Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Aretusei a Grimsby

Gli operai britannici: ''Se il tuo nome è Luigi o Alfonso non fare richiesta di lavoro qui''

03 febbraio 2009

"Se il tuo nome è Luigi o Alfonso non fare richiesta di lavoro qui". Così si legge in uno dei tanti cartelli branditi dagli operai della raffineria Total Lindsey, che continuano a picchettare davanti ai cancelli dello stabilimento per "far valere i nostri diritti" contro l'arrivo di operai italiani dell'Irem. Comunque, tengono a precisare gli operai inglesi, nonostante le frasi a effetto di alcuni slogan: "Non ce l'abbiamo con i lavoratori italiani ma con i padroni".
Il signor Whitehurst, delegato della sigla sindacale Gmb dice: "Noi non siamo contro gli italiani. Io ho lavorato in Italia e qui ci sono persone che vengono da molti altri Paesi. Non siamo razzisti. Questa mattina, a bordo di un auto della polizia, sono andato personalmente a dire a quelli del British National Party - partito di estrema destra britannico - di andarsene. Ma stanno usando i lavoratori italiani per aggirare il nostro contratto nazionale: portano qui gli stranieri per non rispettare il nostro contratto".
"Voi italiani, al nostro posto, fareste lo stesso", dice Jeff Kart, in sciopero da mercoledì. "E' tutta colpa delle leggi europee. L'unione europea è una dittatura: noi non vogliamo star dentro l'Ue, nessuno ci ha chiesto il nostro parere, non c'è stato nessun referendum".
"Noi vogliamo solo lavorare qui, vicino alle nostre case. Non andare a cercare lavoro altrove", spiega Dave Blacky. "Ce l'abbiamo con i dirigenti: il prossimo mese 200 tecnici verranno licenziati e arriveranno altri 200 italiani. Vogliamo poter far richiesta anche noi per quei posti".

"Noi siamo tranquilli, vogliamo soltanto lavorare e non vediamo pericoli. Gli inglesi? Ci trattano con grande civiltà". Questo è il punto di vista di Daniele Gilibisco, capo cantiere della siracusana Irem, che dovrebbe realizzare un impianto di desolforazione nella raffineria Lindsey Oil, e portavoce dei lavoratori a Grimsby.
Daniele ha 34 anni e gli ultimi 13 li ha trascorsi in giro per il mondo al lavoro: "Non ho mai visto una cosa del genere". Il tecnico aretuseo prova a sdrammatizzare con una battuta: "Se ci costringono a tornare a casa - dice sorridendo al telefono - vorrà dire che noi ci faremo restituire Fabio Capello: il tecnico della nazionale Inglese tornerà in Italia con noi...". "Per la verità - aggiunge ancora Gibilisco - qui l'unico problema è la noia: non vediamo l'ora di potere cominciare a lavorare. Ci sono segnali di possibile schiarite: speriamo bene". Ieri mattina, infatti, i delegati sindacali britannici sono entrati nello stabilimento di Grimsby per discutere un possibile accordo con i dirigenti.
Sono circa 100 lavoratori stranieri, 80 italiani e 20 portoghesi, che da diverse settimane vivono su una nave-alloggio nel porto della cittadina che si trova alla foce del fiume Humber. Impossibilitati a lavorare continuano a ingannare il tempo con gite, guardando film e parlando al telefono con i familiari, che seguono con apprensione la situazione, che fino ad oggi hanno preferito tenere un profilo basso per "evitare - spiegano sposando la linea scelta dalla società - di contribuire a alimentare polemiche o tensioni che non servono in questo momento". Al riparo dell'anonimato qualcuno però ammette che "c'è disagio per quello che sta accadendo". "Non si capisce come in un Paese come la Gran Bretagna dove è nata la carta dei diritti -  osservano - possa accadere qualcosa del genere".

E assolutamente spiazzato dalla situazione lo è anche il vice presidente dell'Irem, Nello Messina. "Non capisco le polemiche in Gran Bretagna: ci sono contratti europei e leggi del libero mercato che vanno rispettati. Noi non ci fermiamo, anche perché dovremmo pagare una grossissima penale alla committente Total". "Forse in Gran Bretagna - aggiunge Messina - non sanno che noi stiamo realizzando un rigassificatore in provincia di Rovigo su una piattaforma off shore alla quale, con noi, lavorano un centinaio di operai inglesi. Loro possono, e ci mancherebbe altro, lavorare in Italia come noi, nel rispetto delle leggi, possiamo lavorare in Gran Bretagna".

La politica e i sindacati - "La libera circolazione dei lavoratori è un principio fondante dell'Unione europea che non può in alcun modo essere messo in discussione, pena la crisi del patto comunitario di Schengen". Così il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, ha commentato l'ondata di scioperi in Gran Bretagna contro i dipendenti della Irem che, vogliamo ricordarlo ancora una volta, ha ottenuto una commessa nella raffineria Lindsey Oil della Total, nel Lincolnshire vincendo regolarmente il concorso internazionale.
Il premier britannico Gordon Brown aveva già bollato gli scioperi come "indifendibili". Ieri è tornato sull'argomento e li ha definiti "controproducenti". "Capisco che le persone siano preoccupate per il loro posto di lavoro", ha detto Brown, aggiungendo che il suo governo sta facendo tutto il possibile per garantire un equo trattamento per i lavoratori britannici. "Ma non credo che uno sciopero possa essere altro che controproducente", ha sottolineato, ricordando che la Total ha detto più volte che non c'è alcuna discriminazione contro i lavoratori britannici e che il governo è impegnato a risolvere la controversia. E che il governo britannico tutelerà i lavoratori italiani lo ha ripetuto il ministro delle Attività produttive inglese Peter Mandelson, durante un colloquio telefonico con il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso.

"Lo sciopero non è autorizzato, anche se comprensibile per via della crisi che ha colpito la Gran Bretagna, ma noi spingiamo sempre perché i Mercati restino aperti". Queste le parole dell'ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, conversando con i giornalisti. L'ambasciatore ha spiegato che lo sciopero non è il modo giusto per risolvere il problema e che per superare questa crisi economica non si può più tornare indietro e che è quindi necessaria una risposta globale. "L'Italia lavora insieme alla Gran Bretagna per trovare una risposta giusta alla crisi economica", ha aggiunto Chaplin, che ieri mattina ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a cui ha assicurato l'impegno di Londra per risolvere quanto prima la situazione. In particolare, è al lavoro un'agenzia indipendente per la mediazione, per scoprire eventuali irregolarità nell'affidamento dell'appalto dalla Total alla Irem.

Il segretario della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava e il numero uno della Cisl di Siracusa, Paolo Sanzaro, hanno rivolto un appello al governatore della Regione, Raffaele Lombardo, "affinché faccia pressioni a Roma" in relazione alla vicenda. La Cisl ha rivolto una sollecitazione anche al prefetto di Siracusa, Maria Fiorella Scandura, "perché i ministri degli Esteri, Frattini, e del Lavoro, Sacconi, intervengano per sbloccare l'incresciosa situazione". Il caso, sostengono al sindacato, "sconcerta e suscita amarezza anche per i toni, a tratti da xenofobia", che mostra l'inusuale protesta dei lavoratori inglesi. C'è il rischio, infatti, che si scateni una "incredibile guerra tra poveri" a causa dei contraccolpi della grave crisi dell'economia mondiale e degli assetti della globalizzazione.
"Il governo italiano deve intervenire, prendendo una posizione forte a difesa dei lavoratori del nostro Paese" ha chiesto il segretario della Cgil di Siracusa, Gino Carnevale. "Presenteremo una richiesta ufficiale, assieme a Cisl e Uil, al prefetto di Siracusa affinché il governo italiano si schieri in maniera determinata in difesa degli operai dell'Irem. Non è possibile questa lotta tra lavoratori, ma la difesa della legalità è opportuna in tutte le sedi". Carnevale invita però "ad evitare l'ipotesi di eventuali rappresaglie nei confronti di imprese britanniche" in Italia: "se loro sbagliano - ha osservato il segretario della Cgil di Siracusa - non dobbiamo fare altrettanto noi".

Lettera del sindaco di Siracusa al sindaco di Grimsby - Il sindaco di Siracusa, Roberto Visentin, ha inviato una lettera al sindaco di Grimsby, Colin Eastwell, e alla autorità locali del Liconlshire invitandoli ad una reciproca collaborazione per una felice soluzione della vicenda che vede al centro l'azienda metalmeccanica Irem. Visentin ha anche invitato a Siracusa i destinatari della missiva per far loro conoscere la nostra realtà.
"Da sindaco - ha scritto Visentin - mi preme l'incolumità dei lavoratori della Irem; da uomo delle istituzioni, mi preme che vengano assicurati i diritti di chi si muove rispettando le regole".
Il sindaco di Siracusa ha poi aggiunto: "Anche in Sicilia sentiamo gli effetti della crisi economica internazionale, una crisi che mi preoccupa non meno di quanto preoccupi voi". "Gli anni del benessere legato all'industria del petrolio e alla metalmeccanica per noi sono lontani, ma di quel periodo ci restano le professionalità, le specializzazioni e le competenze che si sono lentamente formate e che ancora riescono a farsi valere in tutto il mondo. L'Irem, nata trent'anni fa ed oggi punta di diamante del nostro sistema industriale - ha proseguito il sindaco Visentin - è parte integrante della migliore storia imprenditoriale e per tale ragione mi sento di difenderla. Un'azienda che si è sempre mossa nell'ambito del suo specifico know-how e che è cresciuta pian piano, fino ad aprire sedi all'estero e a farsi apprezzare in tutto il mondo. Dispiace notare che la serietà e la professionalità di questa impresa possano essere considerate da qualcuno una minaccia e non un'opportunità".
"Sono sicuro - ha concluso la lettera Visentin - che condividete la mia prospettiva e che le istituzioni della Gran Bretagna, paese leader mondiale ed esempio di civiltà, sapranno riportare la questione sui giusti binari".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, RaiNews24, Repubblica.it, Corriere.it, Ufficio stampa Comune di Siracusa]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

03 febbraio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia