra, aver ceduto: non andrà in televisione per la conferenza stampa finale da presidente del Consiglio. Quello che Romano Prodi aveva chiesto come condizione per partecipare al duello tv con il premier, che, a questo punto, quasi certamente si farà (si fara?).
L'annuncio arriva nel corso di un programma televisivo, quello più classico, un puntata di 'Porta a porta'. ''La verità è che Prodi scappa e non vuole confrontarsi in nessun modo con me in tv e la sinistra ha costruito un meccanismo, la par condicio, per non farmi andare in televisione''.
Per Prodi, Berlusconi ha finalmente capito che esistono delle regole. E il premier: ''Credo che non lo abbia voluto capire lui, perché ha compiuto una violenza antidemocratica su una regola approvata dal Parlamento, io ho dovuto subirla e lo faccio davanti agli italiani perché comprendano che personaggi sono costoro''.

Sulla poltrona del programma di Bruno Vespa, Berlusconi poi fa la sua campagna elettorale e comincia a tessere le lodi del suo quinquennale governatorato.
Parla del rilievo che - dice - l'Italia ha acquisito in Europa: ''Non credo che l'Italia debba stare in Europa facendo, come in passato, il lacchè di Francia e Germania, e adeguandosi sempre alle loro decisioni. Con me tutto è cambiato''. Berlusconi sottolinea l'autonomia del suo governo nella Ue, e cita la nomina di Josè Manuel Barroso alla presidenza della Commissione e la modifica del Trattato di Maastricht.
Poi parla dell'ingratitudine di Montezemolo: ''Non c'è stato nulla tra le cose chieste dalla Confindustria per il rilancio delle imprese che il governo non abbia fatto: Montezemolo è un ingrato''.
Qualche battuta sulle frequenze radiotelevisive: ''Prodi vuol fare bottino delle frequenze di Mediaset per regalarle agli amici editori''. ''Si legge sotto le parole di Prodi, credo sia un discorso inaccettabile in un paese democratico''. Per il premier ''sono tutte menzogne'' che grazie alla legge Gasparri ''il gruppo Mediaset guadagni un miliardo in più''.
Poi sui sondaggi: ''Per Euromedia la Cdl è al 50%, il centrosinistra al 49,3. Forza Italia si colloca al 23%. Una differenza piccola, ma il trend è in ascesa''. Il premier polemizza con le altre società di sondaggi: ''Gli americani mi hanno spiegato che è impossibile che ogni istituto di ricerca dia le stesse percentuali per tutti i partiti. O sono d'accordo per fini politici, o lo fanno per evitare brutte figure''.
Ritorna sulla sua più acerrima nemica, la magistratura: ''La magistratura deve tornare a essere un ordine, non un potere'', dice Berlusconi, secondo il quale ''quando un pm porta un teorema di accusa contro un cittadino, un giudice ci pensa 27 volte prima di dargli torto'', e se lo fa dimostra ''un atto di coraggio''. Per il premier ''i pm devono far parte di tutta un'altra categoria''. La legge Cirami? ''E' stata sacrosanta''.
Una battuta sul ''Comunismo al potere'': ''Il paese è in mano alla sinistra, che controlla mondo della scuola, sindacati, patronati, cultura, cinema''. In caso di vittoria del centrosinistra ''non ci sarebbe una vera democrazia, ma cadremmo nella situazione di certe regioni rosse dove bisogna camminare con l'Unità e la Repubblica in tasca''.
E una sul fatto di non essersi arricchito di più in questi ultimi 5 anni: Berlusconi rifiuta le accuse formulate da Prodi secondo cui la sua discesa in politica avrebbe portato a un arricchimento delle sue aziende. ''Quando sono sceso in politica il mio gruppo ha quotato le aziende, ora è sceso al 30% di Mediaset''. Per il premier ''sono diminuite le cifre di affari, è aumentato il valore'', ma nella media delle aziende italiane ''il gruppo Espresso si è arricchito più di me''.

Parola al Professore

''La sfida tv? Io la voglio fare ma deve essere paritaria''. E' quanto ha affermato il leader dell'Unione Romano Prodi a Catania, prima che cominciasse la manifestazione con gli altri leader dell'Ulivo, Piero Fassino, Francesco Rutelli e Luciana Sbarbati, e prima che si conoscesse la decisione di Berlusconi. ''Se arrivasse un messaggio adesso con la dichiarazione del premier che dice 'io non faccio la conferenza stampa dopo', dopo cinque minuti sono disponibile''. E infatti...
E' stata la conduttrice della Convention a dare l'annuncio della rinuncia di Berlusconi alla conferenza stampa finale in Tv, accolto da un boato. Prodi, quindi, ha alzato le braccia in segno di vittoria: ''Era ora. Finalmente Berlusconi accetta le regole [...] Abbiamo ricondotto le cose nella giusta misura, questa situazione non aveva consistenza''.

Poi alla platea radunata al palazzetto dello sport catanese ha parlato delle elezioni nazionali e di quelle nell'Isola.
Per le regionali il Professore ha pronosticato un esito positivo: ''Il centrosinistra alle prossime regionali in Sicilia punta alla vittoria con buone carte, abbiamo il successo in... Borsellino'', ha detto scherzosamente il leader dell'Unione a margine della manifestazione elettorale.
Il leader dell'Unione ha poi riferito l'auspicio dell'accorpamento delle elezioni amministrative in Italia, previste per il 28 maggio prossimo, e quelle per le regionali in Sicilia: ''Più si accorpa e meglio è. Io sono per l'election day perché costa meno e perché non possiamo continuare a chiedere sempre alla gente di andare a votare, senza considerare poi le continue chiusure delle scuole''.
E per quanto l'euro? ''Sono abituato a rimediare ai guai altrui...'', ha rispoto Prodi, sostenendo che adesso ''occorre lavorare per rimettere il dentifricio nel tubetto''. ''E' più di quattro anni - ha aggiunto Prodi - che l'euro è entrato in vigore, è il momento di smetterla di attribuirgli colpe che non ha''. Secondo il Professore ''occorre controllare gli abusi e le speculazioni che ci sono stati e favorire la concorrenza''.
Prodi ha anche ribadito la sua posizione sul ponte sullo Stretto: ''Non ho nulla contro, ma non lo considero una priorità, né mia né del mio governo. Occorre prima ragionare su strade, viadotti e altre infrastrutture''. ''Il tunnel sotto la Manica - ha aggiunto - ha fatto già fallire tre società. Occorre prima valutare il rapporto costo e benefici''.
Un pensiero il leader del centrosinistra l'ha dedicato anche all'alleanza tra l'Mpa e la Lega Nord: ''Un'alleanza innaturale legata a questo nuovo sistema elettorale''. ''E' un'intesa senza logica, e non me l'aspettavo, perché ci vuole una grande arte politica: che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra''. ''Per questo - ha concluso il professore - non mi meraviglierei se non ci fosse un risultato positivo da parte dell'elettorato''.
Infine Prodi ha affermato che ''la modifica della legge elettorale è una delle priorità del nostro governo insieme al rilancio dell'economia; non sarà facile perché va trovato un accordo tra le due coalizioni''.

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09 marzo 2006
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