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Arrestati a Bari i portavoce di Al Qaeda in Europa

Uno sceicco e un informatico votati alla Jiadh, facevano proseliti via Internet e preparavano attentati

12 maggio 2009

Sono due francesi, da tempo residenti in Belgio, i due 'portavoce' di Al Qaeda in Europa individuati dalla Polizia italiana, a Bari, mentre si preparavano a mettere a punto attentati contro obiettivi internazionali. Si chiamano Bassam Ayachi e Raphael Gendron, 62 e 33 anni. Erano stati arrestati nel novembre scorso per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Proprio da quell'arresto sono scattate le indagini della Polizia che hanno portato alle accuse di oggi. Oltre alla progettazione di attentati terroristici in Francia, in particolare l'aeroporto 'Charles De Gaulle' di Parigi, e Gran Bretagna, i due avrebbero anche arruolato terroristi per compiere azioni suicide in Iraq e Afghanistan.
I due provvedevano a diffondere attraverso un sito internet video e messaggi di matrice terroristica, opportunamente tradotti. Secondo gli investigatori, inoltre, i due avrebbero già avuto a disposizione armi ed esplosivi per colpire l'aeroporto De Gaulle.
Nei loro confronti la Digos della Questura di Bari e il Servizio Centrale Antiterrorismo dell'Ucigos hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale

Bassam Ayachi sarebbe una vera e propria guida spirituale, uno sceicco impegnato in un'instancabile opera di proselitismo per al-Qaeda. Gendron è invece un ingegnere informatico convertito che, a quanto emerso dalle indagini, dispone del know how necessario per portare avanti sul web la propaganda necessaria ad alimentare l'organizzazione terroristica. "Si tratta di soggetti di grande spessore - ha sottolineato un investigatore - e la documentazione acquisita, di assoluto rilievo, dimostra al di la' di ogni ragionevole dubbio l'impegno dei due quanto meno nell'attività propaganda e di proselitismo finalizzato soprattutto alla guerriglia in Afghanistan. Inoltre, entrambi erano consapevoli di costituire un volano essenziale per Al Qaeda. Insomma, siamo di fronte a due elementi fondamentali nella trasmissione delle informazioni del mondo terroristico".

Secondo quanto appreso dall'Adnkronos, il riferimento alla città di Parigi sarebbe emerso in una conversazione sulla quale poi gli investigatori italiani si sono confrontati con le autorità di polizia estere interessate. "Le intercettazioni - ha riferito un investigatore - sono state importanti, certamente rilevanti, ma non qualificano, perché il lavoro di indagine è stato fatto a 360 gradi ed è stato importantissimo soprattutto sul fronte della prevenzione".
Il sito attorno al quale ruotava la propaganda e la diffusione di comunicati e indicazioni alla rete era "ribaat.org", che in lingua araba significa "avamposto". Gli investigatori hanno analizzato il contenuto di numerosi documenti cartacei e file rinvenuti su pendrive, cd-rom e dvd nascosti nel camper con il quale i due viaggiavano, riuscendo a risalire al sito da loro gestito. [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

E' SUL WEB L'AVAMPOSTO DI AL-QAEDA IN EUROPA
di Hamza Boccolini (Adnkronos/Aki, 12 maggio 2009)

E' sul web l'avamposto di al-Qaeda per la sua penetrazione in Europa. Non è un caso che i due uomini arrestati dalla Digos e dall'Ucigos di Bari per aver diffuso in rete video e messaggi di matrice terroristica opportunamente tradotti in francese abbiano deciso di chiamare il loro sito 'ribat.org'. La parola ribat, dall'arabo avamposto, simboleggia proprio l'ultima postazione fortificata usata dai mujahidin dell'Islam durante le loro conquiste in particolare durante la penetrazione araba nel nord Africa. Non a caso la capitale del Marocco, una delle ultime terre conquistate dai musulmani con la spada, si chiama proprio Rabat così come la dinastia almoravide che ha regnato sul Maghreb e sulla Spagna tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo, veniva chiamata in arabo degli al-Murabitun.

Con l'obiettivo quindi di facilitare la penetrazione della dottrina jihadista di al-Qaeda nel vecchio continente, i due erano soliti tradurre in francese, lingua maggiormente usata tra le comunità musulmane di Spagna, Italia e Francia perché composte da immigrati provenienti dal magreb francofono, documenti di propaganda dei massimi dirigenti del gruppo terroristico. Non è da considerarsi casuale nemmeno il fatto che il terrorista più tradotto e osannato nel sito non sia il leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden, né il suo vice ed ideologo, Ayman al-Zawahiri, bensì il giordano Abu Musab al-Zarqawi. Quest'ultimo è noto infatti nel mondo jihadista come 'Amir al-Dabbahin' (principe delle decapitazioni) perché ha inaugurato nel 2004 la stagione dei video che riprendevano le decapitazioni degli ostaggi americani in Iraq ed ha fatto carriera diventando il terzo personaggio più importante nella rete del jihadismo mondiale proprio per la sua barbarie ed efferatezza, spesso criticata nei loro discorsi anche dagli stessi Bin Laden e Zawahiri. Non mancano inoltre gli scritti di Abu Muhammad al-Maqdisi, maestro di al-Zarqawi, e di Abu Omar al-Baghdadi, emiro del cosiddetto 'Stato islamico iracheno', il cui arresto è stato annunciato due settimane fa dal governo di Baghdad.

Come ogni sito di propaganda integralista che si rispetti, non è possibile trovare la pagina dedicata alle fatwa. In particolare viene tradotta una fatwa del defunto Imam saudita Ibn al-Uthaimin, che spiega per quale motivo i cristiani e gli ebrei vanno considerati come miscredenti chiudendo ogni possibilità al dialogo tra le fedi. Nella sezione dedicata al Fiqh, il diritto musulmano, la fanno da padrone le traduzioni di Ibn Taimiiyya, teologo islamico vissuto nel XII secolo e considerato il padre dell'attuale corrente salafita, seguito dalle opere dello sceicco Muhammad Ibn Abdel Wahhab che ha fondato nel XVI secolo la scuola wahhabbita nell'attuale Arabia Saudita.

La sezione più cruenta del loro sito è invece quella dedicata al Jihad. In particolare viene pubblicato un documento che si intitola: "Il diritto islamico riguardo la legittimità di uccidere i prigionieri di guerra". Al suo interno si spiega come Maometto durante la sua vita decise di uccidere alcuni suoi prigionieri, giustificando così l'uccisione di non musulmani per mano dei terroristi di al-Qaeda.

 

 

 

 

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12 maggio 2009
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